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Fra l'Atlante e il Sahara
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ape277 Rispondi citando



Registrato: 04/09/06 11:38
Messaggi: 526
Luogo di residenza: Marter Valsugana (TN)

MessaggioInviato: Ven Gen 11, 2008 12:58    Oggetto: Fra l'Atlante e il Sahara
 
Questa volta la mia oramai tradizionale soluzione di ripiego mi ha portato in Marocco. La scorsa estate, saltato un viaggio in Bolivia, mi ero ritrovato sui Tatra. Ora invece, saltato un viaggio all'Ojos del Salado con anticipo già pagato etc., mi sono trovato indeciso fra un viaggio organizzato di ripiego su Cotopaxi e Chimborazo, oppure un'avventura in Marocco, tutta da inventare.
Vi sono state lunghe ore di dubbio davanti a due finestre aperte, ciascuna con un suo pulsante "Conferma", ma in definitiva tre giorni dopo mi trovavo a Marrakech, con al seguito sia la bici che l'attrezzatura da neve, nell'intento di esportare una formula che avevo sperimentato durante l'estate sulle montagne di casa. Stavolta, a dire il vero, montagna e bici hanno avuto interazione minima: vi sono stati 4 giorni di puro escursionismo, dedicati al giro del Toubkal [1], e 19 giorni praticamente di solo ciclismo [2].



I km di bici sono stati 1924, non molti, e il motivo sta tutto in quei tratti di colore viola visibili sulla carta; essi indicano delle "pistes" sterrate quasi sempre non banali per una bici da strada come la mia.

Dopo un giorno di ambientazione a Marrakech, passeggiando per Djemaa-el-Fna, la "piazza piú pazza del mondo", oppure girando per i vicoli polverosi della medina [1], al mattino parto alla volta dell'Atlante [2]



Dopo neanche 60 km, ad Asni (1150 m) già cado in mano ad alcuni impostori [1] che mi predicono grosse sventure se andrò là dove sono diretto, e mi si propongono invece come guide in una regione a loro detta piú tranquilla.
Fatico non poco a liberarmi di costoro, ma entro sera sono a Imlil (1740 m), base per la salita al Toubkal (4167 m) che raggiungo la mattina seguente [2].
Al pomeriggio invece salgo, dall'altra parte della valle, il Timesguida (4089 m) e il vicono Ras n'Ouanokrim (4083 m), dal quale scendo con l'ultima luce per un divertente canalino individuato sul momento [3].



Il giorno dopo valico Tizi n'Ouanoums (3680 m) e scendo il vallone che porta al lago d'Ifni (2295 m), in un ambiente spettacolare e severo [1] ma prodigo al tempo stesso di delizie [2].



Mi godo la solitudine e la luce pomeridiana cercando Sidi Ifni, santuario nascosto sulla morena presso il lago [1] prima di scendere a toccare i primi paesi berberi [2] e da ultimo Amsouzert (1740 m), dove pernotto da Omar Aitumrar, un berbero burbero ma affascinante nella sua scabra essenzialità [3].



L'indomani riparto con la benedizione di Omar e anche un bastone che mi regala per l'occasione, ignaro peraltro che lo sto per imbrogliare, dirigendomi dalla parte opposta rispetto al percorso ortodosso che lui mi indica. Questo mi permette di risalire lo stupendo vallone che porta a Tizi n'Terhaline (3427 m) e alla soprastante cima, la cui quota ho valutato in 3870 metri.
La foto mostra l'ometto dell'anticima; in evidenza i materiali: bastone di Omar e ghette dei Cantaloni.



Al mattino del quarto giorno sono sui remoti pascoli terrazzati di Azib Likemt (2650 m) [1]; segue la salita [2] a Tizi Likemt (3550 m), donde si può salire a una vicina cimetta (3640 m) oltre a godere una bella vista sul Toubkal [3]



La discesa verso Tacheddirt (2300 m) avviene in neve fonda; seguono 15 km di marcia sulla pista per Imlil, pista che l'indomani ripercorro in bici [1] con splendide vedute sulla valle che scende verso Asni [2].



Da Asni ritorno a Imlil, intenzionato a fare una specie di "riassunto" del giro del Toubkal: una traversata di due giorni Imlil-Amsouzert-Imlil con zaino leggero, senza l'attrezzatura da neve che non è nemmeno servita. Quando arrivo in paese però è notte e tutto è sprangato; mi invita a casa sua un uomo la cui conoscenza si rivelerà decisiva per il prosieguo. Si tratta di una guida alpina, Abderrahim id Boussalem, che ha già lavorato con italiani [1].
In Marocco - beninteso - tutti sono guide, ma questo lo è un po' piú degli altri; nei giorni seguenti, nel dubbio, mi atterrò sempre alle sue indicazioni e non me ne pentirò mai.
Abderrahim ha le idee chiare per me: se da queste parti ho concluso, è bene che mi sbrighi ad andare altrove, perché il Marocco è vasto e bellissimo e dunque non c'è tempo da perdere.
Il giorno dopo, in effetti, sono già a Marrakesh a depositare il materiale alpinistico e, salutata la sagoma della Koutoubia [2], sorella della Giralda di Siviglia, incomincio il giro maggiore.



Attraverso Tizi n'Tichka, il piú alto valico asfaltato del Marocco (2260 m), arrivo subito nel mondo fatato delle kasbah, cominciando da quella di Telouet [1] da cui per una vallata di colore straordinario [2] si scende (la pista è terribile) alla kasbah piú celebre, quella di Aït-Benhaddou [3]. Poca strada, e subito ci si trova scodellati dalle valli dell'Atlante all'ostile hammada. [4]



Seguono 200 km di trasferimento, attraverso Ouarzazate e la bassa valle di Dadès, prima dell'attesa risalita delle gole di Dadès, fra kasbahs e bizzarre formazioni rocciose [1].

Se la parte bassa della "féerique vallée" nel complesso mi delude, anche per certa nuova edilizia turistica, la parte alta, non ancora caduta nel mortale abbraccio del denaro, restituisce appieno l'incanto [2]. E il meglio deve ancora venire: si tratta degli 85 km di pista che, attraverso i 2920 metri di Tizi n'Ouano, conducono ad Agoudal. Un'intera giornata senza incontrare anima viva, o quasi [3]; l'impressione di essere fuori dal mondo è accentuata dal tempo incerto, che solo verso sera sembra rimettersi [4].



L'indomani, però, mentre cerco i laghi di Imilchil vengo sorpreso sull'aperto altopiano da una micidiale bufera di sabbia e neve [1]. In una luce irreale [2] ritorno ad Agoudal [3].



Anche se gli albergatori del luogo si affannano a ripetere "hay un puerto, mucha nieve en el puerto" attacco la pista per Todra [1] e, dato che il buio mi trova proprio sul "puerto" di Tizi Tirherouzine (2706 m), decido di pernottare in un piccolo cubo, accendendo un fuoco come ho visto fare ai pastori berberi [2].



Al mattino scendo per la piste innevata [1] fra paesaggi sempre solenni [2] giungendo ai primi centri abitati.



Sotto, la valle si distende in una serie di bei ripiani stile Campo Imperatore [1], prima di chiudersi nella gola di Todra vera e propria [2],
che scende con infinite volute fra rocce rossastre [3].



Nuovo tratto di trasferimento, con il passaggio dell'Antiatlante [1], ultimo diaframma prima del deserto. Con l'ultimo asfalto [2] prima delle piste sahariane raggiungo Tarhbalt.



Qui ho bisogno di una specie di scorta per fare compere e scattare foto [1, 2, 3], poiché sembra che la gente del luogo non abbia mai visto un turista.



L'indomani parto verso la Valle della Draa per una pista "cailloteuse" [1] sulla quale le ore passano molto in fretta [2] cosicché è notte quando arrivo a Zagora.



A Zagora, celebre grazie all'insegna per Timbuctu [1], oggi a tenere banco è la visita del re, atteso per il pomeriggio [2], ma fin dal mattino arrivano camionate di ragazzini festanti [3]. Io invece trovo prudente svignarmela, puntando verso il deserto che raggiungo verso sera, in tempo per salire una simpatica duna che mi ricorda i due Cevedali [4].



A Mhamid, paesino situato al termine dell'asfalto, per l'unica strada
si discute fino a tarda notte se la mia bici, per proseguire, vada montata su una 4x4 o su un cammello. La disputa continua l'indomani ma, quando verso mezzogiorno si risolve in una sparata del tutto esagerata, decido di arrangiarmi e, munito di due pezzi di pane, quattro scatole di sardine e due barattoli di ceci, parto per la mia "avventura nel deserto".

La pista, quando non è "cailloteuse" come visto sopra, è come in questa foto [1], cosicché ho percorso poco piú di 50 km quando al crepuscolo raggiungo l'Oasis Sacrée [2].



Tento di entrare nell'oasi (ho infatti rotto la bottiglia dell'acqua) ma
ne vengo scacciato da tre cani feroci, che qui vengono liberati non
appena tutti i turisti prenotati sono al sicuro. Mentro mi aggiro dubbioso
lungo il perimetro delle mura, vedo finalmente avvicinarsi un fanale
nel quale ripongo qualche speranza. Si tratta invece di un branco di quad
che passano a velocità selvaggia dirigendo verso il deserto.
Vago ancora senza grosse idee, finché non vedo barcollare presso di me una torcia ridotta quasi allo stremo. Si tratta di un militare che dalla sovrastante vedetta ha notato le strane volute descritte dalla mia frontale. Mi conduce alla postazione, dove mi aspetto un controllo dei documenti:
ne esce invece un suo collega con un materasso, del tè caldo e una
razione di cibo. Di lí a poco ci ritroviamo sul tappeto in due - il soldato
della torcia, che parla solo arabo, e io - a guardare muti la luna che sorge dal deserto, e ad ascoltare la cantilena di quell'altro, che per l'occasione si è ritirato una decina di metri piú indietro a pregare Allah.

L'indomani riparto per i restanti 100 km di pista. Abderrahim l'aveva detto: "in questo tratto incontrerai solo qualche nomade" [1]; per i nomadi vi sono addirittura delle scuole, una sovvenzionata da italiani [2].



In un orizzonte denso di miraggi [1] raggiungo l'oasi sacra di Zaouia-Sidi-Abd-en-Nebi [2]. dopo la quale una specie di pista d'aeroporto mi ricompensa delle passate tribolazioni [3].
La mattinata seguente trascorre in un paesaggio da Arizona [4] e a mezzogiorno, dopo 160 km costati 48 ore, raggiungo Foum Zguid e l'asfalto che faccio voto di non abbandonare piú, per stavolta.



Risalendo verso nord ritrovo in breve le montagne [1] e gli altopiani sconfinati [2] prima di calare nella piana di Agadir ai piedi dell'ultimo valico, Tizi n'Test [3], che mi riporterà sul versante oceanico.



Al mattino salgo a vedere l'alba su una vicina cima di 2788 metri [1]. La lunga e tortuosa discesa è punteggiata di sorprese, tra cui la moschea di Tinmel, qui sullo sfondo di Ras n'Ouanoukrim [2], l'unica in Marocco, oltre alla Hassan II, aperta anche ai non-musulmani [3].



Investo infine l'ultima giornata per un giro nella valle di Ourika [1], poco distante da Marrakech, arrivando fino al villaggio di Setti Fatma.
Rieccomi poi alle porte della città [2] e alla piazza piú pazza del mondo, dove è difficile distinguere la notte di San Silvestro da una qualsiasi altra notte [3].



A proposito di notti: spesso in albergo [1] spesso per terra, ospite di una famiglia berbera [2] ma anche in sacco a pelo, talora senza tenda [3], o piú semplicemente sotto una palma, come la notte di Natale [4].



Prossimamente sistemerò su Picasa un'abbondante documentazione, divisa in tre album:

http://picasaweb.google.com/albertopedrotti/Marocco
http://picasaweb.google.com/albertopedrotti/AtlanteSahara1
http://picasaweb.google.com/albertopedrotti/AtlanteSahara2

nella quale ha ampio spazio tutta l'incredibile varietà di curiosità e di personaggi che si trovano sulle strade marocchine; darò di seguito alcuni esempi, cominciando dai bambini, che sono forse l'aspetto piú ubiquitario:



Bambine e donne (solo i vestiti, perché in volto non si lasciano fotografare)



Fra gli uomini, piú restii in genere gli anziani [1], piuttosto indifferenti i giovani [2].



Ecco tre destini riuniti in un unico colore [1] che è poi quello tipico degli
uomini del deserto [2, 3].



Animali: oltre alle galline, soprattutto asini, pecore, cavalli



Ecco ancora delle capre (il loro motto è: Excelsior!),
delle cicogne e dei dromedari, di cui sovente si ha modo di invidiare il
galleggiamento.



Avec ses quatre dromadaires
Don Pedro d'Alfaroubeira
Courut le monde et l'admira [1].
Il fit ce que je voudrais faire
Si j'avais quatre dromadaires [2].
(G. Apollinaire)



Quanto al ciclismo, esso è praticato [1] ma raramente per diporto [2] anzi, sovente assume connotazioni decisamente virtuosistiche [3, 4]



In linea di massima, comunque, si preferiscono altri mezzi di trasporto, piú "rilassanti"



Questo in linea con i ritmi del luogo, ben descritti da un motto che qui è fra i tre punti forti del made in Italy, insieme a Roberto Baggio e Dolce & Gabbana: "chi va forte va alla morte".

Ecco allora una siesta in cengia [1], una sosta di preghiera [2] e un riposo domenicale [3] per concludere e dare un arrivederci al pazzo Marocco.



L'ultima modifica di ape277 il Lun Giu 15, 2009 17:07, modificato 3 volte
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Nicola Rispondi citando



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Luogo di residenza: Schio

MessaggioInviato: Ven Gen 11, 2008 13:06    Oggetto:
 
Sono senza parole!
Grazie mille!
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Il monte è parabola della vita. Il monte innevato è parabola del paradiso.
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ape277 Rispondi citando



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Luogo di residenza: Marter Valsugana (TN)

MessaggioInviato: Ven Gen 11, 2008 13:11    Oggetto: Ops
 
Vedo solo adesso che "Reportage fotografici" sta sotto "Scialpinismo"
(è sempre stato così? Boh).
Col che temo di aver sbagliato leggermente collocazione...
C'è modo di rimediare?
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LucaGPS Rispondi citando



Registrato: 18/12/06 01:01
Messaggi: 6437
Luogo di residenza: Arco

MessaggioInviato: Ven Gen 11, 2008 13:18    Oggetto: Re: Ops
 
ape277 ha scritto:
Vedo solo adesso che "Reportage fotografici" sta sotto "Scialpinismo"
(è sempre stato così? Boh).
Col che temo di aver sbagliato leggermente collocazione...
C'è modo di rimediare?

Non ti preoccupare.
manda un PM all'Admin e poi te lo sposta nei report non scialpinistici.
Montagna oltre lo scialpinismo.
E poi lo inserisco nell'apposita Lista.

Il giro lo commento dopo, mi devo prendere un po' di tempo per gustarmi le numerose Foto.
Ciao Ape che Viaggia Wink
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C’era un tizio racconta l’autista, che saliva con lo zaino, sci e scarponi, sorriso dolce sul viso bianco di crema solare..non l’ho più visto, forse si è stancato ed è andato altrove. Stancato? Guardo verso le montagne che scintillano più del solito.
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casmau Rispondi citando



Registrato: 04/10/06 18:00
Messaggi: 8395
Luogo di residenza: Roma, Appennino

MessaggioInviato: Ven Gen 11, 2008 13:18    Oggetto: Re: Ops
 
ape277 ha scritto:
Vedo solo adesso che "Reportage fotografici" sta sotto "Scialpinismo"
(è sempre stato così? Boh).
Col che temo di aver sbagliato leggermente collocazione...
C'è modo di rimediare?


per quanto mi riguarda dove lo mettevi, lo mettevi, per quanto è bello, per le foto spettacolari, per il sogno e per la realizzazione, infine per avercelo regalato.

Eri solo vero?

Ciao e grazie
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Nicola Rispondi citando



Registrato: 13/10/06 10:13
Messaggi: 3120
Luogo di residenza: Schio

MessaggioInviato: Ven Gen 11, 2008 13:19    Oggetto:
 
Boh, io ho avuto lo stesso dubbio quando postai il report sulla Nuova Zelanda, e alla fine decisi di metterlo sotto Speaker's corner... mi pare Mr. Green però tu l'attrezzatura da neve per lo meno ce l'avevi, no? Wink
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Andrea Rispondi citando



Registrato: 31/03/05 13:08
Messaggi: 1868
Luogo di residenza: Padova

MessaggioInviato: Ven Gen 11, 2008 13:31    Oggetto:
 
Eccolo là, finchè noi disquisivamo in quale categoria piazzarlo, ecco che alberto ci ha storditi tutti con questa mazzata!!!!!!!!!

Shocked Shocked Shocked Shocked Shocked

altro che "ravanatori" o "fortissimi".....

per ape277 bisogna coniare una nuova categoria:

"mitologici", "immaginifici" o qualcosa del genere.....

Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy

grande Alberto, come sempre sorprendenti i tuoi report....


Andrea
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Valentino_52 Rispondi citando



Registrato: 21/02/06 09:49
Messaggi: 7323
Luogo di residenza: TRENTO

MessaggioInviato: Ven Gen 11, 2008 13:48    Oggetto:
 
Shocked Shocked Shocked Shocked Shocked
Bentornato mitico Trapper!!
Grazie per questo entusiasmante resoconto, davvero da pelle d'oca (e a tratti da pelle di foca Wink Wink ).
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"Le azioni più straordinarie sono quelle semplici e spontanee" (Grizzly 1-5-2010)
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gianko Rispondi citando



Registrato: 11/04/06 18:56
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Luogo di residenza: Quebec City

MessaggioInviato: Ven Gen 11, 2008 17:13    Oggetto:
 
dieci e Lode!!
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Gianko

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il tempo che passa "piega" solo i pigri....
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LucaGPS Rispondi citando



Registrato: 18/12/06 01:01
Messaggi: 6437
Luogo di residenza: Arco

MessaggioInviato: Ven Gen 11, 2008 17:41    Oggetto:
 
U N . C A P O L A V O R O
Cool Cool Cool Cool Cool Cool Cool Cool Cool Cool Cool Cool
Report Fuori Classifica.
Se questo è il piano di paragone per indicare un Viaggio.

I nostri come devono essere considerati Embarassed Embarassed Embarassed

E un onore poter vedere e leggere un racconto così carico di emozioni.

Spero presto di sentirtelo raccontare a Voce.

Ciao Alberto
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ste Rispondi citando



Registrato: 07/04/05 16:05
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Luogo di residenza: Portus Naonis

MessaggioInviato: Ven Gen 11, 2008 17:45    Oggetto:
 
Complimenti ape Surprised

un report splendido (ma quanto ci hai lavorato?)
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ape277 Rispondi citando



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Luogo di residenza: Marter Valsugana (TN)

MessaggioInviato: Ven Gen 11, 2008 18:30    Oggetto:
 
ste ha scritto:
Complimenti ape Surprised

un report splendido (ma quanto ci hai lavorato?)


Sono partito dalla lista delle 101 foto - perché 101? forse perché era una specie di carica nel senso che c'era lo spauracchio di caricarle poi sul sito.
Via via ho fatto poi la farcitura di testo, che spero diventi lo schema per un futuro report da scrivere per le Trento Bike Pages. Un lettore dei miei vecchi racconti su quel sito, infatti, mi ha fatto recentemente sapere che rimpiange i bei tempi andati quando la gente scriveva senza foto, lasciando al lettore il privilegio di immaginare e sognare per conto proprio, rispetto ad adesso, che tutti fotografano senza scrivere.
Quest'osservazione acuta mi ha fatto riflettere, perché in fin dei conti una tale evoluzione dalla briga di inventarsi qualcosa al semplice tagliare e ridimensionare immagini già pronte non è poi che una forma di impigrimento e di standardizzazione.
Per caricare il tutto ho scritto un programmino di poche righe in C++ che sostituiva i nomi delle foto con le famigerate stringhe a base di url img src etc.
Piccolo dettaglio, a casa con 38 di febbre e senza Internet non sapevo a quale numero progressivo di foto fosse nel momento arrivato l'album di Over, che due mesi fa viaggiava intorno a 6200. Allora mi sono presentato stamattina con un file di 9 mega che conteneva la concatenazione di tutti i possibili files: uno che cominciava dalla foto 6400, uno dalla 6410, uno da 6420 e così via di dieci in dieci fino a 10000. Cosicché mi bastava poi inserire una breve sequenza di lead-in di foto-civetta, prima di inserire quelle buone, incrociando le dita che nel frattempo nessun altro si mettessa a fare altrettanto, e il gioco era fatto.
Interessante? Non tanto direi; forse il racconto è più interessante che non il racconto del racconto.
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ste Rispondi citando



Registrato: 07/04/05 16:05
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Luogo di residenza: Portus Naonis

MessaggioInviato: Ven Gen 11, 2008 18:46    Oggetto:
 
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mauro Rispondi citando



Registrato: 22/12/06 15:20
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Luogo di residenza: trento

MessaggioInviato: Ven Gen 11, 2008 19:02    Oggetto:
 
Complimentoni ape!
Fantastico il tuo giro, bellissimi i posti, eccezionale la gente.

Mi ha fatto rivivere il nostro viaggio di qualche anno fa (era il 2001)... eravamo partiti con un programma di viaggio dettagliatissimo, dopo tre giorni il Marocco ci aveva catturati e ci siamo fatti portare in giro da quello che succedeva giorno per giorno... Unico vincolo: il momento (triste) del ritorno.

Credo che da allora sia cambiato il nostro modo di andar per il mondo...

E poi, grandioso il lavoro di reportage Exclamation Exclamation Exclamation
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In montagna sembra un uomo che cammina, in piano sembra un cavallo al trotto, in discesa è più veloce di un uccello in volo
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Leo Rispondi citando



Registrato: 27/01/07 17:31
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Luogo di residenza: Zoldo

MessaggioInviato: Ven Gen 11, 2008 21:13    Oggetto:
 
Raccontato e visto così è bello anche il Marocco!!!!!!!!!!! cosa si può dire??? Complimenti e basta!!!
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