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Libertà di stampa?

 
Nuovo argomento   Rispondi    Indice del forum -> Magazine: tra cultura e informazione

ldl Rispondi citando



Registrato: 20/05/07 19:58
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MessaggioInviato: Ven Apr 16, 2010 16:25    Oggetto: Libertà di stampa?
 
cari amici, approfitto di questo spazio per segnalarvi un'incredibile vicenda giudiziaria. Il mio collega ed amico Alfredo Gasponi, critico musicale de "Il Messaggero", persona tra le più serie, preparate ed equilibrate che io conosca, è al centro di un'allucinante sentenza, arrivata alla corte d'appello di Roma. Dopo un'intervista pubblicata nel 1996 ad un grande direttore d'orchestra, che criticava la qualità dell'orchestra di Santa Cecilia, si è visto infliggere una sanzione per diffamazione l'iperbolica cifra di quasi mezzo milione di euro!!!!!!!!! un record nella giurisdizione italiana!!!!!! In facebook trovate il gruppo "Solidarietà ad Alfredo Gasponi", nel quale abbiamo inserito vari link di articoli di stampa che raccontano questa scandalosa vicenda. Vi prego di dare la massima diffusione anche ai vostri amici per far crescere il più possibile questo gruppo, perchè la vicenda non riguarda solo il collega, ma la libertà di stampa nel nostro disastrato paese.
Grazie di cuore per quello che potrete fare!
Luca
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ldl Rispondi citando



Registrato: 20/05/07 19:58
Messaggi: 326
Luogo di residenza: roma

MessaggioInviato: Ven Apr 16, 2010 16:29    Oggetto:
 
vi incollo al volo due articoli in proposito, per chi non vuole andare su facebook, tratti dal settimanale "Romac'è" e dal mensile "Il giornale della musica"

CATUCCI STEFANO
Gli effetti sul presente di una critica passata
AIfredo Gasponi, critico musicale , del "Messaggero", è stato condannato in appello a risarcire l'Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia con una cifra di 486.000 euro per avere pubblicato, nel 1996, un'intervista al direttore Wolfgang Sawallisch richiamata in prima pagina con un titolo non proprio diplomatico: A Santa Cecilia non sanno suonare (A "II Messaggero" sono stati richiesti oltre 2 milioni di euro per il «grave insulto al prestigio dell'Accademia»). Sono trascorsi quasi quindici anni dai fatti. Sawallisch aveva detto a Gasponi di essere preoccupato per l'intensivo ricorso a giovani appena usciti dal Conservatorio, spesso non all'altezza, per completare l'Orchestra con contratti precari. «Spero», continuava Sawallisch, «che durante i prossimi concorsi per i posti fissi in orchestra si possano trovare elementi nuovi veramente all'altezza». E concludeva: «Amo molto quest'orchestra e per il suo bene penso sia giusto dire la verità». Gasponi invitava a «riflettere» sulle parole di Sawallisch, l'anonimo titolista fece il resto in modo così grossolano da consentire a Sawallisch, . in seguito, di dare ragione a entrambe le parti. Agli orchestrali per non aver mai detto che non sapevano suonare, a Gasponi per aver riportato fedelmente il suo pensiero. La sentenza è sbalorditiva per il precedente che stabilisce e perché contraddice precedenti orientamenti della Cassazione. Sbalorditivo è però anche l'effetto-boomerang non previsto dall'Orchestra di S. Cecilia, o meglio dagli 80 professori d'orchestra che intentarono la causa, la maggior parte dei quali oggi in pensione. Dal 1996 a oggi S. Cecilia ha subito trasformazioni epocali, dall'Auditorium alla stessa qualità dell'orchestra. Le dichiarazioni di Sawallisch vennero notate allora solo dai lettori del "Messaggero". Oggi, riportate dai maggiori organi di informazione, circolano molto di più e per la tipica deformazione prospettica dei media sono schiacciate sull'attualità. La lettura distratta isola i ,, . tratti più vistosi, e così Ð tJo A Santa Cecilia 1 non sonno suonare "â diviene un mantra che copre quindici anni di distanza come se non fosse trascorso neppure un solo giorno. a Gli orchestrali di S. Cecilia, quelli di oggi, dovrebbero ribellarsi alla sentenza, prendere ufficialmente le distanze dai loro colleghi di un tempo, esprimere la loro solidarietà a Gasponi - critico musicale fra i più competenti, appassionati e corretti -, addebitare ai predecessori la responsabilità di avere amplificato il «grave insulto» originario. Altrimenti dovrà essere il pubblico di S. Cecilia a prendersi le sue, di responsabilità, e a prendere iniziative per manifestare il diritto di essere informato dalla critica.



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Libertà di critica?
L'incredibile vicenda del critico musicale Alfredo Gasponi

Critico musicale? Un mestiere oramai rischioso. Alfredo Gasponi, storico critico de «Il Messaggero», è stato condannato dalla corte d'appello di Roma a un risarcimento per oltre 500 mila euro, compresi gli interessi, per un servizio uscito nel 1996 sull'Orchestra di Santa Cecilia. Se ne è parlato in un incontro venerdì 10 aprile, a cui hanno partecipato il presidente della Associazione stampa romana, Fabio Morabito, il presidente della Federazione nazionale della stampa italiana, Roberto Natale, dell'Ordine regionale, Bruno Tucci, Paolo Butturini segretario dell'ASR, Sandro Cappelletto per l'associazione nazionale dei critici musicali, Vittorio Emiliani, tra l'altro già direttore de "Il Messaggero", e l'avvocato Chiocci. Il 9 marzo del 1996 Gasponi pubblica sul quotidiano capitolino un lungo servizio dove Wolfgang Sawallisch (nella foto) si lamenta di problemi intervenuti durante le prove con l'orchestra di Santa Cecilia per la presenza di troppi giovani aggiunti. Una intervista condotta con toni tutt'altro che scandalistici, da un giornalista come Gasponi noto per professionalità ed equilibrio e che alle parole del direttore tedesco affianca le repliche affidate alla voce degli stessi musicisti dell'orchestra e a quelle del presidente ceciliano Bruno Cagli. Insomma, un lavoro esemplare: senonché in un occhiello sulla prima pagina del quotidiano campeggia un titolo eccessivamente "pompato": «A Santa Cecilia non sanno suonare». Di qui per iniziativa di circa 80 musicisti dell'orchestra parte una querela per diffamazione, che nel suo secondo grado di giudizio condanna Gasponi al pagamento di 500 mila euro di danni. Ennesimo paradosso, poiché come collaboratore de «Il Messaggero» proprio lui non può fare alcun titolo, che spetta alla redazione e tanto meno i «lanci in prima pagina» che sono appannaggio dei redattori capo. Eppure la corte d'appello di Roma ha ravvisato in Gasponi la machiavellica mente che ha confezionato «un articolo volutamente scandalistico», distorcendo «il pensiero» di Sawallisch, nonostante il maestro abbia rilasciato una dichiarazione scritta in cui afferma che Gasponi non aveva travisato le sue parole. Una vicenda triste e meschina e un evidente vulnus alla libertà di stampa: alla palese ingiustizia si assomma il peso psicologico sostenuto nei 14 anni dei processi da Gasponi "colpevole" di aver svolto il suo lavoro, e che ci ricorda come in Italia esista una anacronistica legge sulla diffamazione di stampo autoritario secondo cui se il giornalista, pur dicendo la verità, dà un'immagine negativa di qualcuno può essere condannato. Ora toccherà alla cassazione dire la sua e di positivo, almeno per ora, c'è da segnalare l'interessamento delle organizzazioni della stampa, un invito ai giornalisti a non far cadere nell'ombra questa incredibile vicenda.( l.d.f.)
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ape277 Rispondi citando



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MessaggioInviato: Ven Apr 16, 2010 16:58    Oggetto:
 
Ciao
mi sono subito iscritto al gruppo Facebook.
Però sono molto preoccupato.
Anche se non sono un critico musicale, nel 2003 scrissi su un giornale trentino che la maggior parte degli insegnanti del locale Conservatorio non danno (affermazione verificabilissima) uno straccio di concerto ormai da decenni.
Anzi, probabilmente, chiamati a eseguire la scala di Do maggiore, non riuscirebbero nemmeno ad arrivare in fondo a quella.
(Questa affermazione non la scrissi, mi limitai a suggerirla).
Insegnanti di composizione dei quali non c'è letteralmente traccia in rete: non una pubblicazione, non un'esecuzione in pubblico.
...
Insomma, in definitiva, secondo te rischio? Question
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ldl Rispondi citando



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Luogo di residenza: roma

MessaggioInviato: Ven Apr 16, 2010 17:06    Oggetto:
 
che ti devo dire, caro ape Rolling Eyes ? a chi lo dici Confused Confused io invece sono un critico musicale e scrivo sullo stesso giornale di Gasponi, e puoi immaginare con che animo mi metto a scrivere dopo questa allucinante vicenda...Evidentemente ci sono dei pseudo musicisti che si sentono intoccabili, e non hanno l'intelligenza di capire che qualsiasi eventuale smentita la dovrebbero produrre davanti al pubblico (se sono capaci Confused ) e non affidarsi ad un giudice Evil or Very Mad
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ape277 Rispondi citando



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MessaggioInviato: Ven Apr 16, 2010 17:35    Oggetto:
 
ldl ha scritto:
qualsiasi eventuale smentita la dovrebbero produrre davanti al pubblico (se sono capaci)

Rolling Eyes Rolling Eyes Rolling Eyes

P.S.: è invariabilmente misero il risultato quando i musicisti vanno dal giudice:
http://www.recmusic.org/lieder/get_text.html?TextId=4525
E questo probabilmente è ancora oro rispetto alla cultura di oggigiorno!
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