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menz Rispondi citando



Registrato: 01/03/06 12:46
Messaggi: 2665
Luogo di residenza: Brescia - Pavia

MessaggioInviato: Lun Mag 21, 2007 16:36    Oggetto:
 
giovannibusato ha scritto:
bravo enrico,
bella storia...
chiamali angeli o spiriti guida,
ma all'inizio qualcuno c'è che ti guarda le spalle...


Bravo Enrico.. apprezzo questo genere di outing...
Una cosa è andare, anche da soli, senza corsi ecc... una cosa è andare allo sbaraglio senza aver capito in che guai ci si può andare a caciare... veramente una storia di incoscienza come credo che siano capitate più o meno a tutti, poi per fortuna (se non ti fai male prima) si cresce.
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Quando sei stanco, la strada del ritorno è in salita e il vento sempre contrario
Davide
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gianko Rispondi citando



Registrato: 11/04/06 18:56
Messaggi: 4154
Luogo di residenza: Quebec City

MessaggioInviato: Lun Mag 21, 2007 17:32    Oggetto:
 
Dai Enrico con la seconda puntata....ho gia comprato le popcorn Very Happy
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Gianko

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il tempo che passa "piega" solo i pigri....
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enrico r. Rispondi citando



Registrato: 06/04/05 15:03
Messaggi: 2619
Luogo di residenza: Padova

MessaggioInviato: Lun Mag 21, 2007 20:39    Oggetto:
 
gianko ha scritto:
Dai Enrico con la seconda puntata....ho gia comprato le popcorn Very Happy


pazienza ragazzi, ci ho anche da lavorare.
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enrico r.
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casmau Rispondi citando



Registrato: 04/10/06 18:00
Messaggi: 8395
Luogo di residenza: Roma, Appennino

MessaggioInviato: Lun Mag 21, 2007 20:57    Oggetto:
 
pazienza ragazzi, ci ho anche da lavorare.

Per quello che ho letto, pensavo che quello era il tuo mestiere. ti aspettiamo.
ciao Enrico
Maurizio
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Bebebeu Rispondi citando



Registrato: 08/04/07 15:22
Messaggi: 1071
Luogo di residenza: Castagnaro - VR

MessaggioInviato: Lun Mag 21, 2007 21:30    Oggetto:
 
Bellissimo racconto Enrico....E raccontato veramente alla grande, che rischia di toglierti il respiro dalla velocità di capire cosa succede...e a quanto pare cos a succederà!!! Rolling Eyes Rolling Eyes Rolling Eyes

Bravo ancora!!!

E comuque, è vero....Mi sa che siamo in parecchi ad avere qualche scheletro d'incoscienza racchiuso nell'armadio. Laughing Laughing Wink Wink
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Maurizio Gambarin
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fabbrissimo Rispondi citando



Registrato: 16/04/05 14:55
Messaggi: 1418
Luogo di residenza: bolzano

MessaggioInviato: Mar Mag 22, 2007 1:45    Oggetto:
 
enrico r. ha scritto:
----------E dire che gli elementi per cominciare a ragionare non sarebbero mancati a volerlo fare. Per dire, l’autore della prima solitaria e coautore della prima invernale di cui sopra, era morto (21-enne) qualche anno prima in un incidente alpinistico. Morto in carne, ossa, speranze, delusioni, amori, progetti. Non un morto di carta come quelli dei loro libri che basta girare pagina e la storia finisce lì.


Venti giorni dopo, stessa valle ma sull’altro versante. Rieccoli al Rif. Nambron dove lasciano l’auto. Zaino in spalla, pronti? Via! E’ il 14 agosto, ore 22.00. Meno di ventiquattro ore dopo alla stazione del Soccorso Alpino di Carisolo suona il telefono. (segue)


ho la sensazione che 'sta storia finisce male......

-,,,
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enrico r. Rispondi citando



Registrato: 06/04/05 15:03
Messaggi: 2619
Luogo di residenza: Padova

MessaggioInviato: Mar Mag 22, 2007 10:29    Oggetto:
 
fabbrissimo ha scritto:
ho la sensazione che 'sta storia finisce male......


Dato che ci metterò qualche giorno a finire, almeno su questo punto chiarisco subito: se la sono cavata.
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enrico r.
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gianko Rispondi citando



Registrato: 11/04/06 18:56
Messaggi: 4154
Luogo di residenza: Quebec City

MessaggioInviato: Mar Mag 22, 2007 11:08    Oggetto:
 
enrico r. ha scritto:
fabbrissimo ha scritto:
ho la sensazione che 'sta storia finisce male......


Dato che ci metterò qualche giorno a finire, almeno su questo punto chiarisco subito: se la sono cavata.
per la serie:l'assassino e' la vecchia....pero' cosi' ci hai levato tutto il pathos Crying or Very sad
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Gianko

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LucaGPS Rispondi citando



Registrato: 18/12/06 01:01
Messaggi: 6437
Luogo di residenza: Arco

MessaggioInviato: Mar Mag 22, 2007 11:35    Oggetto:
 
enrico r. ha scritto:
fabbrissimo ha scritto:
ho la sensazione che 'sta storia finisce male......


Dato che ci metterò qualche giorno a finire, almeno su questo punto chiarisco subito: se la sono cavata.


Peccato hai rovinato il finale!! Shocked
Very Happy Very Happy Very Happy
Un po' di suspense ci stava!! Wink
Allora aspettiamo la continuazione............
_________________
C’era un tizio racconta l’autista, che saliva con lo zaino, sci e scarponi, sorriso dolce sul viso bianco di crema solare..non l’ho più visto, forse si è stancato ed è andato altrove. Stancato? Guardo verso le montagne che scintillano più del solito.
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espo Rispondi citando



Registrato: 03/01/06 10:28
Messaggi: 3087
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MessaggioInviato: Mar Mag 22, 2007 11:39    Oggetto:
 
ragà ,ma se nn se l'era cavata come scriveva?

mica il titolo è l'ultimo dei padovani Confused Laughing Laughing
_________________
massimo

Velebit ciol Velebit dà
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enrico r. Rispondi citando



Registrato: 06/04/05 15:03
Messaggi: 2619
Luogo di residenza: Padova

MessaggioInviato: Mar Mag 22, 2007 11:48    Oggetto:
 
espo ha scritto:
ragà ,ma se nn se l'era cavata come scriveva?

mica il titolo è l'ultimo dei padovani Confused Laughing Laughing


'Scritti dall'oltretomba'.
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enrico r.
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Denali Rispondi citando



Registrato: 06/04/05 14:59
Messaggi: 2456

MessaggioInviato: Gio Mag 24, 2007 10:59    Oggetto:
 
giovannibusato ha scritto:
...la neve sul viso.. fiato corto..
mi ricorda una storia.. forse un giorno.
E se il giorno fosse uno di questi ... scusa se stresso, ma leggerti è un piacere.

ps: enricoR ... ma smettila di lavorare, fa male ... e pubblica il sequel che l'attesa mi uccide Very Happy Very Happy Very Happy
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Valentino_52 Rispondi citando



Registrato: 21/02/06 09:49
Messaggi: 7323
Luogo di residenza: TRENTO

MessaggioInviato: Gio Mag 24, 2007 11:12    Oggetto:
 
Denali ha scritto:
giovannibusato ha scritto:
...la neve sul viso.. fiato corto..
mi ricorda una storia.. forse un giorno.

E se il giorno fosse uno di questi ... scusa se stresso, ma leggerti è un piacere.


Quoto! Dai Giovanni, io penso che la tua esperienza sia da condividere con tutti noi Wink Wink Wink
Poi come le sai raccontare tu! Come dice Dario, leggerti è un piacere.

Denali ha scritto:

ps: enricoR ... ma smettila di lavorare, fa male... e pubblica il sequel che l'attesa mi uccide Very Happy Very Happy Very Happy


In effetti, anche se è già stato anticipato il lieto fine, la curiosità di leggere come è andata rimane alta.
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"Le azioni più straordinarie sono quelle semplici e spontanee" (Grizzly 1-5-2010)
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gianlu Rispondi citando



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MessaggioInviato: Gio Mag 24, 2007 11:34    Oggetto:
 
Un consiglio: per chi non ne fosse già a conoscenza fatevi un giretto su www.intraisass.it troverete un sacco di recensioni del Grande Giovanni Wink .


Mr. Green CIAO!
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“Senza regole tutto è permesso, tutto è possibile, ma tutto non ha Valore perché non è rapportabile a niente. Senza regole non si è nessuno” (W.Bonatti)
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enrico r. Rispondi citando



Registrato: 06/04/05 15:03
Messaggi: 2619
Luogo di residenza: Padova

MessaggioInviato: Lun Mag 28, 2007 22:07    Oggetto:
 
Seconda parte

Qui racconto di come è successo che i nostri eroi abbiano salito la parete N della Presanella in anestesia locale. Una prima, probabilmente.

Su quella montagna c’è un cartello grande così: ‘Bambini solo accompagnati dai genitori’. Ma loro quel cartello non l’hanno visto, manco a dirlo. E se l’avessero visto non l’avrebbero capito. Erano mica bambini loro, tsk.

La Presanella è altissima sul fondovalle, non meno di 2200 metri dipende da dove la prendi. Lontana dagli accessi stradali, isolata, circondata da ghiacciai cospicui. E, per tutte queste cose messe insieme, teatro di temporali leggendari. Insomma, una montagna per alpinisti adulti.

Che per loro, cresciuti nelle Dolomiti, una montagna come quella rappresentasse il naturale passo successivo si può capire. Avessero deciso di salire ad uno dei rifugi in quota e di farsi da lì una delle vie normali alla cima, tutt’altro che banali per l’ambiente glaciale nel quale si svolgono, ci sarebbe stato niente da dire. Già sarebbe stato poco comprensibile se invece, dopo la notte in rifugio, avessero preso vie alla cima diverse dalle normali: la più facile è un III/IV di misto con accesso complicato dall’attraversamento di un ghiacciaio ben crepacciato. Niente di che per un alpinista, una bella rogna per degli esordienti.

Loro no, né l’una né l’altra. Gli serviva una via impegnativa secondo i consueti canoni alpinistici ma, soprattutto, che gli consentisse di farsi beffe del normale modo di andare in montagna. Nel libro di Gobetti ci sono un paio di esilaranti pagine dedicate a due forti alpinisti francesi degli anni ’70 alla disperata ricerca di un’impresa diversa dalla solite. Decidono di realizzare la prima con il maltempo del pilone centrale del Freney. Rischiano forte i due: rimangono giorni e giorni bloccati in parete dal bel tempo, al limite della resistenza. Beau fixe sur les Alpes. Ma finalmente, quando il peggio sembra inevitabile, ‘…videro le prime nubi oscurare le stelle … all’alba un vento gelido imperversava nuovamente sul Pilier… In uno dei più grandiosi uragani che la storia del Monte Bianco ricordi … si strinsero le mani sulla punta del Pilier di Freney…’. Ecco, pare di vedere i nostri eroi.

Pensa e ripensa, alla fine gli è parso che farsela non-stop dal fondovalle passando per la parete N fosse sufficientemente irriverente. Presa dal rif. Nambron, come hanno fatto loro, sono circa 2200 m. di dislivello (all’epoca la strada era chiusa lì, non alla malga Vallina d’Amola), gli ultimi 500 lungo una parete con pendenze fino a 60°. Aggiungici che facendola il giorno di Ferragosto c’erano buone speranze di trovare ghiaccio dall’inizio alla fine e il quadro è completo.

Li avevamo lasciati alla partenza dal rif. Nambron alle 22.00 del 14 agosto. Si fermano per una breve pausa al rif. Segantini intorno all’una di notte, e poi risalgono tutta la lunghissima val d’Amola fino alla bocca omonima a 3000 m. dove sbucano assieme al primo sole. Un luogo magico: colpo d’occhio fantastico sulla parete N subito sopra di loro, sulla vedretta Presanella e di fronte sulla catena dal Vioz al S.Matteo.




Solo che, un po’ per la mancanza di sonno da 24 ore, un po’ per i 1700 m. di dislivello già percorsi, a quel punto sono già belli che bolliti. E la parte impegnativa comincia solo lì. Tornare indietro neanche a parlarne: ti puoi figurare, star svegli una notte, sfacchinare per 1700 m. solo per arrivare alla Bocca d’Amola? Ma questo dove vive?

Per arrivare alla parete c’è da risalire un breve canale subito a ovest della cresta NE e poi da lì si traversa facilmente fin sotto la verticale della cima. Un’ora scarsa e ci sono. Questa volta con due attrezzi a testa, ché non si dica in giro che non sanno apprendere dai loro errori.



Qui comincia il bello. Ghiaccio da subito secondo previsioni. All’inizio le cose funzionano bene: sarà che la bellezza del posto, l’intensità della luce, i contrasti tra le masse ghiacciate e le rocce rosse fanno da doping, per un po’ la stanchezza non si sente.



Ma poco sopra la crisi brutta esplode. Ci sono due foto che la dicono lunga. La prima è stata scattata un paio di tiri sopra la crepaccia terminale: dalla posizione del sole si capisce che sono le prime ore del mattino. La successiva è stata scattata a due terzi di parete non più di 300 m. sopra la precedente: dalla posizione del sole si capisce che sono passate parecchie ore.



Bene, perché abbiano impiegato tutto quel tempo per salire 6-7 tiri di corda privi di particolari difficoltà, cosa sia successo esattamente, nessuno dei quattro riesce a ricordarlo. Un buco nero nella memoria. Sono saliti in anestesia locale: gli arti che funzionano ripetendo all’infinito i pochi movimenti richiesti da una salita di quel genere, che dopo un po’ vanno in automatico; la testa disattivata dal sonno e dalla fatica. C’è un vago ricordo di un traverso verso la cresta NE per evitare il tratto sommitale della parete, un po’ più ripido, fatto con l’intenzione di guadagnare tempo. Chiodi che scivolano di mano e rimbalzano fino alla vedretta … punte dei ramponi che si impigliano nelle ghette… quel incapace del mio compagno che mi dà male corda… C’è da dubitare che in quelle condizioni un’operazione così ardita gli abbia effettivamente fatto guadagnare tempo. Alla fine in cima ci arrivano, più anestetizzati che mai ma sani. E’ il tardo pomeriggio, c’è ancora il sole ma durerà poco.



A venti ore dalla partenza dall’auto e a 35 ore dall’ultimo sonno, resta ancora da scendere per la via normale al rif. Segantini 1200 m. più in basso, e da lì all’auto altri 1000 m. più in basso. Poche decine di metri fino al bivacco Orobica e poi la luce si spegne. Nel senso che da lì in giù nuvole dense tolgono del tutto la visibilità. Punti di riferimento non ce ne sono, men che meno per loro che di studiare a tavolino l’itinerario verso il rifugio non si erano proprio preoccupati. Sanno solo che a un certo punto bisogna stare a sx per valicare la bocchetta del Monte Nero e scendere in val d’Amola. Vagano un bel po’ alla ricerca del certo punto. Che li sta ancora aspettando.

All’imbrunire decidono di dividersi, A. e L. da una parte, B. e E. da un’altra. Chi dovesse andare dove e per fare cosa, è un mistero. Scendono alla cieca ancora un po’ - mezz’ore? ore? chissà - poi si arrendono all’evidenza: notte fuori. Si sistemano su belle lastre di granito liscio, sdraiati sulle corde (sfiniti sì, ma i libri di Bonatti se li ricordano benissimo) e coperti da una mantellina, probabilmente a poche centinaia di metri gli uni dagli altri.

Intanto da casa, visto il mancato rientro (avevano lasciato detto: ‘Primo pomeriggio!’) e l’assenza di notizie, parte la telefonata al Soccorso Alpino. Il soccorritore informa cortesemente i familiari: ‘A quest’ora e con il temporale violento in corso in quota? Marameo! Domani mattina andiamo a cercarli’. Già, sono lì sdraiati comodi sul loro lettino bonattiano quando le nuvole dense di cui sopra decidono che è arrivato il momento di concretizzare. La quantità di acqua e di fulmini caduta quella notte se la ricordano ancora bene. Se non altro, li aiuta a smaltire i fumi dell’anestesia.

Ai primi chiari di una splendida alba alpina le due coppie scoprono di essere in val Nardis – cosa piuttosto ovvia, per la verità, se solo si fossero studiati la carta - a poche decine di metri dal filo della morena dove passa la normale da S. Percorrendo la quale arrivano in breve al bivacco Vittorio Roberti conte di Castelvero. Bisogna dire, a loro merito, che il dubbio di non essere particolarmente furbi gli è venuto subito.

Il resto è presto detto. La prima coppia arriva alle cascate del Nardis in tempo per fermare la squadra del soccorso alpino. Gli altri due seguono. Poi c’è solo da recuperare l’auto nell’altra valle e ritornare a casa.

Qui finisce la loro estate dell’incoscienza. Confusa, velleitaria, creativa, intensa e pericolosa. Come succede di solito nel passaggio da ciò che non si è più a ciò che non si è ancora. Hanno imparato? Direi proprio di sì. Alcune domande fondamentali hanno cominciato a farsele prima di partire per la montagna. Non dopo. Di sicuro non tutte le risposte gli sono venute giuste – altre notti fuori, altri Soccorsi Alpini in allarme - ma insomma ragazzi, è alpinismo questo mica petit dejeuner sur l’herbe.

Ah, quasi dimenticavo: sono ancora vivi e stanno bene. Viste le premesse, non è risultato da poco.
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enrico r.
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