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Riva del Garda-sentiero Torti-Punta Larici

 
Nuovo argomento   Rispondi    Indice del forum -> Montagna oltre lo scialpinismo

Gitatranquilla Rispondi citando



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Messaggi: 34
Luogo di residenza: Gardone Riviera (BS)

MessaggioInviato: Mer Mag 31, 2017 22:03    Oggetto: Riva del Garda-sentiero Torti-Punta Larici
 
13 maggio 2017 - sentiero Torti - Punta Larici
Viste le recenti nevicate e la scarsita' di informazioni in rete sulle condizioni della neve, e considerando che il meteo e' meglio dalle nostre parti, scegliamo un itinerario a 2 passi da casa, il sentiero Massimiliano Torti (detto anche dei Contrabbandieri o Tracciolino), assai poco conosciuto e frequentato, ma di una bellezza con pochi rivali sul nostro lago, e non solo. Si tratta di una traccia-percorso pilota, realizzato agli inizi del '900, per valutare la fattibilita' di un collegamento viario tra Riva del Garda e Limone: l'idea originaria era quella di sfruttare la gia' esistente strada del Ponale che conduceva con una deviazione fino a Pregasina, evitando cosi' di dovere scavare qualche km di tunnel. L'idea venne poi abbandonata e per il collegamento rivierasco venne poi realizzata la Gardesana Occidentale nel periodo fascista, tra il 1926 ed il 1931. C'e' anche chi dice che il sentiero fosse spesso utilizzato dai contrabbandieri, da cui il toponimo.
Potete trovare una descrizione dettagliata sul sito:
http://www.lagodigardaescursioni.it/alpinistiche-lago-garda/tracciolo/escursione.html.
Io qui mi limito a descrivere quello che abbiamo fatto noi, sempre con percorrenza da nord a sud. Ecco la traccia GPS del nostro percorso:



Purtroppo la traccia e' errata proprio nella parte del sentiero Torti, probabilmente per la morfologia del suolo, con la presenza di rocce strapiombanti che rendono difficoltoso il collegamento col satellite; sta di fatto che, mentre tutto il resto del percorso e' corretto, sul sentiero Torti ci sono tutti questi su-e-giu', ovviamente falsi. Tenete conto che il percorso presenta pochissimo dislivello, e' quasi interamente in piano con qualche saliscendi, mantenendosi sempre circa 100-150 metri sopra il livello del lago e della S.S. 45bis Gardesana Occidentale, come poi si vedra' dalle fotografie.
Il sentiero e' veramente spettacolare, presenta vedute di eccezionale bellezza ma sottopone ad esposizione costante dall'inizio alla fine, quindi non deve essere sottovalutato. Di contro non ci sono difficolta' tecniche particolari, fatta eccezione per i 3 brevi punti-chiave, comunque assicurati (dire "ben assicurati" forse e' eccessivo) dove e' assolutamente necessaria assenza di vertigini e forza di braccia.

Si parte dalla frazione Pregasina, raggiungibile in circa 15 minuti da Riva del Garda in direzione val di Ledro, con breve deviazione a sinistra. Si parcheggia subito dopo il tornante che segue l'uscita dalla galleria, proprio all'ingresso della frazione e si scende per pochi metri lungo la carreggiata fino a raggiungere la vecchia ed incredibile strada di collegamento con Riva, ancora asfaltata,



utilizzata fino a non moltissimi anni fa anche per il transito veicolare. Io stesso ricordo di averla percorsa in pullmann alle scuole medie andando in gita alle palafitte del lago di Ledro, ed essendo in parte al finestrino proprio dalla parte del lago ricordo la sensazione di tuffo incipiente...
Bando alle ciance, comunque. Si percorre la strada con il sole che sorge dietro il monte Baldo



ed ampi scorci sulla zona nord del lago e sui battelli gia' al lavoro:



Si trascurano un paio di scorciatoie sulla sinistra e si prosegue sulla strada asfaltata fino ad una curva dove campeggia il cartello che indica il nostro percorso odierno:



Dopo una breve discesa nel bosco si prosegue, sempre in discesa, sul bordo superiore di una cresta



fino ad un evidente e panoramico spigolo, aggirato il quale ha inizio il sentiero vero e proprio, con la targa recante la dedica



e l'avviso che non si tratta di roba per tutti. Ma noi siamo rotti ad ogni difficolta' (il mio socio soprattutto) e proseguiamo, incuranti del pericolo....
L'inizio e' rassicurante: si passa dietro le reti di protezione della sottostante Gardesana contro la caduta sassi, ancorate piu' in alto, che danno un vago senso di sicurezza, nonostante si intuisca gia' di che pasta (cioe' di quale larghezza) sia fatto il percorso:



C'e' anche il cavo:



che pero' sara' un diametro 4 mm..., va beh, meglio di niente. Procedamus. Le reti di protezione proseguono ma non proteggono piu' niente



perche' a tratti sono staccate un paio di metri dal tracciato. Menomale che c'e' il cavo, visto che l'esposizione non manca proprio



e non ci siamo ancora assicurati. La mia guida Ago dice di andare avanti finche' me la sento e poi tireremo fuori dallo zaino la corda.... comincio a pensare che non durera' a lungo. Lui, in compenso non e' per nulla impressionato:



il sentiero lo ha gia' fatto senza mai legarsi. Ma Cuor di Leone non si diventa, e Gitatranquilla non riesce a godersi i panorami che si presentano, anche perche' le reti di protezione sono presto finite:



Cedo. Senza neppure combattere molto. Pazienza, vorra' dire che andremo piu' piano e ce la godremo di piu', il sottoscritto almeno. Sfruttiamo i numerosi spit presenti e srotoliamo la corda; eccomi infatti molto piu' rilassato:



Si fa per dire, con 100 m di vuoto verticale costanti sotto i piedi, su una cengia larga 50 cm, e non sempre con fondo piano:



La mattinata e' splendida ma ha appena finito di piovere, per fortuna che il tracciato e' gia' asciutto, altrimenti alcuni punti diventano pure scivolosi. Del resto, il tracciato e' esposto ad est ed in pieno sole, quindi si asciuga subito. Non solo: a tratti non riesce nemmeno a bagnarsi, perche' sopra la testa ci sono rocce sporgenti...



Come e' evidente, il sentiero e' stato proprio scavato nella roccia.
Siamo gia' in grado di vedere la prima parte del tracciato, gia' percorsa:



L'attacco e' all'inizio del tratto giallo continuo.
Intanto la traccia prosegue tutt'altro che larga:



Sia benedetta la corda.
Ed eccoci subito ad uno dei punti chiave del percorso:



Un anfratto roccioso largo un paio di metri da superare in spaccata e forza di braccia. Per fortuna c'e' il cavo, pure doppio, pero' e' il solito diametro 4 mm, speriamo che tenga... Passa Ago, lo osservo bene e non ho tempo di fotografarlo. E poi devo fargli sicura.... Se passa lui, mi dico soprattutto per autoconvincermi, passero' anch'io. Ed infatti passo.
Il tracciato stenta ad allargarsi e continua fra scorci panoramici che hanno poco da invidiare a luoghi anche assai piu' famosi, con la vista che spazia da Riva e Torbole:



fino all'intera catena del monte Baldo ed a tutta la parte nord del lago:



Compare improvvisamente il libro della via:



Eureka: ce l'abbiamo fatta e siamo al termine, ora ci aspetta solo il relax. Almeno cosi' pensiamo. La vista e' sempre buona:



con scorci interessanti sulla navigazione lacustre:



Eccoci serviti di barba e capelli: la cengia, invece di allargarsi, si stringe ulteriormente:



Compare anche il solito cavo:



La corda e' diametro 8 mm, quindi decidete voi quanto e' grosso il cavo e se c'e' da fidarsi. Noi optiamo per la corda, preferiamo quella, visto anche il luogo:



Non scherza neanche qui:



Dove non vedete la corda e' solo perche' io sono il secondo e ce l'ho in mano.... Sembra di essere sulla cengia finale delle Bocchette Centrali in Brenta:



ma qui il panorama e' piu' colorato e piu' vario, e per giunta le nebbie sono un po' piu' rare che in Brenta. In qualche tratto si cammina anche a sbalzo senza nemmeno saperlo:



con esposizione che non manca mai:



Qualcuno invece non ha paura di niente:



ma si sa che e' la femmina il sesso forte, quindi sono giustificato. Terminata la cengia ci godiamo il panorama dell'imponente versante ovest del monte Baldo (2000 m di parete):



e dei giochi di luce sull'acqua:





Il relax dura poco. Si giunge al secondo punto-chiave: una scaletta in ferro da scendere, alta 3-4 m, legata chissa' dove e chissa' come. E' incernierata superiormente e libera inferiormente, pesera' 100 g in tutto e basta appoggiare il piede per cominciare a dondolare.



Ci sono i cavi e qui viene buono di nuovo il set da ferrata, che usiamo senza fare troppo i puri.
Per raggiungere la scaletta serve un passo di spaccata. Bisogna fidarsi, anche perche' sembra che tenga... Ci si attacca via con le braccia e si cerca di puntare un piede sulla roccia per non dondolare troppo, e poi si scende...



Un'occhiata al percorso che segue, sembra molto meno esposto e mettiamo via la corda. Un sorso d'acqua, una breve pausa con uno spuntino e si riparte. Finalmente si va in souplesse!



Ahime', invece, il relax dura poco, la guida non si ricordava bene e qui



ci tocca tirar fuori di nuovo la corda perche' Gitatranquilla altrimenti non passa, nonostante l'esploratore sia gia' avanti.
Dovendo passare li':



direi proprio che, anche col senno di poi, e' stato prudente.
Adesso, pero', dobbiamo passare di la':



Non pare molto meglio; forse e' prudente non metterla via di nuovo la corda... ci avviciniamo al terzo punto chiave, che non tradisce le attese. Qui, infatti, e' un pochino esposto:



ma il bello arriva subito dopo: un traverso di 3-4 m, un po' strapiombante, da fare in aderenza con forza di braccia:



Pero' c'e' un bel cavo almeno diametro 10 mm, ed il set da ferrata viene proprio utile.... Segue una facile cengia (ormai all'esposizione c'abbiamo fatto quasi il callo) scavata nella roccia



Dopo quella curva si potrebbe pensare ancora che sia tutto finito, magari con un certo sollievo. Sbagliato! Pero' in realta' le difficolta' maggiori sono ormai alle spalle.
Ancora una serie di cenge panoramiche ed esposte:







e, aggirando un caratteristico sperone roccioso che discende verso il lago, siamo sopra all'Hotel Pier



posto tra Limone e Riva, con vista sempre piu' ampia sulla parte centrale del lago. Un breve percorso nel bosco conduce ad un bivio: a sinistra si puo' scendere all'Hotel Pier in pochi minuti, mentre un labile cartello indica a destra la risalita verso la frazione Pregasina:



Una sosta per rifocillarci ed un po' di meritato riposo all'ombra delle fresche frasche, e finalmente si puo' togliere tutta la ferramenta. Stavolta e' proprio vero, siamo sani e salvi. Ed anche molto soddisfatti.
In compenso, dopo aver fatto (forse) 50 m di dislivello in salita in 4 ore e mezza, ci aspetta un rattone memorabile. Il primo passo della salita dice gia' tutto, sembra di salire il Matterot dal Bedole, menomale che c'e' un po' di ombra, ma la bassa quota ci fa sudare indegnamente. Si giunge ad un grande traliccio metallico dove la vista si apre e si capisce perche' il sentiero e' cosi' ripido:



E la parte piu' ripida deve ancora arrivare, come si puo' immaginare dalla fotografia. In certi punti bisognera' praticamente arrampicare sul terreno.
Sia come sia, si guadagna presto dislivello e si giunge in mezz'oretta in vista della frazione Pregasina



posta in ridente ed assolata posizione. A questo punto si potrebbe in breve rientrare alla macchina. Ma noi non siamo tipi da accontentarci tanto facilmente: e' presto e una panoramica vetta dista solo 400 m di dislivello. Si tratta di Punta Larici (910 m s.l.m.), dove ne' io ne' la mia guida siamo mai stati. E cosi', di comune accordo, visto che oggi mancano i soci tira-indietro, ci avviamo. Optiamo per il sentiero delle creste n. 422A, segnalato come EE; la cosa ci fa ormai il solletico, saliamo ripidamente (non rapidamente) sulla cresta con vista eccezionale e crescente sul lago:





Si vede bene anche l'albergo Pier, dove termina il sentiero Torti. E' proprio ai nostri piedi:



Dalla facile vetta, meta anche per i ciclisti (con bicicletta), la vista sulla parte nord del lago e' minore:



pero' compensata da quella sul lato sud del lago, davvero notevole:



In breve si scende a Bocca Larici:



e poi per strada (attenzione alle bici scatenate in discesa)



alla macchina.
Giro completo in circa 7 ore, con gran calma sulle cenge, compresa la meritata pausa di circa 45 minuti per birra e panino sul percorso di rientro.
Alla prossima!
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Gitatranquilla Rispondi citando



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MessaggioInviato: Mer Mag 31, 2017 22:14    Oggetto:
 
Ah, dimenticavo!
Se volete emularci, lasciate perdere l'estate, vi cuocete, molto meglio le mezze stagioni o anche l'inverno.
Ciao a tutti.
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Ruthi Rispondi citando



Registrato: 02/03/12 10:57
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MessaggioInviato: Dom Giu 04, 2017 18:09    Oggetto:
 
gita che mi segno da fare - ma fra 6 mesi!! Laughing Rolling Eyes
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