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[storie]vivere per raccontarla.. (gabo)
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giovannibusato Rispondi citando



Registrato: 09/03/06 16:03
Messaggi: 2160
Luogo di residenza: Paesello

MessaggioInviato: Mar Mag 29, 2007 11:11    Oggetto: [storie]vivere per raccontarla.. (gabo)
 
Aprile è un buon mese nelle Prealpi, in anni di neve la valle è un luogo di grandi sciate a pochi minuti da casa.
Incontro spesso i boscaioli, volti noti, all’alba portano i loro materiali nel bosco e, mentre passo con gli sci sullo zaino si fanno due chiacchiere per chiedere quanta neve c’è in alto, se ho visto camosci.. poi al rientro, di solito all’ora “verso polenta”, magari ci scappa un bicchiere di vino e una cicca sotto al faggio; non mi chiedono mai perché, quando una cosa piace si fa e basta.
Quell’anno era stato un anno freddo e di vento, la poca neve aveva vorticato per il Pasubio modellando creste e cornici ogni giorno diverse, poi alla fine, nelle limpide giornate di primavera, le lenti di ghiaccio dei profili lassù in alto contro il cielo luccicavano come specchi.
Le giornate erano già calde e la fioritura “era avanti” (come si dice) per la stagione, qualcuno s’era pure fregato gli asparagi di monte….
Misi la macchina nello stesso posto di sempre, dove non disturba le manovre dei boscaioli, era già chiaro ma l’aria era ancora frizzante, lontano nel bosco una motosega non voleva saperne di funzionare, non le sentivo ma immaginavo le bestemmie; al ritorno lo presi un po’ in giro, almeno fino a quando non prese in mano la roncola..
Salii lento lungo i tornanti della strada forestale; la luce dell’alba è strana, gli occhi sembrano non decidersi tra il chiaro e lo scuro ed è un alternarsi di “messe a fuoco” che danno l’impressione di guardare attraverso un binocolo rotto.
Alla cascata l’acqua scendeva rumorosa spostando l’aria fresca e umida, saltando da un sasso all’altro del torrentello pensai, è meglio che mi sbrighi, la neve della valle mi sta passando tra le gambe.. in questi cinque minuti quante curve se ne sono già andate?
In anni di neve, la cascata ad aprile è ancora coperta dalle maestose valanghe che scendono lì, obbligate da tutti i canali della valle; non quell’anno.. la stagione “era avanti”.. (come si dice) così proseguii a piedi tra gli sfasciumi, qua e là tappeti di bosso verde brillante, all’ombra tra i muschi la Pianella, intanto i galli forcelli cantavano, non tutti a dire il vero, qualcuno suonava (!).. almeno così me li immaginavo nell’arena di canto (pensieri da salita).
A metà valle, il maestoso anfiteatro esplode a ventaglio verso l’alto e, finalmente, la neve; l’ultima crosta di una vecchia valanga arrivava fin lì; una lama staccata da terra come un ponte verso l’inverno che non sai mai se ti porta o se, sul più bello che carichi il peso, ti trovi di nuovo sulla ghiaia.
Calzati gli sci iniziai a salire, la neve compatta e liscia portava perfettamente, dopo il profumo della terra e dell’erba gialla ancora schiacciata al suolo, l’odore della neve (?) fresco ed eccitante; involontariamente accelerai il passo.
La parte alta della valle si impenna in un erta sfiancante ma che in breve, porta alla base della fascia rocciosa, dove solitamente si prende fiato e si mettono gli sci sullo zaino; da lì diversi ripidi canali portano sulla piramide finale: il Corno del Pasubio.
Fu allora che mi accorsi del mio amico che saliva veloce, piccozza alla mano, senza sci… in breve fu lì ansimante, guardò l’orologio e sbuffò: “per me, basta così, oggi!”, ma poi ripreso fiato e lo convinsi a salire in vetta con me.
Non troppo contento riprese a salire, forse è meglio quello di destra accennai, “mah.. è lo stesso, risparmiamoci almeno quel traverso..” rispose e continuò a salire sprofondando ora nelle neve; ci guardammo come a dire: ma da dove salta fuori tutta questa neve?
L’apoteosi del “se”.. se non avessi insistito non sarei salito oltre.. se fossi stato da solo sarei salito dall’altro canale..se..se..
All’uscita del canale, su una cresta dove tutti vorrebbero riparare in caso di valanghe, ricordo perfettamente il soffio profondo e la crepa scura che parte da sotto i nostri piedi e attraversa tutta la testata dell’altro canalone.. poi il tuffo!
Stupore, ecco la prima emozione, stupore e rabbia per questo tradimento.. senza preavviso.. senza motivo…mentre un rombo assordante ci avvolgeva.
Per pochi istanti vidi anche il mio amico cercare di afferrarsi ai mughi, poi giù!
Scendevo a velocità pazzesca, il buio sotto la neve, la luce accecante quando riemergevo annaspando in cerca d’aria, poi il vuoto del salto in fondo al canale, sospeso senza peso per una frazione di secondo mi sembrò di essere fermo.. l’impatto, attutito dalla neve già caduta, mi tolse l’ultimo fiato e poi giù.. ancora.
Ero semisepolto, quando mi fermai di schiena testa a valle; forse ce la faccio, pensai.. poi il panico: la neve che sopraggiungeva lentamente ma inesorabilmente mi stava coprendo, e non riuscivo a muovermi perché lo zaino con gli sci di traverso mi teneva giù…
Quando fu tutto finito ero cementato al buio sotto un metro di neve di aprile e avevo un braccio sotto lo zaino e una mano sul viso, unico movimento possibile: la mano, dieci centimetri avanti e indietro dal naso!
In quei momenti sviluppi una forza che potresti spostare una macchina ma lì, non mi mossi di un millimetro; non riuscivo a recuperare il braccio sotto lo zaino perchè infilato nella cinghia del bastoncino, non riuscivo a sfilare lo zaino perchè non c’era neanche lo spazio per respirare.. lì, ero lì.. quando, dopo innumerevoli tentativi, mi resi conto che non mi sarei mosso fui preso dal panico… aria, non c’era più aria, non riuscivo ad estendere la cassa toracica..soffocavo!
Iniziai, con la mano libera, a scavare con le dita sopra il viso, la neve mi cadeva in bocca.. forse gridavo, dopo non so quanto tempo riuscii ad estendere il braccio verso la superficie e una mare di neve mi cadde sul viso assieme alla luce e all’aria! Ero quasi arrivato in superficie e, per fortuna, quei venti centimetri che mancavano erano franati giù!
Aria.. ora respiravo..
Iniziai a chiamare, l’unica speranza era che il mio amico fosse lì fuori a cercarmi.. ora avrebbe dovuto sentirmi, ma non era così.. fuori non c’era nessuno.. ero ad un metro dalla vita, dal sole.. mai così lontano come allora.
Mi svegliai all’improvviso scosso da forti tremiti, non mi ero accorto di essermi addormentato ed ora tremavo come mai mi era successo, battevo i denti senza riuscire a fermarmi; un tremore che finiva all’improvviso sul fare di un nuovo sonno… nei momenti di lucidità gridavo, e poi piangevo, e poi chiedevo a Dio.. se ci sei, forza.. facciamola finita.. era una sofferenza indescrivibile.
Quando muori sei solo, e l’unica cosa che perdi veramente è la vita.. nient’altro.. ricordo questo pensiero, nitido, persino ovvio, se non fosse che spesso ce ne dimentichiamo; un pensiero che tuttora mi aiuta a tener ben presenti quali sono le cose importanti.
Mi risvegliai di soprassalto.. una voce, forse un sogno.. no, no era una voce!!
Il mio amico era riuscito a “scavarsi fuori” con le mani, due ore scavando con le dita un’incredibile tunnel verso la vita. Ed ora era lì..
Gridai con l’ultimo fiato fino a quando non vidi una mano infilarsi nel buco e prendere la mia… il cuore batteva a mille, mi mancava il fiato, era sopra di me che scavava con le mani e la neve mi cadeva in faccia e mi soffocava, poi fuori!! Il sole, il caldo del sole.. Via di qui, via di qui gridava sotto shock, potrebbe caderne un’altra!.. guardai in giro.. amico mio, non c’è più niente lassù, è tutto qui!
Quando riuscii a muovere le gambe addormentate ci abbracciammo barcollando, erano quasi le due, piangendo recuperammo qualche pezzo e iniziammo a scendere; ad un passo ci guardavamo e iniziavamo a ridere.. il successivo a piangere; parlammo poco scendendo, quando condividi un’esperienza del genere le parole non servono più… non ne abbiamo più parlato!
A casa raccontammo di essere caduti sciando, non credo ci credettero.. non con quegli occhi!
Al pronto soccorso ci ricucirono entrambe, lui aveva qualche botta in giro e le dita delle mani blu! Passò un mese in ufficio - una mano sulla tastiera e l’altra in una ciotola di acqua tiepida, a me toccarono un orecchio e uno zigomo congelati e cinque punti in testa, il solerte dottore mi disse serio: mi raccomando tienici del ghiaccio sopra che il freddo fa bene!


Val Caprara, parte alta, fotografata dall'Altopiano dei Fiorentini
blu: salita normale
rosso: percorso valanga: A)zona distacco B) zona seppellimento

PS pensavo finisse tra le "storie".. chiedo scusa.
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giovanni


L'ultima modifica di giovannibusato il Mer Mag 30, 2007 12:44, modificato 1 volta
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espo Rispondi citando



Registrato: 03/01/06 10:28
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Luogo di residenza: trieste

MessaggioInviato: Mar Mag 29, 2007 11:32    Oggetto: Re: vivere per raccontarla.. (gabo)
 
giovannibusato ha scritto:


Quando muori sei solo, e l’unica cosa che perdi veramente è la vita.. nient’altro.. ricordo questo pensiero, nitido, persino ovvio, se non fosse che spesso ce ne dimentichiamo; un pensiero che tuttora mi aiuta a tener ben presenti quali sono le cose importanti.



senza parole ................................
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Andrea Rispondi citando



Registrato: 31/03/05 13:08
Messaggi: 1868
Luogo di residenza: Padova

MessaggioInviato: Mar Mag 29, 2007 11:35    Oggetto: Re: vivere per raccontarla.. (gabo)
 
giovannibusato ha scritto:
Val Caprara, parte alta, fotografata dall'Altopiano dei Fiorentini
blu: salita normale
rosso: percorso valanga: A)zona distacco B) zona seppellimento

PS pensavo finisse tra le "storie".. chiedo scusa.


Fiùùùùù, che storia, bello "scheletrone" nell'armadio Giovanni....
Shocked Shocked

Dunque vi siete fatti tutta la linea rossa insieme con la valanga???? vi è andata di lusso a non rompervi niente....

Cmq bella la foto, finalmente vedo una visione di insieme di questa famosa Val Caprara, prima o poi riuscirò a farla.....

Andrea
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Nicola Rispondi citando



Registrato: 13/10/06 10:13
Messaggi: 3120
Luogo di residenza: Schio

MessaggioInviato: Mar Mag 29, 2007 11:53    Oggetto:
 
Che storiona!
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Il monte è parabola della vita. Il monte innevato è parabola del paradiso.
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gianko Rispondi citando



Registrato: 11/04/06 18:56
Messaggi: 4154
Luogo di residenza: Quebec City

MessaggioInviato: Mar Mag 29, 2007 12:08    Oggetto:
 
pfiiiiiuuuuuu.....che storia....senza respiro mi ha lasciato. Adesso non te ne uscire che non e' vero niente,che volevi vedere le reazioni,ecc.ecc.
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Gianko

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il tempo che passa "piega" solo i pigri....
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SimonRussi Rispondi citando



Registrato: 08/11/06 09:33
Messaggi: 4519
Luogo di residenza: Laives (BZ)

MessaggioInviato: Mar Mag 29, 2007 12:19    Oggetto:
 
brividi lungo la schiena...
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СИМОН РУССИ

"Cosa sa di alpinismo chi sa solo di alpinismo?" C. L. R. James
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casmau Rispondi citando



Registrato: 04/10/06 18:00
Messaggi: 8395
Luogo di residenza: Roma, Appennino

MessaggioInviato: Mar Mag 29, 2007 12:26    Oggetto:
 
Grazie Giovanni, ne abbiamo lette tante di storie di valanghe, ma questa oltre che essere ben raccontata, è la storia di un amico.
Ciao
Maurizio
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Denali Rispondi citando



Registrato: 06/04/05 14:59
Messaggi: 2456

MessaggioInviato: Mar Mag 29, 2007 12:47    Oggetto:
 
Credo che poche volte mi sia sentito così emozionato e coinvolto nel leggere qualcosa. Grande Giovanni. Un'esperienza terrificante, che temo vada anche oltre quanto io riesca immaginare non avendo (per fortuna) mai vissuto nulla del genere. Ed è anche un monito ... più utile di tante raccomandazioni.
Non so cosa significhi per te ripercorrere quei momenti ... dico solo un grande GRAZIE per quanto hai condiviso.
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LucaGPS Rispondi citando



Registrato: 18/12/06 01:01
Messaggi: 6437
Luogo di residenza: Arco

MessaggioInviato: Mar Mag 29, 2007 13:50    Oggetto:
 
Ciao Giovanni!
L'ultima volta che ci siamo visti, hai detto a me e Grizzly, che se ci sarà neve, il prossimo anno ci porterai nella Val Caprara!
Certo che alla luce del tuo racconto ci vuole un bel fegato a tornare in quei posti!! Shocked Shocked
La passione è più forte della paura!
L'importante è sopravvivere ai propri sbagli!! Rolling Eyes Rolling Eyes Rolling Eyes

Luca
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C’era un tizio racconta l’autista, che saliva con lo zaino, sci e scarponi, sorriso dolce sul viso bianco di crema solare..non l’ho più visto, forse si è stancato ed è andato altrove. Stancato? Guardo verso le montagne che scintillano più del solito.
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ste Rispondi citando



Registrato: 07/04/05 16:05
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Luogo di residenza: Portus Naonis

MessaggioInviato: Mar Mag 29, 2007 15:22    Oggetto:
 
immagino che quando sei sulla neve te la porti sempre dentro, ben viva.

complimenti per la narrazione: molto emozionante. ciao
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@le Rispondi citando



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Luogo di residenza: padova

MessaggioInviato: Mar Mag 29, 2007 16:30    Oggetto:
 
Cacchio che storiaccia!!
Shocked
Mi associo ai complimenti di tutti per le emozioni che hai voluto condividere e per quelle che ci hai trasmesso!!

grazie
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La debolezza ha paura di grandi spazi, la stupidità ha paura del silenzio. Aprite gli occhi e le orecchie, chiudete le radioline, niente rumore, niente grida niente clacson. Ascoltate la musica delle montagne!!

Samivel
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Valentino_52 Rispondi citando



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MessaggioInviato: Mar Mag 29, 2007 16:47    Oggetto:
 
Ciao Giovanni!
Shocked Shocked Shocked Shocked
Ho le mani semi bloccate sulla tastiera per l'emozione che hai saputo trasmettere. Anche se a grandi linee mi avevi già raccontato della brutta avventura, leggerla ora, descritta così OTTimamente mi è sembrato di vedere un film e, come a Simon, mi sono venuti i brividi lungo la schiena.
Sono convinto che raccontare quanto successo, pur a distanza di anni, per te sia stato come rivivere le emozioni e le paure che si credono sfumate ma che ritornano nitide in queste occasioni.
Grazie anche per questo.
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"Le azioni più straordinarie sono quelle semplici e spontanee" (Grizzly 1-5-2010)
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menz Rispondi citando



Registrato: 01/03/06 12:46
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Luogo di residenza: Brescia - Pavia

MessaggioInviato: Mar Mag 29, 2007 16:56    Oggetto:
 
Era un po' che l'aspettavo Giovanni, da quando avevi scritto in "storie" quella frase sibillina dicendo forse "un giorno"

Meno male che tutto è finito bene, per te e per il tuo amico, peggio della morte forse c'è solo veder morire qualcun altro.
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Quando sei stanco, la strada del ritorno è in salita e il vento sempre contrario
Davide
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Loris Rispondi citando



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Luogo di residenza: Bolzano

MessaggioInviato: Mar Mag 29, 2007 16:56    Oggetto: Re: vivere per raccontarla.. (gabo)
 
giovannibusato ha scritto:



Val Caprara, parte alta, fotografata dall'Altopiano dei Fiorentini
blu: salita normale
rosso: percorso valanga: A)zona distacco B) zona seppellimento



A dir poco impressionante.
Solo chi crede in se stesso può avere il coraggio di tornare nel luogo dove ha vissuto un'esperienza di questo tipo.

P.S. è a causa dell'emozione credo tu abbia invertito i punti A e B sulla foto.

Loris
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Non ci sei mai arrivato veramente, se non ci sei andato a piedi.
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enrico r. Rispondi citando



Registrato: 06/04/05 15:03
Messaggi: 2619
Luogo di residenza: Padova

MessaggioInviato: Mar Mag 29, 2007 16:59    Oggetto:
 
Giovanni, è difficile trovare le parole... Una vicenda impressionante.
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enrico r.
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