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jj6 Rispondi citando



Registrato: 19/03/07 14:09
Messaggi: 2402
Luogo di residenza: New Delhi - India

MessaggioInviato: Lun Nov 26, 2007 15:26    Oggetto:
 
Z ha scritto:
....
....Da lì è nata l'India moderna, che, per chi non lo sa, è la più grande democrazia del mondo (con i suoi pregi e difetti, naturalmente).


... naturalmente ....
ciao Z
_________________
E allora... MOLLALI !!!!!! CARLO
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Z Rispondi citando



Registrato: 27/03/06 18:32
Messaggi: 859

MessaggioInviato: Lun Nov 26, 2007 20:38    Oggetto:
 
ciao jj Very Happy

come prima cosa posto uno scritto, che io trovo chiaro e concreto. Ho visto che anche Viktor in un altro topic ne citava delle parti. Credo valga la pena di leggerlo tutto, senza lasciarsi prendere da pregiudizi pro o contro chi l'ha redatto possibilmente... Wink

Citazione:
Carta dei valori delle montagne d'Europa
di Reinhold Messner

Le regioni montane d'Europa (sopra i 500 m di quota: Alpi, Appennini, Pirenei, Sierra Nevada, Carpazi, aree di mezza montagna in Gran Bretagna, Francia, Italia, Belgio, Germania, Svizzera, Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Spagna, Portogallo, Alpi dinariche, montagne della Scandinavia, Grecia e Bulgaria), oltre al clima, alla varietà geografica e al richiamo come luoghi di cura, di riposo e di svago, presentano strutture socio-economiche simili tra loro, grazie alle quali rappresentano un elemento unificante in seno all'Unione europea (UE).

La loro importanza, per l'UE di oggi come per quella allargata, non va ravvisata soltanto nei problemi tipici di queste aree, ma anche nei pregi che le accomunano: la funzione di riserve d'acqua e di energia idrica, le loro caratteristiche in quanto ecosistemi, aree di biodiversità, luoghi di riposo, di quiete e di ricupero delle energie fisiche, i loro spazi aperti alla fantasia, ricchi di identità proprie e culturalmente diversificate, e infine le loro risorse agricole (razze tradizionali di animali domestici, piante commestibili, aromatiche e officinali ecc.).

Le aree montane rappresentano un terzo della superficie dell'UE. Oltre alle sfide che affrontano a livello locale, queste zone hanno in comune anche le prospettive di soluzione dei loro problemi. Va dunque sviluppata una concezione globale e transfrontaliera, rispondente alle esigenze di sostenibilità e in grado di garantire posti di lavoro: solo così, sarà possibile difendere le caratteristiche di maggior pregio di queste zone, per assicurare i mezzi di sussistenza alla popolazione locale e garantire aree di sfogo, di rigenerazione e di svago agli abitanti dei centri urbani. La posta in gioco è la salvaguardia delle aree montane come spazi di vita.
Il "decalogo dei valori" delle aree montane, discusso nel 2002 — che sarà proclamato anno della montagna — dovrebbe costituire uno stimolo per la creazione, nell'ambito dell'UE, di condizioni quadro per riaffermare la reale importanza di tutte le zone montane.

2. Il mantenimento e la cura di queste regioni montane va a beneficio di tutti gli europei. È in gioco infatti la tutela delle acque, la salvaguardia di spazi per il riposo e il tempo libero, la produzione di alimenti sani di elevato valore nutritivo, e infine la difesa di un polmone verde, a vantaggio delle zone vicine ad alta concentrazione abitativa in particolare, e dell'intero territorio dell'UE in generale.

3. Il presupposto fondamentale e irrinunciabile per tutte le attività necessarie alla salvaguardia del paesaggio rurale montano è la presenza di una popolazione locale stabile, che abbia la possibilità di organizzare e configurare autonomamente e responsabilmente i propri spazi di vita.

4. Per quanto attiene all'alta montagna sopra il limite boschivo, divenuta accessibile al turismo solo dopo l'avvento delle moderne infrastrutture, il valore di queste zone sta nell'ampiezza degli spazi, nel silenzio e nei grandiosi, incontaminati paesaggi. E anche nei rischi che presentano.

5. Questi valori, benché apparentemente privi di ogni carattere utilitario, vanno protetti, e non soltanto perché nell'ambito dell'UE si stanno facendo sempre più rari. È indispensabile salvaguardare l'integrita' di questo mondo dell'alta montagna, che rischia di andare irrimediabilmente perduto se non si pone un termine alla creazione di infrastrutture. È quindi imperativo fermare la costruzione di nuovi impianti ad alta quota.

6. Non si dovrebbero facilitare ulteriori incursioni in queste regioni d'alta montagna con l'impiego delle moderne tecnologie e infrastrutture. Chi vi si reca facendo uso delle proprie energie, autonomamente e responsabilmente, astenendosi dal lasciare dietro di sé tracce durevoli, impara presto a rispettare il valore della natura incontaminata e a difendere questi spazi a rischio.

7. Solo una politica di insediamenti decentrati, orientata verso l'uso sostenibile delle aree montane al di sotto del limite boschivo, puù renderle raggiungibili, accessibili e percorribili, creando così, le condizioni di base per potervi soggiornare, rigenerare le proprie energie e vivere l'esper ienza della natura. Per garantire inoltre anche alla popolazione locale una buona qualità della vita è necessario che i percorsi di transito siano concepiti in modo da ridurre al minimo l'inquinamento acustico e le varie forme di contaminazione e nocività.

8. Reinhold Messner ravvisa la chiave della salvaguardia delle sue aree montane in un approccio contestuale, che tenga conto dei problemi della vita locale, della cura del paesaggio nel rispetto del suo retaggio culturale, così come della necessità di difenderlo dall'invasione dell'ultrastrutture. Sono queste le condizioni indispensabili perché a lungo termine la montagna possa rimanere fruibile, anche a scopo turistico. L'abbinamento tra agricoltura ecologica e turismo rappresenta la chiave per uno sviluppo locale sostenibile. La cooperazione interregionale delle zone di montagna dovrebbe essere promossa e un'ampia dimensione di autogoverno dovrebbe trovare riconoscimento nelle istituzioni dell'UE.

9. Solo la difesa del retaggio culturale regionale, dei valori paesaggistici e dell'ineguagliabile bellezza dei panorami alpini possono garantire la sostenibilità alle popolazioni montane e promuovere la loro consapevolezza dei valori che custodiscono, grazie all'identificazione con i propri spazi di vita.

10. Esiste un rapporto di reciproca necessità tra le regioni montane ei centri ad alta concentrazione abitativa. La montagna rappresenta una valida difesa contro le calamità naturali per le aree di pianura e per i centri urbani, a condizioni che con il loro aiuto sia salvaguardato il suo equilibrio e garantita la sussistenza delle comunità montane. In un suo documento del 1999, intitolato "Prospettive di sviluppo degli spazi europei" (European Spatial Development Perspective — ESDP), l'UE ha stabilito che per uno sviluppo sostenibile, l'Europa ha bisogno di una struttura economica e abitativa concepita in vista di un "uso equilibrato dei suoi spazi". Un ulteriore spopolamento delle aree montane, con la conseguenza di una crescente concentrazione della popolazione nelle aree urbane, non può che avere conseguenze negative. Perciò l'UE attua le misure necessarie per contrastare uno sviluppo di questo tipo.

La maggior parte delle regioni montane extracomunitarie — che spesso sono situate lontane dai centri cittadini — ha, per le condizioni socioeconomiche della popolazione locale, altri problemi rispetto a quelli che conosciamo in Europa. Gli approcci di soluzione che hanno elaborato i modelli europei possono trovare pertanto soltanto in pochissimi casi un'utile applicazione.

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Z Rispondi citando



Registrato: 27/03/06 18:32
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MessaggioInviato: Lun Nov 26, 2007 21:18    Oggetto:
 
di questo scritto a me piace soprattutto il concetto che la montagna è un tutt'uno di ambiente e delle popolazioni che la abitano, in un inscindibile e delicato equilibrio. E che questo insieme è un patrimonio per la collettività tutta, come i monumenti piccoli e grandi che testimoniano il nostro passato, come le culture locali e le tradizioni che rappresentano le nostre radici, come anche tante arti e mestieri ormai superati (?!)...
Tutte queste cose non possono rispondere solamente a una logica di mercato, di domanda e offerta, come del resto l'istruzione e la sanità.
E' un patrimonio comune e come tale va tutelato. E questa è una cosa fondamentale. Come ha già detto qualcuno, la vita in montagna, com'era una volta, era spesso povertà, freddo, fatica, isolamento, emigrazione. Non è un modello proponibile al giorno d'oggi. Nè il turismo è la soluzione di tutto, anzi. Il sudtirolo è per tanti versi un'oasi felice perchè oltre al turismo c'è tutto un mondo quotidiano di attività e di attaccamento ai luoghi che durano tutto l'anno e non solo pochi mesi.
Ce la fanno perchè ricevono una pioggia di soldi? Meglio! vuol dire che i miei soldi sono usati bene.
Piuttosto che vendano tutto e vadano via, come in Cadore per esempio, dove il bosco ormai arriva nelle cucine di case deserte per dieci mesi l'anno...
Credo sia giusto che ognuno dica la sua in proposito, chi ci vive e chi ci va saltuariamente. Nessuno deve avere mano libera di fare il cazzo che vuole badando solo alle sue tasche.
Faccio un esempio che a me sembra positivo: la val dei Mocheni. Penso che uno sviluppo turistico massiccio sarebbe anche possibile, ma estremamente dispendioso. Mi risulta che sia diventato il maggior produttore in Italia di frutti di bosco. Non so se questa coltivazione abbia controindicazioni e spero che la ricchezza che ne è scaturita non vada a vantaggio solo di pochi, ma ecco, a me sembra una grande idea.

Ognuno di noi ha una sensibilità diversa sia quantitativamente sia qualitativamente verso questi problemi. Chi crede nelle manifestazioni, chi crede nell'iniziativa personale, chi nelle organizzazioni, chi nell'informazione... Quel che sarebbe importante sarebbe collegare il cervello. E le orecchie. Ascoltare e pensare. E, potendo, agire.
Ricordando sempre che le soluzioni migliori sono quelle che uniscono al risparmio per la collettività anche quello del singolo (saremmo in tanti ad avere l'impianto a gas o a metano se non sapessimo di ammortizzarlo in un paio d'anni??? Wink )

E a volte serve anche l'intervento limitante del legislatore.
Ora non si fuma in nessun luogo pubblico e l'abbiamo accettato, con gradimento di tutti o quasi, compresi moltissimi fumatori. E ci sentiamo più civili quando in Austria entriamo in un ristorante e sentiamo l'orrido puzzo Very Happy .
Forse per esempio la chiusura totale di molte strade, almeno in certi periodi e/o in certi orari, sostituite dove possibile con l'uso di già esistenti impianti potrebbe alleggerire l'impatto e magari stimolare un modo diverso di muoversi che non dietro al volante.
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Z Rispondi citando



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MessaggioInviato: Lun Nov 26, 2007 21:22    Oggetto:
 
dimenticavo: scusate i pistolotti... mancavo da un bel po' Wink ero in arretrato! Laughing
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giovannibusato Rispondi citando



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Luogo di residenza: Paesello

MessaggioInviato: Mar Nov 27, 2007 8:57    Oggetto:
 
condivido l'analisi, l'ambiente alpino va tutelato ANCHE in funzione di chi ci abita, non a prescindere.. questo comporta superare modelli di sviluppo vecchi e dannosi (impianti, 2 case, strade turismi da motoslitta e quad) per cercare modelli moderni efficienti e poco impattanti (es. val dei Mocheni, anche utilizzando vecchi impianti in funzione se servono allo scopo; certo non farne di nuovi,..))
Sono dell'idea che la montagna è strettamente legata alle sue genti però, aggiungo, tutto questo non deve diventare un gigantesco "presepe"... un pò anacronistico al giorno d'oggi dove mezza umanità cambia, sperimenta e si sposta alla ricerca di condizioni migliori.
_________________
giovanni
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Andrea Rispondi citando



Registrato: 31/03/05 13:08
Messaggi: 1868
Luogo di residenza: Padova

MessaggioInviato: Mar Nov 27, 2007 9:45    Oggetto:
 
Z ha scritto:
di questo scritto a me piace soprattutto il concetto che la montagna è un tutt'uno di ambiente e delle popolazioni che la abitano, in un inscindibile e delicato equilibrio. E che questo insieme è un patrimonio per la collettività tutta, come i monumenti piccoli e grandi che testimoniano il nostro passato, come le culture locali e le tradizioni che rappresentano le nostre radici, come anche tante arti e mestieri ormai superati (?!)......
......


ehi Z!!
hai mai pensato di darti alla politica??
Wink Wink

Fuor di scherzo, lo scritto di reinoldo è abbastanza ovviamente condivisibile, altrettanto ovviamente poi si tratta di passare dalla teoria ai fatti....
Concordo anche con Giovanni, non si può trasformare la montagna in un presepe; credo che l'uso delle moderne tecnologie possa senz'altro essere utile in tal senso, penso alle possibilità di collegamento con il resto del mondo offerte da internet e rete in generale, telelavoro ecc..., alcune cose interessanti si fanno ad esempio nei paesi delle alèpi francesi...

Certo che se ci si trova ancora a combattere chi sostiene mezzi superati e dannosi come le funivie, le grandi strade o altre opere simili, è dura iniziare a costruire qualcosa di nuovo e di diverso....mi sembra che manchi ancora in gran parte una vera accettazione dei principi esposti nel documento di Messner...

per curiosità Z, a quando e che occasione risale quel documento?sembra una cosa elaborata per il parlamento europeo...

Andrea
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Z Rispondi citando



Registrato: 27/03/06 18:32
Messaggi: 859

MessaggioInviato: Mar Nov 27, 2007 10:21    Oggetto:
 
giusto. L'ha presentata al parlamento europeo nel 2002.
Anzi, se dopo ho un po' di tempo dò un'occhiata nel sito e vedo se c'è qualcosa anche sui successivi sviluppi.
E questo è un altro aspetto interessante secondo me: se a livello politico si riuscisse a trovare un indirizzo comune sovranazionale, per tutto l'arco alpino.
Peccato che la Svizzera non ci sia, perchè mi pare potrebbero dire assai.

La carta dei valori l'ho inserita, per intero, tale e quale, nel libro. Sperando che qualche climber duro e puro la leggesse. Come vi ho messo la proposta dei gardenesi per un'etica sull'apertura in dolomiti. E una breve storia delle Regole ecc ecc Sempre pensando a quel patrimonio di ambiente e cultura che dovremmo sentire comune.
Penso che pochi le abbiano lette ... Rolling Eyes
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eZy Rispondi citando



Registrato: 19/04/05 12:43
Messaggi: 1313
Luogo di residenza: Padova

MessaggioInviato: Mar Nov 27, 2007 10:57    Oggetto:
 
Z ha scritto:
E questo è un altro aspetto interessante secondo me: se a livello politico si riuscisse a trovare un indirizzo comune sovranazionale, per tutto l'arco alpino.

d'accordissimo ... e lo spunto è la visione allargata che Messner offre delle regioni montane al punto 2 dell Carta, come di un organismo delicato che vive in comunicazione, complessa ma non competitiva con gli altri territori

Codice:
Il mantenimento e la cura di queste regioni montane va a beneficio di tutti gli europei. È in gioco infatti la tutela delle acque, la salvaguardia di spazi per il riposo e il tempo libero, la produzione di alimenti sani di elevato valore nutritivo, e infine la difesa di un polmone verde, a vantaggio delle zone vicine ad alta concentrazione abitativa in particolare, e dell'intero territorio dell'UE in generale


Z ha scritto:
Ognuno di noi ha una sensibilità diversa sia quantitativamente sia qualitativamente verso questi problemi. Chi crede nelle manifestazioni, chi crede nell'iniziativa personale, chi nelle organizzazioni, chi nell'informazione... Quel che sarebbe importante sarebbe collegare il cervello. E le orecchie. Ascoltare e pensare. E, potendo, agire.
Ricordando sempre che le soluzioni migliori sono quelle che uniscono al risparmio per la collettività anche quello del singolo (saremmo in tanti ad avere l'impianto a gas o a metano se non sapessimo di ammortizzarlo in un paio d'anni??? Wink )

bello, Z Very Happy e sottolineo questo per tutto l'intervento che condivido e che raccoglie tutto il mio pensiero sul significato di essere partecipativi...

Su questo e per restare in tema col topic penso e ribadisco che la nostra attività, di frequentatori abituali e appassionati, rappresenti un osservatorio privilegiato, permanente e anche responsabile rispetto allo stato della montagna e le sue modificazioni (e di riflesso ma non secondariamente, a tutti i territori...) e tanto più incisivo se utilizzando i canali della partecipazione allargata e capillare che sono la rete e i forum ...
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