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Favole nel bosco: La via di Jacob

 
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CesareCT Rispondi citando



Registrato: 28/04/06 09:42
Messaggi: 685
Luogo di residenza: Pordenone

MessaggioInviato: Mar Ago 28, 2007 0:39    Oggetto: Favole nel bosco: La via di Jacob
 
Nonostante lo scarso feeling di quest'anno con i concorsi pubblici, ci ho voluto riprovare ancora, questa volta però addirittura con uno letterario, il cui titolo è "Favole nel bosco", fiabe, favole racconti dedicati all'ambiente di Piancavallo e delle Dolomiti Friulane.
Tema di quest'anno è il lupo.
Inutile dire che nello scrivere il racconto abbia anche sfruttato le mie conoscenze scialpinistiche.. Wink

Buona lettura!!!


La via di Jacob

Le ultime ore di buio di una notte di luna nuova videro il capobranco far ritorno nella tana, una cavità incastonata in una balza rocciosa all’interno di un bosco misto composto da faggi e da larici. Il branco non era numeroso, anzi. C’erano solo lui e lei, una coppia di lupi proveniente dalla foresta del Cansiglio.
Le stelle della volta celeste, di un luccichio nitido, dai riflessi color dell’iride, si stavano spegnendo gradualmente lasciando spazio al mattino e all’astro più luminoso, il sole.
Un vento fresco e deciso lambiva le vette e creste soprastanti. Erano i primi di maggio ma la neve, come al solito, ricopriva ancora candidamente la Val Piccola, perla selvaggia nel cuore del gruppo del Cavallo.
L’anfiteatro di pareti dominate dal Monte Cavallo (detto anche Cimon del Cavallo o più comunemente Cima Manera) e incornicianti la Val Piccola, si colorarono dapprima di violetto e poi all’improvviso si infiammarono di un’arancione intenso, spettacolare fenomeno regalato dal sole detto anche “enrosadìra”.
La lupa scelse questo come momento per partorire due splendidi lupacchiotti, Jacob e Cristina.
I due lupetti, già dopo qualche settimana, iniziarono a uscire dalla tana, esplorando il territorio attorno, annusandone gli odori, entrando in confidenza con esso. Le ultime lingue di neve primaverile, molto simile a granatina, erano il loro terreno di gioco preferito: scivolate e ruzzoloni offrivano loro un gran divertimento e allo stesso tempo contribuivano ad accrescere l’agilità e l’equilibrio, doti preziose e fondamentali in montagna.



Il territorio offriva cibo e acqua in abbondanza. La sorgente del Tornidor, ai piedi della confluenza tra la Val Piccola e la Val Grande offriva infatti acqua fresca anche in inverno ed era il punto di riferimento prediletto per tutti gli animaletti del bosco.

I due lupacchiotti crebbero. Diventati grandi e autosufficienti, un giorno, i genitori decisero di partire verso altre località: il Còllio Friulano li attirava. Cristina si unì a loro. Jacob invece, preferì rimanere, la montagna gli piaceva troppo. Ora inoltre conosceva alla perfezione tutto il territorio e almeno per il momento l’idea di partire non lo attirava.
Il giovane lupo non rimase solo a lungo. Infatti di lì a poco fece amicizia con un orso, di nome Bahadua. Un giramondo simpaticone fuggito da un circo dove faceva il giocoliere. Gli uomini lo trattavano bene ma la libertà di andare a spasso per boschi era un qualcosa di grandioso che gli apparteneva e di cui desiderava ardentemente riappropriarsi. Nel bel mezzo dello spettacolo in quel di Salisburgo, invero, dopo aver fatto roteare delle arance, fece un inchino verso il pubblico e si involò su per i boschi. Passato lo stupore iniziale, i suoi padroni lo inseguirono di corsa ma... non ci fu nulla da fare, la libertà corre più veloce!

L’insolita coppia di amici si muoveva in sintonia. Bahadua era un orso vegetariano e non era raro che scovasse ed offrisse qualche buona erba e bacca a Jacob. Il lupo, affascinato dal rispetto dell’orso nei confronti degli altri animaletti del bosco, pensò: "Se ce la fa lui, ce la posso fare anch’io!". Ecco dunque che il lupo diventò completamente vegetariano. Per completare la dieta, oltre a mangiare bacche ed erbe, Jacob, dal fiuto finissimo, compiva anche delle capatine in pianura, in un campo di un contadino di Costa d’Aviano dove riusciva a trovare mele, patate, pannocchie, fichi e carrobole. Dalla terra e dagli alberi, Jacob prendeva solo ciò di cui aveva bisogno.
Il contadino era molto geloso del suo raccolto ma le visite di Jacob non lo impensierivano in quanto i danni apportati dal lupo erano irrisori. Una notte inoltre, Jacob aveva tenuto a bada e messo in fuga, abbaiando e digrignando i denti, un gruppo di cinghiali ingordi che avevano tutta l’intenzione di devastare il campo di patate. Il contadino, dalla finestrella del fienile, pronto con la forca per intervenire, aveva visto tutta la scena e da quel momento in poi era rimasto riconoscente nei confronti di quello strabiliante lupo.
Nel risalire la dorsale verso il Pian del Cavallo, Jacob era solito tenere tra le mascelle una grossa mela per Bahadua. L’orso ne era ghiotto ed apprezzava molto!
Ancora oggi guardando la montagna dalla pianura è visibile il percorso che compiva il lupo. Sulla dorsale che da sopra Costa sale verso il Monte Caseratte infatti appare chiara una fascia verdissima e priva di alberi: la via di Jacob.



Tutto scorreva tranquillo. Una sera però, dalla vicina Val Salatis, giunse un gruppo di lupi con delle intenzioni non tra le migliori: volevano infatti ingrandire il loro territorio spodestando ogni eventuale altro lupo. Il branco, sceso cauto in fila indiana dalla maestosa Val Grande, dopo una attenta perlustrazione, localizzò il lupo che dominava il territorio. I nuovi arrivati, in breve si schierarono a semicerchio attorno a Jacob e, dopo essersi fissati negli occhi, immobili, per alcuni interminabili secondi, con degli sguardi in grado di sondare e percepire i pensieri più reconditi dell’anima, iniziarono, uno alla volta, a simulare degli attacchi per testarne le reazioni.
Un’ eventuale fuga di Jacob avrebbe sancito la vittoria del nuovo branco con conseguente perdita del territorio. Ma Jacob, che nella notte risaltava di più per la sua magnifica pelliccia color grigio-bianco, resisteva immobile, a petto in fuori e con portamento fiero. Non aveva alcuna intenzione di cedere.
Bahadua era poco distante e vedendo la situazione pensò tra sè: " Il ragazzo lo vedo in forma, determinato, alla lunga i lupi desisteranno e se ne andranno però io avrei anche voglia di andare a dormire e dato che il sonno è sacro so io come accelerare i tempi e ribadire il concetto...eh eh...". Quatto quatto, silenziosamente e con movimenti felini, l’orso arrivò dunque alle spalle di Jacob, indi si eresse imponente sulle zampe posteriori e, inspirata l’aria necessaria, sfoderò un potentissimo e rimbombante:
"G r o o a a a a r r r r ".
A quella visione, il branco di lupi, visibilmente scosso e con gli occhi sbarrati, senza pensarci due volte, scappò a zampe levate ripetendo in coro: "Mai più-uuuuuuuuuu!".
Jacob tirò un sospiro di sollievo e non si dimenticò di ricompensare l’amico con un bella mela.

Nelle notti di luna piena e in quelle prettamente antecedenti in cui il disco lunare illumina alla perfezione la montagna, Jacob si posizionava su delle cime arrotondate dalle quali ululava affidando così al cielo i suoi richiami d’amore. Lo Zuc Torondo, il Col Cornier, il Col Ceschet e il Col del lovo (il quale significa proprio Col del lupo) in Castaldia erano le sue postazioni preferite.



Il silenzio però regnava solenne, la risposta che Jacob cercava ancora non arrivava.
Il tempo passava in fretta. Per Bahadua era venuto il momento di cambiar aria, nonostante l’amicizia con Jacob era pur sempre un orso giramondo. Da degli scoiattoli aveva sentito il racconto di molti posti carini da visitare: foreste incantate di profumatissimi cirmoli, laghetti alpini dalle acque trasparenti dove fare il bagno, grotte accoglienti e calde... insomma cose che un orso deve provare!
I due amici dunque si salutarono ma non con un addio, facendo loro un insegnamento sentito da un saggio gufo reale il quale affermava che “nella vita ci si incontra sempre due volte”.

La vita di Jacob proseguiva serena: i canti dei cuculi, dei fringuelli, delle cince, le corse in amicizia con cervi, lepri e caprioli, lo tenevano sempre attivo e in compagnia pur essendo senza una compagna.
Una notte però ci fu la sorpresa. Ad uno dei suoi ennesimi richiami al chiaror di luna rispose un ululato femminile proveniente dalla Val Càltea. Si chiamava Nela, una stupenda lupa dalla pelliccia color marrone-rossiccio, dal viso affusolato e furbo.
Nela si trovava in un territorio a lei sconosciuto ma non era per nulla intimorita.
Anche l’eco degli ululati che la montagna restituiva si sentiva bene.
In breve i due lupi si trovarono di fronte uno all’altro. Gli occhi di entrambi si illuminarono.
Passato qualche istante di silenzio, Jacob, con ardimento, aprì le danze del corteggiamento.
Inseguimenti rincorrendosi in cerchio, spinte col muso, finte del corpo, leggeri tocchi con le zampe, mugolii, inchini, balzi... insomma un repertorio di gesti amorosi da antologia si susseguì ininterrotto nel cuore della notte ai piedi del Monte Cavallo. I due lupi, dopo qualche ora, esausti ma contenti, si addormentarono teneramente muso accanto a muso sigillando così una nuova e solida unione.



Al primo crepuscolo, Jacob, svegliatosi con l’ espressione di chi ha vissuto un sogno, tra il vapor acqueo mattutino che saliva verso il cielo, scorse Bahadua sopra un dosso all’orizzonte.
I due si salutarono con un cenno d’intesa della testa.
Jacob, felicemente sorpreso, ripensando all’incontro con Nela avvenuto solo qualche ora prima, capì il motivo della visita dell’amico. Proprio Bahadua infatti, in uno dei suoi vagabondaggi tra i boschi, vedendo una lupa dai modi delicati e pure lei amante di tutte le creature del bosco le ha raccontato e segnalato la presenza di un lupo simile che viveva ai piedi di una maestosa montagna a due passi dalla pianura.
Il vecchio orso aveva fatto centro ancora una volta.
E Jacob, tanto per cambiare, era in debito di un’altra mela.

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Sulla neve farinosa si fluttua,
sulla neve trasformata si gioca a biliardo,
sulla crosta......si prende atto!
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giovannibusato Rispondi citando



Registrato: 09/03/06 16:03
Messaggi: 2160
Luogo di residenza: Paesello

MessaggioInviato: Mar Ago 28, 2007 7:47    Oggetto:
 
bel racconto cesare!
mio nipote ne sarà felice.
.. l'orso è il mio animale preferito..
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giovanni
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LucaGPS Rispondi citando



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MessaggioInviato: Mar Ago 28, 2007 8:45    Oggetto:
 
Complimenti Cesare.
Bellissima storia! Cool Cool Cool Cool
Stasera la Stampo e la leggo a Francesca.
Ciao e grazie per la nuoca chicca! Wink
Luca
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C’era un tizio racconta l’autista, che saliva con lo zaino, sci e scarponi, sorriso dolce sul viso bianco di crema solare..non l’ho più visto, forse si è stancato ed è andato altrove. Stancato? Guardo verso le montagne che scintillano più del solito.
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Valentino_52 Rispondi citando



Registrato: 21/02/06 09:49
Messaggi: 7323
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MessaggioInviato: Mar Ago 28, 2007 8:52    Oggetto:
 
giovannibusato ha scritto:
bel racconto cesare!

.. l'orso è il mio animale preferito..


Quoto! Wink Wink Wink
Grazie Cesare per la "chicca"!
_________________
"Le azioni più straordinarie sono quelle semplici e spontanee" (Grizzly 1-5-2010)
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casmau Rispondi citando



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Messaggi: 8395
Luogo di residenza: Roma, Appennino

MessaggioInviato: Mar Ago 28, 2007 16:39    Oggetto:
 
Valentino_52 ha scritto:
giovannibusato ha scritto:
bel racconto cesare!

.. l'orso è il mio animale preferito..


Quoto! Wink Wink Wink
Grazie Cesare per la "chicca"!


Cesare complimenti, davvero una bellissima favola.
Pur essendo un'amico dell'orso, ho una grande ammirazione per i lupi.
Ho avuto la fortuna e l'onore di incontrare tanti anni fa, nel Parco d'Abruzzo un vecchio esemplare solitario, con il manto in pessime condizioni, ma con la sua fierezza intatta. Quando ci ha visti, si è portato più in alto, con lentezza ma agile e silenzioso. Io e la mia compagna non abbiamo fiatato, ma la cosa più incredibile la mia cagnetta, che non ha ne abbaiato ne si è mossa. poco dopo è scomparso alla ns. vista.
Ho sempre pensato che stesse cercando il tempo e il luogo per morire.
Ciao
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Bebebeu Rispondi citando



Registrato: 08/04/07 15:22
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MessaggioInviato: Mar Ago 28, 2007 22:17    Oggetto:
 
Bravo Cesare..OTTima chicca! Veramente scritta bene sta favoletta...e gli schizzi sono come sempre strepitosi Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy ....MI fanno sempre sorridere, come quelli del tuo libro "Le 35 chicche di Cesare"....

Vai, continua così.... Wink Wink Wink
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Maurizio Gambarin
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Loris Rispondi citando



Registrato: 07/01/07 17:43
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MessaggioInviato: Mer Ago 29, 2007 20:47    Oggetto:
 
Bella Cesare.

Loris
_________________
Non ci sei mai arrivato veramente, se non ci sei andato a piedi.
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