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Ancora valanghe
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Capitano Rispondi citando



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MessaggioInviato: Lun Feb 27, 2006 11:55    Oggetto: Ancora valanghe
 
Dopo solo 1 settimana dalla valanga mortale sull'Altissimo di Nago, ci risiamo con il bollettino di guerra. Ieri 2 incidenti mortali in Alto Adige, ancora in Lombardia. La situazione sta finendo fuori controllo? La comunità degli sci-alpinisti ha qualcosa da dire o accettiamo tutto con tragico fatalismo?
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@le Rispondi citando



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MessaggioInviato: Lun Feb 27, 2006 12:12    Oggetto: Re: Ancora valanghe
 
Capitano ha scritto:
Dopo solo 1 settimana dalla valanga mortale sull'Altissimo di Nago, ci risiamo con il bollettino di guerra. Ieri 2 incidenti mortali in Alto Adige, ancora in Lombardia. La situazione sta finendo fuori controllo? La comunità degli sci-alpinisti ha qualcosa da dire o accettiamo tutto con tragico fatalismo?
Occhio alla penna e buone curve a tutti Razz !


Fatalismo?? ma non saprei forse un pò di fatalità dicasi anche sfiga c'è sempre xò è molto difficile fare una valutazione con le scarsissime informazioni che abbiamo dai media a riguardo di questi eventi, quello che possiamo dire è che c'era rischio 3/4 su tutto l'arco alpino e quindi se si voleva comunque muoversi bisognava valutare molto attentamente qualsiasi pendio ... purtroppo in questi ultimi anni lo sci-alpinismo e le altre attività correlate vedi ciaspe (altissimo di nago) e feeride (vedi cortina in settimana e ieri Arabba) hanno avuto un grosso bum che come sempre succede in italia dove siamo tutti autodidatti non sono seguiti da un giusto grado di "cultura" della montagbna invernale. Quello che mi fà un pò riflettere è che molto spesso finiscono sotto persone molto esperte e a volte succede che andando via tra "esperti" si tende un pò a prendersi qualche rischio mentre se hai con te un "neofita" ti senti responsabile e ponderi molto di più ogni scelta... questo è il mio pensiero ... ciao
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La debolezza ha paura di grandi spazi, la stupidità ha paura del silenzio. Aprite gli occhi e le orecchie, chiudete le radioline, niente rumore, niente grida niente clacson. Ascoltate la musica delle montagne!!

Samivel
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marco Rispondi citando



Registrato: 03/04/05 18:31
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MessaggioInviato: Lun Feb 27, 2006 12:39    Oggetto:
 
Forse la voglia di polvere a tutti i costi fa dimenticare le norme di prudenza che si conoscono.

Come già detto tante volte, la valanga non sa che tu sei un esperto.

Sull'ultimo n. di skialp c'è un articolo interessante del Cap. Cresta.

Se mi considerassi un esperto cercherei di valutare bene il pendio e la neve, dato che non lo sono mi limito a rinunciare alle gite in questo momento.

Riporto infine l'articolo di ieri


Domenica, 26 Febbraio 2006
Il Gazzettino

BELLUNO - Ricoperta da ottanta centimetri di neve, la guida ...

BELLUNO - Ricoperta da ottanta centimetri di neve, la guida viene salvata dal cliente che stava accompagnando lungo un percorso fuori pista e che l' aiuta a riportarsi in superficie. È accaduto ieri pomeriggio lungo un canalone che scende dalla Cima Ornella, sopra Arabba. La slavina, favorita dal rialzo termico e con un fronte di circa dieci metri, si è improvvisamente staccata a quota duemila metri, vicino alla stazione intermedia della cabinovia di forcella Europa. I due se la sono vista venire addosso. La massa nevosa ha investito Dario Segato, 40 anni, di Livinallongo che si trovava assieme all'escursionista padovano Davide Crescenzio, della stessa età. Come ha spiegato Marino Zorz, del Soccorso Alpino per la Zona di Porta Vescovo, che ha coordinato l'intervento delle squadre con i cani subito mobilitate, Segato, che è stato trascinato a valle per circa 200 metri su salti di roccia rimanendo coperto da una coltre di 80 centimetri di neve, ha salvato miracolosamente la vita. Potrebbe essere stato lui stesso, inavvertitamente, a determinare il distacco della slavina. Il suo compagno di viaggio ha dato l'allarme al 118, ma l'elicottero, ostacolato da nevischio e nebbia, non ha potuto effettuare l'atterraggio. Il padovano ha messo in ricezione il proprio dispositivo di allarme valanghe (Arva) e mentre si portava alle ultime propaggini della slavina ha intravvisto spuntare dalla neve gli airbag del sistema di galleggiamento utilizzati da Segato. È iniziato un frenetico lavoro di scavo che ha consentito al padovano di estrarre illesa la sua guida. Oltre a varie stazioni del Soccorso Alpino si erano già mobilitati i militari delle Truppe Alpine della caserma Gioppi di Arabba. Da giorni sull'arco dolomitico il rischio valanghe è alto (grado 3 su scala 5). Ed è sconsigliato lo sci fuori pista.
Tragedia sfiorata anche in Valle Aurina. Una valanga ha travolto un gruppo di scialpinisti nella zona montana di Luttago, nella parte settentrionale dell'Alto Adige, sono tutti salvi. Una rilevante massa di neve, ha investito il gruppo, solo uno di loro è rimasto sepolto. I compagni di escursione si sono immediatamente adoperati, riuscendo a liberarlo dalla neve, estraendolo ancora vivo, però privo di conoscenza.
Bruno De Donà
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Andrea Rispondi citando



Registrato: 31/03/05 13:08
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Luogo di residenza: Padova

MessaggioInviato: Lun Feb 27, 2006 13:40    Oggetto:
 
marco ha scritto:
BELLUNO - Ricoperta da ottanta centimetri di neve, la guida viene salvata dal cliente che stava accompagnando lungo un percorso fuori pista e che l' aiuta a riportarsi in superficie. È accaduto ieri pomeriggio lungo un canalone che scende dalla Cima Ornella, sopra Arabba. La slavina, favorita dal rialzo termico e con un fronte di circa dieci metri, si è improvvisamente staccata a quota duemila metri, vicino alla stazione intermedia della cabinovia di forcella Europa. I due se la sono vista venire addosso. La massa nevosa ha investito Dario Segato, 40 anni, di Livinallongo che si trovava assieme all'escursionista padovano Davide Crescenzio, della stessa età. Come ha spiegato Marino Zorz, del Soccorso Alpino per la Zona di Porta Vescovo, che ha coordinato l'intervento delle squadre con i cani subito mobilitate, Segato, che è stato trascinato a valle per circa 200 metri su salti di roccia rimanendo coperto da una coltre di 80 centimetri di neve, ha salvato miracolosamente la vita. Potrebbe essere stato lui stesso, inavvertitamente, a determinare il distacco della slavina. Il suo compagno di viaggio ha dato l'allarme al 118, ma l'elicottero, ostacolato da nevischio e nebbia, non ha potuto effettuare l'atterraggio. Il padovano ha messo in ricezione il proprio dispositivo di allarme valanghe (Arva) e mentre si portava alle ultime propaggini della slavina ha intravvisto spuntare dalla neve gli airbag del sistema di galleggiamento utilizzati da Segato. È iniziato un frenetico lavoro di scavo che ha consentito al padovano di estrarre illesa la sua guida. Oltre a varie stazioni del Soccorso Alpino si erano già mobilitati i militari delle Truppe Alpine della caserma Gioppi di Arabba. Da giorni sull'arco dolomitico il rischio valanghe è alto (grado 3 su scala 5). Ed è sconsigliato lo sci fuori pista.
Tragedia sfiorata anche in Valle Aurina. Una valanga ha travolto un gruppo di scialpinisti nella zona montana di Luttago, nella parte settentrionale dell'Alto Adige, sono tutti salvi. Una rilevante massa di neve, ha investito il gruppo, solo uno di loro è rimasto sepolto. I compagni di escursione si sono immediatamente adoperati, riuscendo a liberarlo dalla neve, estraendolo ancora vivo, però privo di conoscenza.
Bruno De Donà


...visto che i nomi ci sono già...

è curioso, il buon Davide è ben noto agli amici padovani, ed è anche lui aspirante guida....

quindi di sicuro non si trattava di "non esperti"....

tanto per ribadire il concetto che la valanga non sa se sei un esperto...

Comunque se avevano anche l'airbag vuol dire che sapevano di sciare su pendii a rischio, e questo, viste le condizioni di ieri, mi lascia mooolto perplesso....

Andrea
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marco Rispondi citando



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MessaggioInviato: Lun Feb 27, 2006 15:34    Oggetto:
 
per completezza ecco anche l'articolo odierno...


Il Gazzettino

«Così ho resistito sotto la valanga»
Parla la guida alpina travolta sabato e salvata da un collega.
Segato: «Coi clienti non rischiamo mai»

«Le guide alpine sanno bene dove si può e non si può andare con un cliente. Quando sei con un amico, che come Davide Crescenzio è come te guida alpina, capita di scegliere l'escursione in luoghi affascinanti. Uscendo da zone controllate dall'uomo, alla ricerca dell'avventura».Dario Segato, sabato mattina, è rimasto sotto a 40 centimetri di neve. Per sei minuti. Sciava fuori pista ad Arabba, nella zona di Porta Vescovo, quando una valanga lo ha travolto. A tirarlo fuori, prima che arrivasse l'elicottero del Suem, è stato Davide, il compagno di gita. Segato si mostra disponibile a ripercorrere l'incidente durante il free ride. Raccontandolo dal suo punto di vista: «Il mio amico Davide ed io eravamo liberi da impegni con i clienti e decidemmo per questa discesa. In ogni avventura c'è un piccolo rischio che bisogna essere in grado di gestire. Eravamo consapevoli. Ma, senza clienti, siamo voluti andare un po' più in là».Nato a Vicenza nel 1965 da quattro anni Segato vive a Livinallongo, precisamente a Saresei di Sotto. Organizza trekking himalayani e collabora con il Cnr nella gestione delle attività scientifiche che hanno come base la cosiddetta Piramide, ai piedi dell'Everest. Lì almeno due volte all'anno accompagna i nostri ricercatori. Mentre in stagione lavora come guida alpina nella zona di Arabba. Davide Crescenzo, invece, è guida alpina di Padova che opera fra Cortina ed Arabba.
L'attrezzatura di cui erano dotati i due era completa: Arva, pala, sonda. In più avevano lo zaino con Abs, ovvero due palloni arancioni che si gonfiano a mo' di air bag tirando una maniglia dello spallaccio: «Quando mi sono reso conto che la massa nevosa stava per travolgermi ho attivato questo sistema, poi ho nuotato. Sono riuscito così a non andare troppo sotto. Certo mi sentivo immobilizzato e l'impressione era di stare straiato. Dicono che chiunque si trovi sotto una valanga, anche se è a testa in giù, abbia questa sensazione. Davide, comunque, mi ha trovato proprio così, disteso. Ero tranquillo perché sapevo che il mio compagno era fuori dalla valanga e mi stava cercando». Dario Segato aveva mezz'ora di autonomia di respirazione in quanto teneva in bocca l'Avalung, sorta di membrana-boccaglio che funge da filtro per l'anidride carbonica. Le due guide sapevano di intraprendere una discesa di soddisfazione con rischio, anche se ponderato. Ed erano attrezzate: «Davide subito ha chiamato il 118, poi mi ha tirato fuori con la pala, senza usare l'Arva, perché mi aveva subito individuato grazie ad un pallone che era rimasto in superficie». Quando i soccorsi sono arrivati Segato era già fuori: «Tanto di cappello al Suem di Pieve di Cadore che è arrivato velocissimo-chiude il suo racconto Segato - anche se per gli incidenti da valanga come il mio ciò che conta è l'autosoccorso. Avere esperienza e strumenti tecnologici che si sanno ben utilizzare. Per fare in fretta». Senza l'avalung, ad esempio, i tempi di sopravvivenza sotto alla neve sono di 20 minuti. E non sempre, per quanto celeri, elicottero, cani e soccorritori con le sonde ce la fanno.
Daniela De Donà
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Andrea Rispondi citando



Registrato: 31/03/05 13:08
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MessaggioInviato: Lun Feb 27, 2006 17:40    Oggetto:
 
marco ha scritto:
per completezza ecco anche l'articolo odierno...


Il Gazzettino

«Così ho resistito sotto la valanga»
Parla la guida alpina travolta sabato e salvata da un collega.
Segato: «Coi clienti non rischiamo mai»

«Le guide alpine sanno bene dove si può e non si può andare con un cliente. Quando sei con un amico, che come Davide Crescenzio è come te guida alpina, capita di scegliere l'escursione in luoghi affascinanti. Uscendo da zone controllate dall'uomo, alla ricerca dell'avventura».Dario Segato, sabato mattina, è rimasto sotto a 40 centimetri di neve. Per sei minuti. Sciava fuori pista ad Arabba, nella zona di Porta Vescovo, quando una valanga lo ha travolto. A tirarlo fuori, prima che arrivasse l'elicottero del Suem, è stato Davide, il compagno di gita. Segato si mostra disponibile a ripercorrere l'incidente durante il free ride. Raccontandolo dal suo punto di vista: «Il mio amico Davide ed io eravamo liberi da impegni con i clienti e decidemmo per questa discesa. In ogni avventura c'è un piccolo rischio che bisogna essere in grado di gestire. Eravamo consapevoli. Ma, senza clienti, siamo voluti andare un po' più in là».Nato a Vicenza nel 1965 da quattro anni Segato vive a Livinallongo, precisamente a Saresei di Sotto. Organizza trekking himalayani e collabora con il Cnr nella gestione delle attività scientifiche che hanno come base la cosiddetta Piramide, ai piedi dell'Everest. Lì almeno due volte all'anno accompagna i nostri ricercatori. Mentre in stagione lavora come guida alpina nella zona di Arabba. Davide Crescenzo, invece, è guida alpina di Padova che opera fra Cortina ed Arabba.
L'attrezzatura di cui erano dotati i due era completa: Arva, pala, sonda. In più avevano lo zaino con Abs, ovvero due palloni arancioni che si gonfiano a mo' di air bag tirando una maniglia dello spallaccio: «Quando mi sono reso conto che la massa nevosa stava per travolgermi ho attivato questo sistema, poi ho nuotato. Sono riuscito così a non andare troppo sotto. Certo mi sentivo immobilizzato e l'impressione era di stare straiato. Dicono che chiunque si trovi sotto una valanga, anche se è a testa in giù, abbia questa sensazione. Davide, comunque, mi ha trovato proprio così, disteso. Ero tranquillo perché sapevo che il mio compagno era fuori dalla valanga e mi stava cercando». Dario Segato aveva mezz'ora di autonomia di respirazione in quanto teneva in bocca l'Avalung, sorta di membrana-boccaglio che funge da filtro per l'anidride carbonica. Le due guide sapevano di intraprendere una discesa di soddisfazione con rischio, anche se ponderato. Ed erano attrezzate: «Davide subito ha chiamato il 118, poi mi ha tirato fuori con la pala, senza usare l'Arva, perché mi aveva subito individuato grazie ad un pallone che era rimasto in superficie». Quando i soccorsi sono arrivati Segato era già fuori: «Tanto di cappello al Suem di Pieve di Cadore che è arrivato velocissimo-chiude il suo racconto Segato - anche se per gli incidenti da valanga come il mio ciò che conta è l'autosoccorso. Avere esperienza e strumenti tecnologici che si sanno ben utilizzare. Per fare in fretta». Senza l'avalung, ad esempio, i tempi di sopravvivenza sotto alla neve sono di 20 minuti. E non sempre, per quanto celeri, elicottero, cani e soccorritori con le sonde ce la fanno.
Daniela De Donà



..... questo articolo aumenta ulteriormente le mie perplessità....

Penso che la freerider-mania che sta dilagando ultimamente stia rincoglionendo le menti di più di qualcheduno...
Crying or Very sad Crying or Very sad

Ma che senso ha andare a fare una discesa dove sai già che il rischio è elevato, attrezzati come un palombaro sperando così di cavarsela???

Ma le guide alpine non dovrebbero essere quelli che sono in grado di muoversi nel territorio innevato con un buon margine di sicurezza???
e se durante la caduta sbatteva su di un sasso e si fracassava, a cosa gli serviva tutta la superdotazione di sicurezza?
.....la storia poi che siccome erano senza clienti hanno rischiato, mi fa proprio ridere....cioè se non sai valutare le condizioni per te stesso, le sai valutare per il cliente????
Confused Confused

Boh...

Andrea
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@le Rispondi citando



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MessaggioInviato: Lun Feb 27, 2006 18:04    Oggetto:
 
dai Andrea nn esagerare sò che tu da buon purista non ami l'ambiente "freerideers" ma non è quello il problema il disorso è che secondo me quando sei con qualcuno di esperto magari anche più di te si tende a prendersi qualche rischio in più a volte senza rendersene conto. Quando si va via coi corsi o nel loro caso coi clienti ti fermi molto prima di intravedere il pericolo quando vai per i fatti tuoi spesso ci arrivi molto vicino per fare la valutazione. Con questo non vorrei sembrare quello che osa senza valutare vi assicuro che non è così e solo quest'anno abbiamo rinunciato alla ns meta già 3 volte xchè abbiamo valutato che c'era troppo rischio e sabato scorso per non saper ne leggere ne scrivere ci siamo fatti un cuneo e anche se caricato in due sciatori non ha scaricato praticamente niente, siamo tornati indieteo lo stesso ... le due guide non sono per niente degli sprovveduti anzi e davide come dici tu è ben noto anche a chi frequenta il CAI e come dice lui hanno preso dei rischi ma io dico chi non li prende nella varie attività che facciamo?
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Andrea Rispondi citando



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MessaggioInviato: Lun Feb 27, 2006 18:20    Oggetto:
 
@le ha scritto:
dai Andrea nn esagerare sò che tu da buon purista non ami l'ambiente "freerideers" ma non è quello il problema il disorso è che secondo me quando sei con qualcuno di esperto magari anche più di te si tende a prendersi qualche rischio in più a volte senza rendersene conto. Quando si va via coi corsi o nel loro caso coi clienti ti fermi molto prima di intravedere il pericolo quando vai per i fatti tuoi spesso ci arrivi molto vicino per fare la valutazione. Con questo non vorrei sembrare quello che osa senza valutare vi assicuro che non è così e solo quest'anno abbiamo rinunciato alla ns meta già 3 volte xchè abbiamo valutato che c'era troppo rischio e sabato scorso per non saper ne leggere ne scrivere ci siamo fatti un cuneo e anche se caricato in due sciatori non ha scaricato praticamente niente, siamo tornati indieteo lo stesso ... le due guide non sono per niente degli sprovveduti anzi e davide come dici tu è ben noto anche a chi frequenta il CAI e come dice lui hanno preso dei rischi ma io dico chi non li prende nella varie attività che facciamo?


Non volevo criticare i due in particolare, ma l'andazzo generale per cui ultimamente con il miraggio "powder" a tutti i costi si tende a dimenticarsi le regole più elementari, e ad accettare rischi troppo elevati....insomma non mi piace vedere lo scialpinismo diventare un attività per pazzi estremi stile alaska solo perchè è molto "pubblicitario" così!!!

...poi quando leggo gli articoli e le interviste alle guide dopo gli incidenti, hanno sempre una giustificazione, invece sappiamo benissimo quanto spesso le guide siano coinvolte in incidenti di scialpinismo, anche con i clienti, negli anni sorsi vi sono stati numerosi casi e anche diatribe giudiziarie....

Andrea
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@le Rispondi citando



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MessaggioInviato: Lun Feb 27, 2006 18:37    Oggetto:
 
Andrea ha scritto:

Non volevo criticare i due in particolare, ma l'andazzo generale per cui ultimamente con il miraggio "powder" a tutti i costi si tende a dimenticarsi le regole più elementari, e ad accettare rischi troppo elevati....insomma non mi piace vedere lo scialpinismo diventare un attività per pazzi estremi stile alaska solo perchè è molto "pubblicitario" così!!!

...poi quando leggo gli articoli e le interviste alle guide dopo gli incidenti, hanno sempre una giustificazione, invece sappiamo benissimo quanto spesso le guide siano coinvolte in incidenti di scialpinismo, anche con i clienti, negli anni sorsi vi sono stati numerosi casi e anche diatribe giudiziarie....

Andrea


Ehi ma quanto acido hai in corpo??!!?? dai non essere così pessimista non mi pare che lo sci alpinismo stia diventando uno sport per pazzi estremi anzi, però è vero che sono in atto dei cambiamenti culturali che stanno modificando anche lo ski alp, la contaminazione freeride c'è e si fa sentire ma non è tutto da cestinare i materiali ad esempio sono cambiati moltissimo e devo dire che sciare con questi sci è un'altro mondo rispetto ai vecchi TUA ... ma l'altra settimana in trentino è andato sotto uno che stava facendo uno ricognizione contanto di cani antivalanga per preparare una gara e quindi penso che stesse più che valutando eppure ha sbagliato forse per la visibilità forse perchè conosceva troppo bene il posto e ha sottovalutato ...
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Andrea Rispondi citando



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MessaggioInviato: Lun Feb 27, 2006 18:50    Oggetto:
 
@le ha scritto:


Ehi ma quanto acido hai in corpo??!!?? dai non essere così pessimista non mi pare che lo sci alpinismo stia diventando uno sport per pazzi estremi anzi, però è vero che sono in atto dei cambiamenti culturali che stanno modificando anche lo ski alp, la contaminazione freeride c'è e si fa sentire ma non è tutto da cestinare i materiali ad esempio sono cambiati moltissimo e devo dire che sciare con questi sci è un'altro mondo rispetto ai vecchi TUA ... ma l'altra settimana in trentino è andato sotto uno che stava facendo uno ricognizione contanto di cani antivalanga per preparare una gara e quindi penso che stesse più che valutando eppure ha sbagliato forse per la visibilità forse perchè conosceva troppo bene il posto e ha sottovalutato ...


Oh insomma, a me l'andazzo freerider è sempre piaciuto poco fin dal suo apparire, e mi sembra che ultimamente stia producendo più danni che bene (aumento del n° di praticanti "poco" consapevoli, rischi maggiori di incidenti e conseguenti reazioni di ordinanze di chiusura o superlavoro per il soccorso alpino, tanto per citare due esempi), quindi lo critico... mi piacerebbe sapere cosa ne pensano anche gli altri....

Andrea
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@le Rispondi citando



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MessaggioInviato: Lun Feb 27, 2006 19:04    Oggetto:
 
Andrea ha scritto:
@le ha scritto:


Ehi ma quanto acido hai in corpo??!!?? dai non essere così pessimista non mi pare che lo sci alpinismo stia diventando uno sport per pazzi estremi anzi, però è vero che sono in atto dei cambiamenti culturali che stanno modificando anche lo ski alp, la contaminazione freeride c'è e si fa sentire ma non è tutto da cestinare i materiali ad esempio sono cambiati moltissimo e devo dire che sciare con questi sci è un'altro mondo rispetto ai vecchi TUA ... ma l'altra settimana in trentino è andato sotto uno che stava facendo uno ricognizione contanto di cani antivalanga per preparare una gara e quindi penso che stesse più che valutando eppure ha sbagliato forse per la visibilità forse perchè conosceva troppo bene il posto e ha sottovalutato ...


Oh insomma, a me l'andazzo freerider è sempre piaciuto poco fin dal suo apparire, e mi sembra che ultimamente stia producendo più danni che bene (aumento del n° di praticanti "poco" consapevoli, rischi maggiori di incidenti e conseguenti reazioni di ordinanze di chiusura o superlavoro per il soccorso alpino, tanto per citare due esempi), quindi lo critico... mi piacerebbe sapere cosa ne pensano anche gli altri....

Andrea


appunto gli altri ma chi Question qui non scrive nessuno Exclamation ehi andrea se ci telefoniamo facciamo prima e ne parliamo io e te!!! Very Happy Very Happy
capisco benissimo il tuo disocrso e in parte lo condivido ma cerco sempre per carattere di vedere i lati positivi di ogni cosa e in questo caso quelli negativi sono evidenti e li hai già evidenziati... devo scappare magari domani contuiniamo ciao
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Samivel
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viktor Rispondi citando
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MessaggioInviato: Lun Feb 27, 2006 22:21    Oggetto:
 
Citazione:
Dopo solo 1 settimana dalla valanga mortale sull'Altissimo di Nago, ci risiamo con il bollettino di guerra. Ieri 2 incidenti mortali in Alto Adige, ancora in Lombardia. La situazione sta finendo fuori controllo? La comunità degli sci-alpinisti ha qualcosa da dire o accettiamo tutto con tragico fatalismo?

A mio avviso, il fato esiste, ma quando in giornate come quelle scorse non si adottano tutte le possibili precauzioni atte a ridurre al massimo il rischio residuo, il fatalismo non c´entra piú .
Noi sabato scorso abbiamo fatto una gita che è poco piú di un falsopiano, divertendoci comunque un mondo. Ecco qual´è secondo me l´unica regola da osservare dopo forti nevicate.
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fabbrissimo Rispondi citando



Registrato: 16/04/05 14:55
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Luogo di residenza: bolzano

MessaggioInviato: Mar Feb 28, 2006 1:43    Oggetto:
 
[quote="Andrea
............quindi lo critico... mi piacerebbe sapere cosa ne pensano anche gli altri....

Andrea[/quote]

son d'accordo con i tuoi commenti, in particolare riguardo al discorso delle attrezzature da "palombaro" che alcuni pensano di mettersi addosso, credendo così di assicurarsi contro l'incidente in valanga.

Ci sarebbe da scrivere all'infinito, polemizzando o meno. La scelta migliore parte sempre cmq dalla intelligenza di scegliere la gita adatta al particolare R.Valanghe del momento.
Il R. valanghe poi nn è solo quello del bollettino, è anche quello che riesci ad interpretare tu una volta che 6 sul posto.

ciao!
-,,,
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viktor Rispondi citando
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MessaggioInviato: Mar Feb 28, 2006 11:13    Oggetto:
 
Sulla conoscenza della montagna di gran parte dei freeriders non mi esprimo, l'ho fatto una volta su planetmountain, come dire, sono andato a stuzzicare i leoni nella loro fossa...non l'avessi mai fatto! Shocked Poi mi sono detto: ma in fondo che m’importa, tanto, dove vado solitamente io, i freeriders non arrivano neanche con l’immaginazione, per cui non rappresentano un pericolo per la mia incolumità... Wink
Ad ogni modo, il fenomeno del freeriding rappresenta secondo la mia concezione un approccio alla montagna “eticamente scorretto”, così come contesto l’eliskiing più per motivi etici che per motivi ambientali (io dico sempre che lo scialpinismo è sedurre con garbo una bella donna, l’eliskiing è andare con una prostituta). Del resto, con i miei 39 anni faccio oramai parte della vecchia guardia dall’educazione scialpinistica molto tradizionale, fatta di tante regole non scritte che suscitano le ilarità non solo del freerider ma anche dello scialpinista moderno. Pazienza... Rolling Eyes
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@le Rispondi citando



Registrato: 29/03/05 15:51
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MessaggioInviato: Mar Feb 28, 2006 12:22    Oggetto:
 
viktor ha scritto:
Sulla conoscenza della montagna di gran parte dei freeriders non mi esprimo, l'ho fatto una volta su planetmountain, come dire, sono andato a stuzzicare i leoni nella loro fossa...non l'avessi mai fatto! Shocked Poi mi sono detto: ma in fondo che m’importa, tanto, dove vado solitamente io, i freeriders non arrivano neanche con l’immaginazione, per cui non rappresentano un pericolo per la mia incolumità... Wink
Ad ogni modo, il fenomeno del freeriding rappresenta secondo la mia concezione un approccio alla montagna “eticamente scorretto”, così come contesto l’eliskiing più per motivi etici che per motivi ambientali (io dico sempre che lo scialpinismo è sedurre con garbo una bella donna, l’eliskiing è andare con una prostituta). Del resto, con i miei 39 anni faccio oramai parte della vecchia guardia dall’educazione scialpinistica molto tradizionale, fatta di tante regole non scritte che suscitano le ilarità non solo del freerider ma anche dello scialpinista moderno. Pazienza... Rolling Eyes


Forse questo termine freeriders comincia ad essere un pò inflazionato e dentro ci finisce di tutto io dico che purtroppo è vero che c'è moltissima gente che si muove in montagna senza cognizione di causa ma non si può neanche fare di tutta l'erba un fascio, non capisco a cosa ti riferisci quando parli di "eticamente scorretto" come approccio alla montagna, contesti l'utilizzo degli impianti di risalita? Io vado a sciare in pista 3-4 volte l'anno e solo dopo abbondanti nevicate e fare un pò di sano fuoripista mi diverte parecchio e non lo vedo così scorretto e ti assicuro che la mia educazione "montanara" non è molto diversa dalla tua. Mi sono comprato degli sci belli larghi per un utilizzo off pistes e devo dire che sono veramente delle bombe e rispetto agli sci che uso per ski alp in neve fresca galleggiano da soli e stando belli centrali col peso ti prendi delle gran belle soddisfazioni. Il mio atteggiamento cmq non cambia e quando faccio fuori pista ho il mio zaino con pala e sonda e il mia arva sotto l'ascella e faccio le stesse valutazioni che si fanno durante una sci-apinistica. Sull'uso dell'eliski invece sono daccordissimo con te ed è bello il paragone con una prostituta xò magari se sei in canada e distante dalla moglie ... una scappatina ... Laughing Laughing
... e che mi dite allora di questa categoria emergente di skyrunner con gli sci tutine attillate zainetti micro che ti sfrecciano a fianco arrivano in cima tolgono le pelli senza togliere gli sci e scappano giù senza quasi saper sciare?... che approccio hanno con la montagna? a me sembra che la utilizzano come una palestra. (anche dentro questa categoria cmq c'è gente che a volte corre per allenarsi e a volte si fa la gita ma questa tendenza all'agonismo nello ski alp secondo ha creato due sport diversi)
ciao
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La debolezza ha paura di grandi spazi, la stupidità ha paura del silenzio. Aprite gli occhi e le orecchie, chiudete le radioline, niente rumore, niente grida niente clacson. Ascoltate la musica delle montagne!!

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