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Nuovo argomento   Rispondi    Indice del forum -> Attrezzatura e tecnica

Denali Rispondi citando



Registrato: 06/04/05 14:59
Messaggi: 2456

MessaggioInviato: Lun Feb 21, 2011 19:41    Oggetto:
 
doc.tor ha scritto:
... ho peraltro il vago sospetto che il tutto il reportage sia architettato come trailer occulto ai Radium che ti sono rimasti sul groppone...
E' così Question Laughing Laughing Laughing
odio gli psicologi (e affini)!!! Laughing Laughing Laughing
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Denali Rispondi citando



Registrato: 06/04/05 14:59
Messaggi: 2456

MessaggioInviato: Lun Feb 21, 2011 19:43    Oggetto:
 
Valentino_52 ha scritto:
Perchè cammini con le chiappe strette.....allargati! Mr. Green Mr. Green Mr. Green Laughing Laughing
E tu cos'hai fatto per allargare le chiappe? ... uhmm, anzi no, non volglio saperlo!!! Shocked Shocked
Laughing Laughing Laughing
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Marco71 Rispondi citando



Registrato: 22/01/06 21:57
Messaggi: 336
Luogo di residenza: Bassano

MessaggioInviato: Lun Feb 21, 2011 20:21    Oggetto:
 
Denali ha scritto:
Marco71 ha scritto:
Al posto del top fix, il mio compagno di gite Renato usa questo gancio artigianale - non costa niente (a parte i diritti di brevetto, ma basta non dirgli niente), è sufficientemente robusto, non ostacola la scorrevolezza come i top fix in gomma


È un normalissimo gancetto ricurvo.
Non esce mai, perché è poco soggetto a trazioni laterali, come può accadere ai top fix in gomma che si agganciano attorno alla punta. Un po' come i sistemi della volkl o della skitrab.
Mi interessa, in quanto spesso stacco la pelle in punta urtando il ferro con l'altro sci. Temo però che senza la gomma manchi la possibilità di adattamento, cioè se nello stendere la pelle la tiro troppo o poco, il tuo gancetto va oltre o non arriva al foro.
Il sistema della Volkl infatti prevedeva di mettere prima la pelle in punta e poi regolare in coda.
Forse tu intendi il caso di pelli senza il gancetto in coda.
Puoi darmi lumi? Grazie


Le pelli avevano il gancetto in coda. In mancanza di questo, è sufficiente infilare l'anello che trattiene la pelle direttamente in punta.
Il gancio in fil di ferro da infilare in punta si riesce ad usare anche con gancio in coda perché richiede ben poca escursione (due-tre millimetri bastano). Sembra precario, ma funziona bene.

Per il resto non c'è molto da dire. Il montaggio del gancio va fatto avendo cura di regolare bene la posizione, in modo che la pelle una volta messa sia appena tesa.
Il gancio è fatto con un filo di ferro robusto, e se serve non è difficile modificarne la lunghezza.

Quando la regolazione è corretta, per montare la pelle basta attaccare i due ganci in punta e coda, e la pelle sta tesa sopra la soletta. A questo punto basta farla aderire.
_________________
È meglio andare a sciare e pensare a Dio
che andare in chiesa e pensare allo sci.
(Fridtjof Nansen)
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giangigia Rispondi citando



Registrato: 08/10/08 15:32
Messaggi: 120
Luogo di residenza: San Benedetto Del Tronto

MessaggioInviato: Lun Feb 21, 2011 20:43    Oggetto:
 
Marco71 ha scritto:
Denali ha scritto:
Marco71 ha scritto:
Al posto del top fix, il mio compagno di gite Renato usa questo gancio artigianale - non costa niente (a parte i diritti di brevetto, ma basta non dirgli niente), è sufficientemente robusto, non ostacola la scorrevolezza come i top fix in gomma


È un normalissimo gancetto ricurvo.
Non esce mai, perché è poco soggetto a trazioni laterali, come può accadere ai top fix in gomma che si agganciano attorno alla punta. Un po' come i sistemi della volkl o della skitrab.
Mi interessa, in quanto spesso stacco la pelle in punta urtando il ferro con l'altro sci. Temo però che senza la gomma manchi la possibilità di adattamento, cioè se nello stendere la pelle la tiro troppo o poco, il tuo gancetto va oltre o non arriva al foro.
Il sistema della Volkl infatti prevedeva di mettere prima la pelle in punta e poi regolare in coda.
Forse tu intendi il caso di pelli senza il gancetto in coda.
Puoi darmi lumi? Grazie


Le pelli avevano il gancetto in coda. In mancanza di questo, è sufficiente infilare l'anello che trattiene la pelle direttamente in punta.
Il gancio in fil di ferro da infilare in punta si riesce ad usare anche con gancio in coda perché richiede ben poca escursione (due-tre millimetri bastano). Sembra precario, ma funziona bene.

Per il resto non c'è molto da dire. Il montaggio del gancio va fatto avendo cura di regolare bene la posizione, in modo che la pelle una volta messa sia appena tesa.
Il gancio è fatto con un filo di ferro robusto, e se serve non è difficile modificarne la lunghezza.

Quando la regolazione è corretta, per montare la pelle basta attaccare i due ganci in punta e coda, e la pelle sta tesa sopra la soletta. A questo punto basta farla aderire.


Si può pensare anche di allacciare il gancetto ad un elastico robusto che si può rimediare ritagliando una vecchia camera d'aria di una bici o, meglio, di un motorino che si trova facilmente da un gommista.

Approfitto per segnalare un consiglio tratto da un foglio di istruzioni applicazione pelli sullo sci: non tirare mai la pelle che si facilita il distacco.
_________________
Amici, sport e l'altra metà del cielo.
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ste Rispondi citando



Registrato: 07/04/05 16:05
Messaggi: 6285
Luogo di residenza: Portus Naonis

MessaggioInviato: Ven Feb 24, 2012 12:41    Oggetto:
 
non è un trucchetto, ma un'idea, un suggerimento:


Nel liceo Salutati c'è una ragazza, Irene Chirico, che ama fare jogging. Correndo correndo, improvvisamente la lampadina del genio si accende: perché non tentare di recuperare tutta quell'energia prodotta dal movimento e accumularla in una batteria per poi riutilizzarla? Espone la sua intenzione a tre amiche - Giulia Tuci, Alessia Nannini e Cecilia Pellegrini - e alla professoressa, Maria Carmela Foti.
"Oggi è fondamentale cercare di sfruttare fonti energetiche rinnovabili, unendo magari questo aspetto a un'attività salutare". Sì, ma come realizzarle? Le ragazze allora si rivolgono all'Istituto di chimica dei composti organometallici (Iccom) del Cnr di Pisa, nella persona del professor Vincenzo Palleschi, responsabile del laboratorio di Spettroscopia applicata. "Buon giorno professore, noi avremmo un'idea...".

L'idea è quella di inserire all'interno della scarpa un dispositivo che sfruttando i principi dell'elettromagnetismo converta l'energia meccanica prodotta dalla camminata in energia elettrica. Un grande calzaturificio della zona dà la propria disponibilità a partecipare al progetto, disegnando addirittura una scarpa speciale per alloggiare il convertitore meccano/elettrico.

"Già dalla prima occhiata al progetto - spiega il professor Palleschi - ci siamo resi conto di avere a disposizione solamente pochi centimetri cubici per sistemare, all'interno del tacco, il generatore di energia elettrica. E i vincoli, definiti chiaramente dal titolare del calzaturificio di Monsummano, Claudio Bartoli, erano molto stringenti: niente parti esterne in movimento, nessuna possibilità di aumentare le dimensioni di tacco e suola, necessità di mantenere il rumore al minimo".

A questo punto l'equipe ha chiesto la collaborazione al dottor Lorenzo Grassi, fisico della Marwan Technology, che collabora da anni con l'istituto. La ditta realizza direttamente sia il trasduttore inserito nelle scarpe che il dispositivo elettronico per accumulare l'energia prodotta durante la camminata. "La scarpa - spiega Palleschi - funziona in questo modo. All'interno del tacco è inserito un piccolo avvolgimento elettrico di un paio di centimetri, un solenoide, con dentro un magnete mobile: il movimento del piede provoca lo spostamento del magnete, quindi la variazione di campo magnetico che serve per produrre l'elettricità. L'energia prodotta viene accumulata in una batteria che, collegata con un filo al solenoide, può essere portata in tasca".

"Il filo - continua Palleschi - che esce dalla scarpa sale lungo le gambe (se si corre in tuta, può essere agganciato facilmente ai pantaloni oppure fatto passare al di sotto di essi). L'energia accumulata può essere così utilizzata per caricare la batteria di oggetti di elettronica quali telefoni cellulari, lettori musicali, navigatori satellitare. Con un magnetino più potente si potrebbe fare meglio e lo faremo non appena la collaborazione con un'impresa di calzature si concretizzerà".

Le scarpe Hermes sono solo uno dei numerosi dispositivi di energy harvesting che stanno attirando l'interesse delle aziende. Un altro esempio è quello della canadese Bionic Power che ha sviluppato il Bionic Energy Harvester, un dispositivo che si indossa come una ginocchiera e sfrutta la naturale fase di lavoro negativo dei muscoli delle gambe durante la camminata, e che può produrre fino a cinque watt di energia, senza che chi la indossa compia alcuno sforzo supplementare.

C'è poi il caso della palestra innovativa aperta negli Stati Uniti, la Green Microgym di Portland, nell'Oregon. In collaborazione con la texana Henry Works ha installato la Human Dynamo, che collega più cyclette a una batteria che accumula l'energia generata dalle pedalate: se si calcolano 100 watt a cyclette in una palestra che ne ha 40, questo significa che si possono produrre quattro kilowattora.

E a Rotterdam nel 2008 è stata inaugurata la prima discoteca sostenibile al mondo, il Watt Sustainable Dance Club. La pista da ballo converte l'energia cinetica prodotta da chi danza in elettricità. Il pavimento infatti è composto da mattonelle che si muovono leggermente in verticale (non più di un centimetro) quando vi si balla sopra.

L'istituto di ricerca Technion, assieme alla società Innovatech, hanno dato vita ad un innovativo accumulatore di energia, l'Energy Harvesting System, in grado di raccogliere la potenza generata dal passaggio delle vetture sul manto stradale. Il sistema, che si basa sul posizionamento di dispositivi piezoelettrici che convertono l'energia meccanica in elettricità, è stato ideato e realizzato in Israele.

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MessaggioInviato: Gio Nov 22, 2012 18:40    Oggetto:
 
... nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma... ma credimi a pagare è sempre pantalone con la sua carretta che volge, al mattino presto verso lavoro, e la sera tardi verso casa...

(a seguire la pietra filosofale...)

Ciao !
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Non penserei mai di superare i miei limiti riempiendo di spazzatura la montagna...
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