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[Storie] Questioni di nuvole

 
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CesareCT Rispondi citando



Registrato: 28/04/06 09:42
Messaggi: 685
Luogo di residenza: Pordenone

MessaggioInviato: Lun Mar 24, 2008 12:55    Oggetto: [Storie] Questioni di nuvole
 
-Guarda che domani partiamo prestissimo!-
Questa era la mia idea iniziale.
-Va bene va bene-, rispose mio padre.

Sabato ore 6: dalla finestra vedo il cielo sereno ma la montagna all'orizzonte appare ricoperta di nuvolaglia. Mi riaddormento dunque per rialzarmi con comodo alle 8.30.
Un'occhiata alle webcam in internet prima di partire può portare con sè conferme o sorprese. Infatti risulta:
- Piancavallo: molto nuvoloso,
- 5 torri a Cortina e Palafavera in Valzoldana: sole che spacca le pietre e pendii intonsi pieni di invitanti cristalli di neve scintillanti.

Il weekend previsto, tra sci e legna, è fissato in Piancavallo; l'avere un appartamento in montagna è una gran fortuna ma ti obbliga, se uno non lo vuole affittare, per forza di cose, a trascorrere molte delle tue giornate alpine lì.
Alle 9.30 partiamo dunque da casa.
Strada facendo, dopo esserci fermati per alcune spese, inizia a piovere intensamente.
Guidando l'auto mi sovvengono alla mente i pendii soleggiati di Cortina e della Val Zoldana. Mi sembra di dover andare sù controvoglia nel posto sbagliato e con il compagno sbagliato.
Butto là questa frase: -Andiamo a Cortina?-;
mio padre non mi risponde né sì né no ma vedo che sta prendendo in seria considerazione l'opzione. Il vedere che la nostra meta non è obbligata mi fa sentire molto più libero. Non vado oltre, questo mi basta. Ora so che mio padre è il compagno giusto e Piancavallo, pioggia, neve, nuvole, nebbia che sia è il posto giusto.
Infatti, non sciando, il far legna e il "buttar sù" sulla stufa è uno dei suoi passatempi preferiti. I locali di Cortina, per quanto accoglienti, non potrebbero mai dargli quella soddisfazione!
Confermo dunque sicuro Piancavallo prima che mi risponda. Non mi formalizzerò per il meteo, mica si può sempre sciare con il sole. Il buon scialpinista si forgia anche con le avversità atmosferiche.

Salendo per i tornanti, intanto la pioggia si quieta trasformandosi gradualmente in nevischio e poi in neve.
Arriviamo alle 11. Scarichiamo un po' di roba e accendiamo la stufa. La neve intanto scende ritmicamente. Lo sci può ancora aspettare. Dalla centralina al piano terra, pensiamo dunque di portare sùtutta la legna di riserva cosicché possa prendere aria sul poggiolo. Ecco dunque che 4 sacchi belli pesanti prendono il volo e vengono issati via carrucola.

E' mezzogiorno, se parto ora torno alle 3. Mangiamo subito dunque.
Per ragioni di pressione l'acqua tarda sempre a bollire, se poi qualcuno gli butta il sale prima non ne parliamo! Il pasto procede lento e abbondante. Ora tocca digerire. Verso le 3.15 preso anche da un certo abbiocco mi dico: -Se aspetto ancora, qui si fa notte-. Vestito dunque in velocità, calzo gli sci subito fuori del condominio e sotto un leggero nevischio mi fiondo per il bosco, arrivo alla Baracca del Sauc e da qui mi dirigo verso Casera Campo, lungo la strada Venezia delle nevi che percorre la dorsale Piancavallo-Cansiglio. Il cielo intanto all'orizzonte si apre, la pianura appare nel suo splendore tra i contrasti dei campi color verde acceso e marrone scuro. Da Pordenone in poi la terra è infuocata dal sole il quale vi getta tutti i suoi raggi, senza alcuna nuvola di mezzo. Quasi a perpendicolo, ancora in ombra dal fronte nuvoloso, appaiono nitide le ultime case di Dardago, da dove partivano a piedi e sci in spalla, una volta parcheggiate le biciclette, i pionieri dello sci in Piancavallo, fin dagli anni '20.
La salita lungo la vecchia strada ancora felicemente innevata prosegue con gioia. Convinto di continuare a trovare queste insperate condizioni meteo, girata l'ultima curva vengo però colto dal disappunto: le nuvole qui sono basse è la visibilità è molto ridotta. La selletta del Sauc non si vede ma viene da me ugualmente raggiunta.
In cielo le nuvole si rincorrono, qualche sporadica spennellata di blu sembra lasciare qualche speranza ma ormai non c'è più tempo: sono quasi le 6, non voglio far buio; è ora di scendere. La neve leggera mi permette una sciata agile che sarebbe stata molto più veloce se solo ci avessi visto di più. Ma non ci formalizziamo. Va bene così.

Nella notte, dopo qualche tira e molla con le nuvole, la luna piena vince e riesce a troneggiare stabile nel cielo. Seppure le previsioni meteo diano neve, molto probabilmente la mattina sarà sereno. E infatti è proprio così.




La domenica, mi alzo verso le 6.30, dalla finestra la giornata appare bella serena. Decido di ritardare la sveglia di un' oretta in quanto mio padre, nell'altra stanza, ronfava così di gusto che non mi andava di svegliarlo sotto i robotici passi delle suole in vibram. Fatta colazione mi ritrovo con gli sci in spalla alle 8.30, meta la Val Sughet, nel cuore del massiccio del Cavallo. L'orario è piuttosto tardo per lo sci primaverile, oggi però le condizioni sono quelle invernali, quindi teoricamente nessun problema per la tenuta della neve.
Per la neve infatti tutto ok, farinosa i primi 5cm, fondo duro sotto, semplicemente perfetta. E' il meteo invece che bisognava tenere in considerazione. Quasi all'uscita del ripido bosco di faggi, attraversato dai suggestivi primi raggi del sole del mattino, precisamente alle 9.44, un fronte nuvoloso color indaco, compatto, minaccioso, arriva all'improvviso da est oscurando completamente il sole.
Proseguo la salita, anche perchè la situazione sembra stabile, le nuvole non stanno né diminuendo ma neanche aumentando. Inoltre la linea tracciata in precedenza da due ciaspolatori mi dà un'enorme mano nell'identificare l'itinerario, da me percorso una sola volta e per giunta in estate.
Terminato il bosco, i pendii continuano a salire in modo superbo, tra pareti rocciose, larici e una vista mozzafiato sul Piano del Cavallo sottostante, inerpicandosi sempre più su fino a raggiungere la soglia della Val Sughet.
Dopo una breve pausa rifiatatrice proseguo, tenendomi sulla dx, salendo progressivamente lungo la valle, mai banale, tra lievi ondulazioni, incastonata tra imponenti bastionate di roccia dominate nella parte terminale dalla pala del Cimon del Cavallo.
Le nubi inaspettatamente han deciso di abbassarsi. Come se non bastasse dal Tremol una comitiva di almeno 4 scialpinisti scende in direzione del bosco da me appena risalito.
Mi arrabbio un po'. Dopo tutta la fatica che ho fatto, il primo di oggi con gli sci, la neve immacolata, la salita ultimata, la discesa pregustata su quei pendii vergini, ebbene non mi andava affatto di trovarmi la neve arata, in faccia a quel modo.
Stavo per togliere le pelli e fiondarmi giù a tutta ma poi ho pensato che loro non avevano colpa. Ero io semmai che dovevo rimproverarmi. Dovevo partire prima!
E così in una sorta di punizione, nonostante le nuvole si stavano abbassando pensai: -L'obbiettivo è percorrere tutta la Val Sughet e raggiungere la Forcella del Cavallo. Il tempo sta peggiorando? Meglio, così imparo! -.
E' proprio vero: il mattino ha l'oro in bocca, grande frase che non dovrò più dimenticare.

La luce ora risulta tutta omogenea, l'andamento del manto nevoso è difficile da determinare.
Ma proseguo convinto.
La visibilità intanto scende velocemente dapprima a 100m e poi via via fino a 20m e addirittura a 5-10m. I miei sci attraversano dossi, avvallamenti, contropendenze.
Superato un canalino sci in spalla e aggirato una sorta di grosso buco ben evidenziato da delle poderose rocce arrivo in un punto dove non vedo più nulla. Attorno a me tutto è bianco. Sono costretto a fare delle tacchette sulla neve con le racchette davanti agli sci per capire se quello che sto percorrendo è un dosso o un avvallamento. E inizia anche a nevischiare.
Potrei tornare indietro ma mi dico: -tanto peggio di così- e quindi seppur lentamente continuo la salita.
Di lì a poco, infatti, la visibilità ritorna sui 20 metri. Non avevo paura di perdermi in quanto la traccia da me lasciata era come il filo di Arianna, non essendoci vento o neve forti la via del ritorno sarebbe stata chiara e inequivocabile.

Arrivato a poca distanza dalla Forcella sento dei versi strani e sconcertanti, simili ma non troppo a quelli dei corvi: -CR-CR-CR-CR-CR-.
Vedo poi una pernice nascondersi tra una roccia e un'altra non visibile che la richiama.
Memore di un'altra occasione in cui ho disturbato due forcelli in amore preferisco non raggiungere la Forcella. Può bastare così.
Nel frattempo le nuvole, con mia gran sorpresa, quasi a ricompensa di non aver violato la zona delle pernici, si alzano lasciando intravedere un pallidissimo sole mentre la visibilità ritorna sui 100m.
Molto contento mi preparo dunque alla discesa.
Mangiata una mela, tolte le pelli, bevuto un succo d'arancia, mi avvio dunque sulle tracce del mio filo di Arianna il quale, con grande precisione, mi permette, nonostante la luce omogenea della neve, di percepire al volo pendii e avvallamenti, qualcuno costruito dalla natura con una perfezione e una linea tali da permettere dei signori salti, altro che half-pipe!
Raggiunta di nuovo e superata la soglia della valle, mi accorgo che la comitiva degli sciatori non ha violato la prima parte di pendii vergini, in quanto ha preso un'altro valloncello che va a congiungersi solo poco prima del bosco.
Gioia insperata.
Le mie curve libere veleggiano felici sulla soffice coltre nevosa.
Soddisfazione non scalfita nemmeno da qualche assestata grattata alle solette, opera di qualche passaggio ardito su alcune pietre affioranti semiricoperte di neve, nel bosco.
Per questo ambiente infine un suggerimento: se non si è sicuri del percorso, tra una traccia di sciatore e una di lepre seguire quest' ultima in quanto sa sicuramente di più il fatto suo.
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Sulla neve farinosa si fluttua,
sulla neve trasformata si gioca a biliardo,
sulla crosta......si prende atto!
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giovannibusato Rispondi citando



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Luogo di residenza: Paesello

MessaggioInviato: Lun Mar 24, 2008 19:15    Oggetto:
 
altra bella "chicca" Cesare..
che fai..? stai preparando la ristampa
riveduta e aggiornata????
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giovanni
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casmau Rispondi citando



Registrato: 04/10/06 18:00
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Luogo di residenza: Roma, Appennino

MessaggioInviato: Lun Mar 24, 2008 19:57    Oggetto:
 
sono così belle anche le nuvole, che qualche volta entrarci dentro, ci da una visione diversa della montagna, anche quando è una montagna di casa.

Ciao Cesare Belle Storie Wink
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http://scianarchik.blogspot.com/

http://vimeo.com/87710861

Di colpo tutta la mia facoltà di pensare si spegne.
Che sensazione piacevole! Ho forse dormito?
No sto facendo una gita con gli sci
H. Buhl
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Leo Rispondi citando



Registrato: 27/01/07 17:31
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MessaggioInviato: Lun Mar 24, 2008 20:06    Oggetto:
 
Grazie Cesare per la condivisione del tuo pensiero, si legge volentieri!!
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Valentino_52 Rispondi citando



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MessaggioInviato: Lun Mar 24, 2008 21:02    Oggetto:
 
Bella storia Cesare! Wink
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CesareCT Rispondi citando



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Luogo di residenza: Pordenone

MessaggioInviato: Lun Mar 24, 2008 23:11    Oggetto:
 
giovannibusato ha scritto:

che fai..? stai preparando la ristampa
riveduta e aggiornata????


eeeh se il libro fosse solo da aggiornare in formato digitale volentieri!!!
cmq sia se si deciderà di stampigliare le storie di ott (ndr: l'idea è di Giovanni) abbiamo una storia in più Wink
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LucaGPS Rispondi citando



Registrato: 18/12/06 01:01
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MessaggioInviato: Mer Mar 26, 2008 23:04    Oggetto:
 
La "Chicca" di Cesare!
Cool Cool Cool Cool
Ciao Poeta!
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C’era un tizio racconta l’autista, che saliva con lo zaino, sci e scarponi, sorriso dolce sul viso bianco di crema solare..non l’ho più visto, forse si è stancato ed è andato altrove. Stancato? Guardo verso le montagne che scintillano più del solito.
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