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casmau |
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Registrato: 04/10/06 18:00 Messaggi: 8395 Luogo di residenza: Roma, Appennino
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Inviato: Mer Ott 31, 2007 16:49 Oggetto: La Traccia nell' Anima- video |
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http://video.google.it/videoplay?docid=-4014003188393373515
La malattia prima e la convalescenza poi mi hanno dato quel tempo necessario per rimettere mano ad un'archivio di diapositive che ormai da anni giaceva li a consumarsi.
Queste sono immagini degli anni 70 e 90, eravamo giovani e sciescursionisti, anche il territorio era diverso, inverni più lunghi e più nevosi, c'erano meno strade, e i lunghi avvicinamenti obbligavano a bivacchi durissimi nei poveri e malmessi rifugi appenninici. Sciescursionisti che salivano fino alle alte quote su un terreno che allora era considerato esclusivo per lo scialpinismo, quindi posso dire che siamo stati tra i primi ad alzare il tiro di un modo di andare considerato solo per le medie quote. Tra i primi a sperimentare la tecnica del telemark. Durante la pausa estiva si perlustravano zone nuove, per conoscere la presenza di bivacchi e itinerari, l'inverno successivo si ripartiva.
Buona visione |
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LucaGPS |
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Registrato: 18/12/06 01:01 Messaggi: 6437 Luogo di residenza: Arco
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Inviato: Mer Ott 31, 2007 17:21 Oggetto: |
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Certo che dopo queste immagini, pensare ancora che la neve ci sia solo al Nord.
Un bel viaggio a ritroso nel tempo, chissà quanti dialoghi davanti al fuoco in quei bivacchi d'altri tempi.
Ciao ex dagli sci stretti
Comunque una volta il prestigioso Trofeo Mezzalana lo facevano con gli sci da fondo, e in discesa giù di "Raspa"
Ben vengano gli sci larghi, ma in fondo vi siete divertiti anche prima.
Luca _________________ C’era un tizio racconta l’autista, che saliva con lo zaino, sci e scarponi, sorriso dolce sul viso bianco di crema solare..non l’ho più visto, forse si è stancato ed è andato altrove. Stancato? Guardo verso le montagne che scintillano più del solito. |
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Valentino_52 |
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Registrato: 21/02/06 09:49 Messaggi: 7323 Luogo di residenza: TRENTO
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Inviato: Mer Ott 31, 2007 23:09 Oggetto: |
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Dal piano di sopra sentivo rotolare giù le grida della plastificata Simona Ventura, poi sono "entrato" nel tuo video e mi sono trovato alla deriva in una dimensione senza spazio e senza tempo e per 15 piacevoli minuti mi sono lasciato cullare dalle immagini e dai ricordi dei tempi passati.
Grazie _________________ "Le azioni più straordinarie sono quelle semplici e spontanee" (Grizzly 1-5-2010) |
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CesareCT |
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Registrato: 28/04/06 09:42 Messaggi: 685 Luogo di residenza: Pordenone
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Inviato: Mer Ott 31, 2007 23:14 Oggetto: |
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LucaGPS ha scritto: | chissà quanti dialoghi davanti al fuoco in quei bivacchi d'altri tempi.
Luca |
infatti , e dicci un po' Maurizio, era lì vero che nascevano le idee e i sogni di altre escursioni?
ps: il video l'ho visto come al solito, a spezzoni, ma questo non mi ha impedito di scovare queste due splendide immagini :
-la fierezza del cane
- uno spettacolare garofanino
_________________ Sulla neve farinosa si fluttua,
sulla neve trasformata si gioca a biliardo,
sulla crosta......si prende atto! |
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casmau |
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Registrato: 04/10/06 18:00 Messaggi: 8395 Luogo di residenza: Roma, Appennino
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Inviato: Gio Nov 01, 2007 19:46 Oggetto: |
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LucaGPS ha scritto: | Certo che dopo queste immagini, pensare ancora che la neve ci sia solo al Nord.
Un bel viaggio a ritroso nel tempo, chissà quanti dialoghi davanti al fuoco in quei bivacchi d'altri tempi.
Ciao ex dagli sci stretti
Comunque una volta il prestigioso Trofeo Mezzalana lo facevano con gli sci da fondo, e in discesa giù di "Raspa"
Ben vengano gli sci larghi, ma in fondo vi siete divertiti anche prima.
Luca |
Si Luca quei fuochi hanno contribuito alla ns. storia, come sempre nella storia dell'umanità, fin dal primo uomo che corse ad avvisare gli altri di aver scoperto una nuova fonte di energia.
Nel trofeo mezzalama gli sci da fondo servivano per essere più veloci, noi cercavamo la lentezza.
ciao |
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casmau |
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Registrato: 04/10/06 18:00 Messaggi: 8395 Luogo di residenza: Roma, Appennino
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Inviato: Gio Nov 01, 2007 19:49 Oggetto: |
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Valentino_52 ha scritto: | Dal piano di sopra sentivo rotolare giù le grida della plastificata Simona Ventura, poi sono "entrato" nel tuo video e mi sono trovato alla deriva in una dimensione senza spazio e senza tempo e per 15 piacevoli minuti mi sono lasciato cullare dalle immagini e dai ricordi dei tempi passati.
Grazie |
Credimi, non è una operazione nostalgia quello che mi ha spinto a salvare queste immagini, è soltanto la consapevolezza che tutte le piccole storie ne fanno una importantissima, quella della ns. umanità.
ciao |
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casmau |
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Registrato: 04/10/06 18:00 Messaggi: 8395 Luogo di residenza: Roma, Appennino
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Inviato: Gio Nov 01, 2007 19:52 Oggetto: |
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CesareCT ha scritto: | LucaGPS ha scritto: | chissà quanti dialoghi davanti al fuoco in quei bivacchi d'altri tempi.
Luca |
infatti , e dicci un po' Maurizio, era lì vero che nascevano le idee e i sogni di altre escursioni?
ps: il video l'ho visto come al solito, a spezzoni, ma questo non mi ha impedito di scovare queste due splendide immagini :
-la fierezza del cane
- uno spettacolare garofanino
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Cesare, non sai che gioia ritrovare questa immagine del mio amico cane pastore, è una storia bellissima e tragica, se riesco ve la racconterò, a testimoniare che gli animali hanno una loro autodeterminazione.
Grazie per avermi detto che quel fiore è un garofano selvatico, perchè ho fotografato senza sapere cosa.
ciao |
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casmau |
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Registrato: 04/10/06 18:00 Messaggi: 8395 Luogo di residenza: Roma, Appennino
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Inviato: Mer Gen 09, 2008 19:39 Oggetto: La storia del cane pastore che si licenziò |
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La storia di Duca, così chiamavo il bellissimo cane che Cesare ha estratto dal video, è semplice e tragica, allo stesso tempo è anche una straordinaria storia sul comportamento animale.
Il luogo sono i monti della Laga, versante laziale (Amatrice), il piccolo villaggio di San Tommaso, 10 case non di più. Due nuclei familiari stabilmente residenti, la famiglia di Antonio Putini era composta dalla moglie di origine nordiche e da 9 figli e un centinaio di pecore, e alcune mucche da latte. La moglie di Antonio era una donna incredibile, grande donna di montagna, grande lavoratrice e strepitosa cuoca. Nella sua grande e antichissima cucina tutta rigorosamente in pietra arenaria, compreso il piano dei fuochi c'era sempre qualcosa che fumava e mandava odori. Capitava spesso di essere più di 20 persone a tavola.
il camino era di quelli grandissimi, nelle serate più fredde era possibile stare seduti all'interno del camino almeno in 4 persone. Io avevo una piccola parte di questo antico casolare, che un'amico e parente di Antonio mi aveva affittato per circa 30 mila lire al mese. Antonio aveva 5 o 6 cani pastori, tra questi Duca, giovane, fiero, destinato ad essere il capo branco. Diventammo amici, spesso me lo trovavo fuori la porta, alcune sere stava con noi davanti al camino. Poi un giorno uscii con lo zaino in spalla e i miei sci, e iniziai a salire verso Pizzo di Sevo da solo in una bella giornata. Dopo 1 ora circa che salivo iniziai a sentire una presenza, ma non mi preoccupai più di tanto, capita quando si è soli. Ma poco dopo vidi Duca spuntare da una macchia, venne da me l'accarezzai e ripresi il cammino, pensando che sarebbe tornato dalle sue pecore, al suo lavoro. Invece continuava a seguirmi, gli gridai di tornare giù, non ci fu niente da fare. Arrivammo in cima, ci abbracciammo proprio come 2 amici. Mangiammo quel poco che sempre mi porto, gli offrii un po d'acqua. Io lo vedevo felice, pensai che essendolo io vedevo anche lui come me.
In discesa fu più complicato, pensò che avevo voglia di giocare, e mi veniva addosso abbaiando e ringhiando. Dovetti faticare molto a convincerlo che così era un casino, soprattutto per me. da quella volta ogni giorno che io portavo lo zaino lui ammollava il suo lavoro. Anche quando prima di salire usavo la macchina, perchè la neve o il percorso erano lontani da casa. Alcune volte mi seguì correndo dietro alla mia macchina. Non volevo farlo salire, perchè la cosa iniziava a preoccuparmi, sapevo che i pastori non scherzano con i cani che non seguono il gregge. Ma pensavo che antonio fosse un pastore più moderno, che capisse, così, iniziai a farlo venire in macchina con me, e la storia divenne una vera storia di amicizia. Incontrammo cinghiali, lupi, volpi, e lui era sempre li a farsi le sue storie, a rincorrere, era libero, lo eravamo insieme. Un giorno uscii di casa con lo zaino, andavo a far legna nelle vicinanze, non lo vidi, pensai che fosse impegnato nel suo lavoro. Stetti fuori parecchio. Quando tornai vidi gli altri cani, non lui. Più tardi incontrai Antonio, gli chiesi di Duca. Antonio mi guardò con quegli occhi chiari e profondi, e mi disse Duca non c'è più, non mantengo cani che non fanno il loro lavoro. Gli dissi, ma avevo già capito, lo hai dato via? No, gli ho sparato con il mio fucile. Perchè non me ne hai parlato prima di farlo, lo avrei preso con me, e ti avrei dato dei soldi per prenderne un'altro, risposi. Nel ns. lavoro funziona così, non teniamo cani per il piacere di averli, solo per il ns. lavoro. Lo aveva ammazzato davanti al branco, in modo che gli altri capissero, secondo la sua logica. |
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LucaGPS |
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Registrato: 18/12/06 01:01 Messaggi: 6437 Luogo di residenza: Arco
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Inviato: Mer Gen 09, 2008 20:04 Oggetto: |
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casmau ha scritto: | e mi disse Duca non c'è più, non mantengo cani che non fanno il loro lavoro. |
Agghiacciante
ha pagato con la Vita la sua voglia di Libertà.
Storia di Vita e Lavoro, comunque triste. _________________ C’era un tizio racconta l’autista, che saliva con lo zaino, sci e scarponi, sorriso dolce sul viso bianco di crema solare..non l’ho più visto, forse si è stancato ed è andato altrove. Stancato? Guardo verso le montagne che scintillano più del solito. |
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gianko |
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Registrato: 11/04/06 18:56 Messaggi: 4154 Luogo di residenza: Quebec City
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Inviato: Mer Gen 09, 2008 20:16 Oggetto: Re: La storia del cane pastore che si licenziò |
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casmau ha scritto: | La storia di Duca, così chiamavo il bellissimo cane che Cesare ha estratto dal video, è semplice e tragica, allo stesso tempo è anche una straordinaria storia sul comportamento animale.
Il luogo sono i monti della Laga, versante laziale (Amatrice), il piccolo villaggio di San Tommaso, 10 case non di più. Due nuclei familiari stabilmente residenti, la famiglia di Antonio Putini era composta dalla moglie di origine nordiche e da 9 figli e un centinaio di pecore, e alcune mucche da latte. La moglie di Antonio era una donna incredibile, grande donna di montagna, grande lavoratrice e strepitosa cuoca. Nella sua grande e antichissima cucina tutta rigorosamente in pietra arenaria, compreso il piano dei fuochi c'era sempre qualcosa che fumava e mandava odori. Capitava spesso di essere più di 20 persone a tavola.
il camino era di quelli grandissimi, nelle serate più fredde era possibile stare seduti all'interno del camino almeno in 4 persone. Io avevo una piccola parte di questo antico casolare, che un'amico e parente di Antonio mi aveva affittato per circa 30 mila lire al mese. Antonio aveva 5 o 6 cani pastori, tra questi Duca, giovane, fiero, destinato ad essere il capo branco. Diventammo amici, spesso me lo trovavo fuori la porta, alcune sere stava con noi davanti al camino. Poi un giorno uscii con lo zaino in spalla e i miei sci, e iniziai a salire verso Pizzo di Sevo da solo in una bella giornata. Dopo 1 ora circa che salivo iniziai a sentire una presenza, ma non mi preoccupai più di tanto, capita quando si è soli. Ma poco dopo vidi Duca spuntare da una macchia, venne da me l'accarezzai e ripresi il cammino, pensando che sarebbe tornato dalle sue pecore, al suo lavoro. Invece continuava a seguirmi, gli gridai di tornare giù, non ci fu niente da fare. Arrivammo in cima, ci abbracciammo proprio come 2 amici. Mangiammo quel poco che sempre mi porto, gli offrii un po d'acqua. Io lo vedevo felice, pensai che essendolo io vedevo anche lui come me.
In discesa fu più complicato, pensò che avevo voglia di giocare, e mi veniva addosso abbaiando e ringhiando. Dovetti faticare molto a convincerlo che così era un casino, soprattutto per me. da quella volta ogni giorno che io portavo lo zaino lui ammollava il suo lavoro. Anche quando prima di salire usavo la macchina, perchè la neve o il percorso erano lontani da casa. Alcune volte mi seguì correndo dietro alla mia macchina. Non volevo farlo salire, perchè la cosa iniziava a preoccuparmi, sapevo che i pastori non scherzano con i cani che non seguono il gregge. Ma pensavo che antonio fosse un pastore più moderno, che capisse, così, iniziai a farlo venire in macchina con me, e la storia divenne una vera storia di amicizia. Incontrammo cinghiali, lupi, volpi, e lui era sempre li a farsi le sue storie, a rincorrere, era libero, lo eravamo insieme. Un giorno uscii di casa con lo zaino, andavo a far legna nelle vicinanze, non lo vidi, pensai che fosse impegnato nel suo lavoro. Stetti fuori parecchio. Quando tornai vidi gli altri cani, non lui. Più tardi incontrai Antonio, gli chiesi di Duca. Antonio mi guardò con quegli occhi chiari e profondi, e mi disse Duca non c'è più, non mantengo cani che non fanno il loro lavoro. Gli dissi, ma avevo già capito, lo hai dato via? No, gli ho sparato con il mio fucile. Perchè non me ne hai parlato prima di farlo, lo avrei preso con me, e ti avrei dato dei soldi per prenderne un'altro, risposi. Nel ns. lavoro funziona così, non teniamo cani per il piacere di averli, solo per il ns. lavoro. Lo aveva ammazzato davanti al branco, in modo che gli altri capissero, secondo la sua logica. | pfiuuuuuu...pensavo se lo fosse mangiato...
a parte gli scherzi,non e' la prima volta che sento una storia del genere,per me cittadino e' incomprensibile che cio' accada ,ma mettendomi dalla parte del pastore riesco a trovarci una logica in tutto questo. _________________ Gianko
____________________________
il tempo che passa "piega" solo i pigri.... |
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casmau |
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Registrato: 04/10/06 18:00 Messaggi: 8395 Luogo di residenza: Roma, Appennino
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Inviato: Gio Gen 10, 2008 14:24 Oggetto: |
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LucaGPS ha scritto: | casmau ha scritto: | e mi disse Duca non c'è più, non mantengo cani che non fanno il loro lavoro. |
Agghiacciante
ha pagato con la Vita la sua voglia di Libertà.
Storia di Vita e Lavoro, comunque triste. |
mi ha fregato la storia personale di Antonio, nato a San Tommaso, dopo essersi sposato con Elvira si trasferì a Roma, dove visse e lavorò per parecchi anni, poi preso dalla nostalgia delle sue montagne, vendette la sua attività e tornò sulla Laga. Riprese a fare il suo antico mestiere, con metodi più moderni rispetto ai pastori della zona, ma non aveva perso quelle regole arcaiche, che in sostanza non possono tollerare un tradimento. Questo mi ha fregato nella storia con Duca. |
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