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Fiaba per Ilaria
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@le Rispondi citando



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MessaggioInviato: Gio Apr 24, 2008 11:57    Oggetto:
 
casmau ha scritto:
Ale, raggiunto dalla notizia preparò lo zaino, ormai coperto dalle ragnatele, spolverò sci e scarponi, testò la colla delle pelli, sorprendendosi della loro efficacia. Appoggiò le cose vicino alla porta, poi andò in cucina abbracciò la sua compagna e la sua piccola, sussurrò, questa volta devo proprio andare, questa volta lo faccio anche per voi, per la nostra libertà.... continua


Laughing Laughing Laughing Laughing Laughing Laughing Laughing Laughing Laughing

grande maurizio!! pensa che è davvero una frase che spesso uso con loro .... ogni volta poi devo sbrigarmi a schivare un ceffone di giorgia!!!! Laughing Laughing Laughing Laughing
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La debolezza ha paura di grandi spazi, la stupidità ha paura del silenzio. Aprite gli occhi e le orecchie, chiudete le radioline, niente rumore, niente grida niente clacson. Ascoltate la musica delle montagne!!

Samivel
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casmau Rispondi citando



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MessaggioInviato: Gio Apr 24, 2008 12:27    Oggetto:
 
casmau ha scritto:
casmau ha scritto:
Un giorno di primavera, mi sembra che fosse il 25 aprile, arrivò a casa di Vik e Dina un uomo grande e dalla faccia buona. Diceva di chiamarsi Tavernello, amico di Gianko er cazzaro e del vecchio Casmau. Suonò alla porta e Ilaria si trovò di fronte il gigante dal sorriso più grande che aveva mai visto. Tavernello gli disse che aveva un messaggio per i suoi vecchi. Ilaria rapita dallo sguardo buono del gigante lo fece entrare, e chiamò urlando i suoi genitori. Arrivarono di corsa, con preoccupazione, ma alla vista di Tavernello scoppiarono in urlo di gioia liberatorio. Si abbracciarono, fissandosi negli occhi. Tutti sapevano che l'arrivo del gigante aveva un significato. Passata la tempesta emotiva, lo sguardo di tutti divenne interrogativo. Tavernello, chiese un bicchiere di vino, che Ilaria si affrettò a portare, il bicchiere si alzò, e in un sorso divenne un ricordo. Sono qui, disse Tavernello per dirvi che sulla Femmina Morta è scesa tanta neve, quanta non se ne vedeva da tanti anni. Il popolo degli OTTiani si stà mobilitando da tutti i gruppi montuosi, perfino i fratelli spagnoli, greci, anche dall'Africa si stanno organizzando per arrivare sulla Majella, per quella che sarà la più grande manifestazione di pace e di vita dopo il grande scirocco. Vik corse in cantina a prendere una piccola bottiglia di grappa, l'ultima esistente, dopo il divieto. Riempiti i piccoli bicchieri e dopo aver brindato e mandato giù tutto di un fiato quella preziosa bevanda, disse serio, prepariamoci a partire. Un urlo liberatorio dette inizio al viaggio....... continua


La notizia stava viaggiando da nord a sud sfruttando quei canali che solo un'oppressione può attivare. Il vecchio Orso a Trento era già in contatto con Luca GPS, Loris e gli altri. Il Traccia si era impegnato a trovare un percorso alternativo per viaggiare al sicuro verso l'Abruzzo. Tavernello prima di raggiungere Vik e Dina si era fermato a casa di Bebebeu, esortandolo a mettersi in contatto con Bert e Selig. La notizia arrivò ad Arsiero, e sorprese Giovanni e il Vikingo intenti a consumare una cena a base di fagioli. Anche qui si brindò all'evento, anche se Giovanni non potè fare a meno di pensare al duro viaggio in macchina con il Vikingo dopo quella cena a base di energia incontrollata. Poi disse chi se ne frega, l'aria della Majella rimetterà le cose a posto. Ale, raggiunto dalla notizia preparò lo zaino, ormai coperto dalle ragnatele, spolverò sci e scarponi, testò la colla delle pelli, sorprendendosi della loro efficacia. Appoggiò le cose vicino alla porta, poi andò in cucina abbracciò la sua compagna e la sua piccola, sussurrò, questa volta devo proprio andare, questa volta lo faccio anche per voi, per la nostra libertà.... continua


Incredibile, ma il popolo degli ottiani si era messo in movimento, era una bellissima primavera, fresca e ventosa, e le energie, quelle positive avevano vita facile a propagarsi. Gino e Fluto, avevano escogitato un travestimento per poter viaggiare senza essere riconosciuti. Avevano trovato 2 abiti da francescani, e una volta indossati, ricoprirono gli sci con delle assi di legno, poi li inchiodarono a mo di croce e con quel fardello sulle spalle si incamminarono, lasciandosi alle spalle le valli alpine e iniziarono il loro viaggio tra le campagne e i boschi appenninici verso l'Abruzzo, intonando canti non proprio religiosi, ma che potevano sembrarlo. Intanto a Pescara, il prode Annibale insieme ai suoi amici erano impegnati a rimettere in sesto vecchi sentieri ormai dimenticati, che avrebbero consentito agli ottiani di raggiungere il grande altopiano della Majella al sicuro da sguardi indiscreti. Ste, Cesare e Dario insieme ad altri, raggiunsero Trieste, dove si imbarcarono su un peschereccio, che li avrebbe portati a Pescara. Anche quello fu un viaggio avventuroso. I venti freschi di primavera, consentivano alla neve di resistere al sole, ma alzavano onde che rendevano la navigazione più difficoltosa. Impegnati a tirar su reti piene di pesci, e con il cuore in subbuglio affrontavano il viaggio da veri capitani. A proposito di Capitani, il ns. di Capitano si mise in viaggio in sella alla sua fida bicicletta, gli sci erano mascherati da assi di collegamento per un piccolo carrello dove aveva il resto dell'attrezzatura. Insomma il grande cammino verso la liberazione era iniziato. continua.....
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http://vimeo.com/87710861

Di colpo tutta la mia facoltà di pensare si spegne.
Che sensazione piacevole! Ho forse dormito?
No sto facendo una gita con gli sci
H. Buhl
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giovannibusato Rispondi citando



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MessaggioInviato: Gio Apr 24, 2008 12:56    Oggetto:
 
eilà maurì... era ora!!
ascolta; per avere sempre l'ultima versione aggiornata
EDITA l'ultima fiaba intera caricata e copia/incolla la tua di seguito!!!
(così ne abbiamo una versione sempre aggiornata!!!)

avanti con i capitoli !!!!!!!

ciao ci si vede presto..
.. quando meno te lo aspetti......
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giovanni
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casmau Rispondi citando



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Luogo di residenza: Roma, Appennino

MessaggioInviato: Gio Apr 24, 2008 13:10    Oggetto:
 
giovannibusato ha scritto:
eilà maurì... era ora!!
ascolta; per avere sempre l'ultima versione aggiornata
EDITA l'ultima fiaba intera caricata e copia/incolla la tua di seguito!!!
(così ne abbiamo una versione sempre aggiornata!!!)

avanti con i capitoli !!!!!!!

ciao ci si vede presto..
.. quando meno te lo aspetti......


ok Wink

e aspetto buone nuove
ciao
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Di colpo tutta la mia facoltà di pensare si spegne.
Che sensazione piacevole! Ho forse dormito?
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giovannibusato Rispondi citando



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Luogo di residenza: Paesello

MessaggioInviato: Gio Apr 24, 2008 13:26    Oggetto:
 
stesura del 24/04/2008, dopo i contributi di Maurizio (part five)

Part one – risvegli
""""" Ilaria si svegliò il giorno del suo compleanno piacevolmente intorpidita dalla lunga gita del giorno prima e pensò “speriamo piova così mi rigiro e poltrisco come un gatto ancora un po’ qui al caldo..”
Il sensore domotico percepì il segnale e sugli scuri si animò un’immagine di pioggia e nubi basse conficcate tra i larici del Plose come le perline nei capelli del babbo che raggiunta l’Ottava Dimensione dello Sci sarebbe diventato di lì a poco il Gran Maestro della Segreta Setta della Neve Libera, nemico numero uno del Grande Pianificatore e ricercato su tutte le montagne del pianeta.
Dopo tanto stiracchiarsi Ilaria raggiunse la cucina e bevve la Pozione che cento anni prima s’era scoperto avere la proprietà magica di fermare il tempo..
La leggenda vuole che fosse stata inventata per caso da una “banda di irregolari”; una popolazione chiamata Ottiani, dedita al libero sci, ai piaceri della tavola, al bello scrivere e al gaudioso sparar amenità che in visita ad una distilleria clandestina di una bevanda a base di luppolo, in preda all’euforia cadde nell’infernale calderone che ribollì di malto, sudore, pelli di foca, sole di montagna e vesciche.. il vecchio Mr. Forst, incuriosito da tanta schiuma proseguì nella distillazione e ottenne la sua fortuna… la pozione magica.
Nulla è stato tramandato dei prodi Ottiani soltanto che vennero banditi e perseguitati dalle Polizie del Grande Pianificatore per il loro spirito anarchico e libertario e poi dispersi chi sui bislunghi Appennini, chi nella lontana India gli altri nel gelido nord o sulle vinose colline financo alle caliginose pianure; eppure si dice sottovoce che ancora oggi, la notte, piccole luci fugaci segnino l’oscurità di veloci guizzi e risate proibite mentre i loro sci tracciano le nevi della memoria.
Del resto Ilaria aveva sempre notato con curiosità quegli strani personaggi che passavano furtivi a trovare i suoi genitori.. per esempio quel tipo con la crema bianca sul viso che si muoveva su una vecchia corriera del secolo scorso invece che utilizzare il teletrasporto.. o l’altro dagli anacronistici occhiali perennemente appannati al posto delle video-cornee e dal vecchio gps al posto di quello integrato sotto pelle.. e c’era pure il cappellone sempre appeso a quella frangibile acqua solida verticale nella quale potrebbe tranquillamente nuotare se solo aspettasse la bella stagione..
per non dire delle bellissime donne che il Grande Pianificatore vorrebbe legate alla montagna da rughe, muscolacci e fiato alcolico tra radi denti.
Ilaria, invece, si divertiva a rincorrere quei due cagnoni, l'uno mai domo e l'altra mai sazia, mentre il suo papa' confabulava con i loro proprietari: il primo al quale non potevi proprio dare torto, il secondo invece rimaneva schivo ad ascoltare in disparte...
Bevendo la pozione magica, ebbe un sussulto... le parve di udire ancora quegli ululati che aveva sentito tutta la notte riecheggiare nella vallata...
La mamma, rassicurandola, le aveva detto che in realtà non erano di un grosso lupo cattivo, ma la leggenda vuole siano un piccolo buffo cagnolino che errante zampetta per i canali del Sella e del suo padrone dalla criniera d'argento che ogni notte si avventura tra gli intricati boschi sottostanti lasciandogli del cibo ma perdendo sempre qualcosa... " é per questo - continuava la dolce Dina- che in montagna se si trovava qualche oggetto perduto, bisognava riportarlo alla baita più vicina, cosicché il Fantasma Buono poi riuscisse sempre a ritrovarlo e gli ululati si attenuassero"..
Fatta colazione Ilaria raggiunse il padre in giardino, oggi non era giorno di scuola e sarebbero andati a fare una nuova gita, la stagione era quasi finita e gli addetti stavano togliendo i percorsi dai monti arrotolando ordinatamente le piste.. Ilaria chiese:” cos’è la neve??”
Ssssss.. sibilò il vecchio Vik guardandosi intorno.. era una parola proibita dai tempi del Grande Scirocco, quando la neve era scomparsa da quasi tutto il pianeta e non aveva più nevicato..
Da allora ogni inverno il Grande Pianificatore, per la gioia del popolo, stendeva sulle montagne una pellicola di materiale trasparente che era possibile salire e scendere con particolari attrezzi..
“gli sci??” ribattè Ilaria… quelli che tieni nascosti in cantina..???
sssssss. con i vecchi sci puoi andare dove vuoi, farli curvare dove vuoi, ecco perché sono proibiti, e noi li usiamo di nascosto nelle Remote Terre di Mezzo dove qualche traccia di neve è rimasta; il regno del Vecchio dal Tallone Libero, che vaga ramingo per il Grande Masso, ma questa è un’altra storia!
Questa sera ti racconterò..
Ilaria salì e scese le piste ma senza passione, non vedeva l’ora che arrivasse sera per sentire la storia così non si concentrò nello sci, in fondo alla discesa l’addetto alla Pista rimproverò il padre, lo skipass aveva registrato poca felicità.. tutti dovevano essere felici dopo la discesa,, tutti!
La sera dopo cena Ilaria si sistemò accoccolata sul divano accanto al padre; Vik rimestava nelle braci del camino e sembrava guardare lontano, altrove, iniziò grave:
“prima del Grande Scirocco nevicava.. eccome se nevicava; cristalli d’acqua bianchi, silenziosi, da guardare con gli occhi al cielo per ore finchè non ne erano pieni che dava l’impressione di poterci cadere dentro, la neve copriva i monti, i canaloni, i fianchi e le creste di un bianco scintillante al sole di inverni veri.. si iniziava a dicembre, anche prima, si racconta che l’otto dicembre parte degli Ottiani salisse al Cevedale in preghiera per ringraziare gli Dei della Montagna e scendesse a capofitto.. neve soffice impalpabile, neve crostosa modellata da venti sottozero di gennaio fino al primo pallido sole di febbraio che la neve rifletteva sciogliendosi appena di giorno per rigelare la notte..
Storie di partenze notturne mentre marzo elargiva giornate più lunghe e sole vigoroso.. allora la neve di cemento del mattino diventava Firn a mezzogiorno.. trasalì; parola proibita! Firn, lo riconoscevi anche solo dal rumore in curva: shhhhhh!! consentiva di essere più felici, addirittura euforici; che pazzia! Quella felicità è stata abolita ora, piste tutte uguali, sempre uguali, curve nello stesso posto sempre nello stesso posto!!
“Perché” .. scattò Ilaria..”si poteva sciare ovunque??”
Già, ovunque! Senza regole, senza orari e con chi ti pareva! ma dopo il Grande Scirocco venne proibito e sostituito con percorsi obbligatori e sintetici; ma si racconta di un favoloso hacker di nome Admin che per poche ore riuscì ad entrare nel sistema e a disattivare le piste; accade così che il popolo potè sciare ovunque ma assuefatto alla sicurezza della routine si spaventò di tanta libertà e consegnò esso stesso al Grande Pianificatore Admin che fu condannato a vita alla console del Commodore 64.
Gli sci giravano a comando mordendo il ghiaccio duro o galleggiando sulla morbida farina, poi vennero i runners mandati dal Grande Pianificatore, tutti uguali, tutti sulle stesse cime testa bassa e sudore negli occhi; cambiarono gli sci con leggere tavolette comandate da un computer, cambiarono gli attacchi e dai vecchi tolsero il rumore perchè afrodisiaco: ascolta:
T-Tlac!! fece con la bocca.. un suono che ispirava sicurezza, potenza e pensieri estremi…ma non era per tutti e allora via: proibito! Ora è magnetico, viene impiantato appena si nasce alla base del pollice e del mignolo e sul tallone e aderisce ad una tavola che segue fedelmente un binario magnetico in salita come in discesa!
La salita allora era dura con frequenti soste a rimirare il paesaggio e per cercare la via; ma la discesa, alla ricerca ognuno della propria libera traccia, compensava ogni sforzo e alla fine si arrivava finalmente a valle e ci si rifugiava in qualche osteria a festeggiare la riuscita della gita commentando i vari momenti della giornata..
“Osteria??” obiettò Ilaria.. a già: proibita!
Era un luogo dove ci si sedeva vicini a mangiare qualcosa e a bere del buon vino ridendo e scherzando e prendendoci in giro delle nostre difficoltà, delle nostre cadute smargiassando capacità mai avute e a farci belli con le nostre compagne che poi andavano anche più forte di noi…
La luna splendeva sul Plose, quella vera, magnetica e ipnotica e loro erano sul divano abbracciati, Vik e Dina guardavano oltre le vetrate, Ilaria a un filo dal sonno guardò dolcemente il padre è disse “perché non mi racconti del Vecchio dal Tallone Libero prima di addormentarmi?”.
“Ssssssh! Non nominarlo ad alta voce, che anche lui è ricercato in ogni dove e con tutte le “cimici” che ormai hanno messo dappertutto, non vorrei che scoprissero che sono un suo amico.
Devi sapere – raccontò l’inossidabile Vik, abbassando la voce – che è un Vecchio Anarchico Senza Tempo che, oltre che sciare ancora come ai vecchi tempi, ma di nascosto, lo fa anche con i talloni liberi, piegandosi ad ogni curva in modo strano e ululando di gioia come un vecchio lupo marsicano.
Nelle Montagne delle Remote Terre di Mezzo, nei piccoli paesini di montagna, dietro le imposte semichiuse, la gente lo sente ancor prima dell’alba nel suo continuo girovagare di Rava in Rava, dal Velino al Sirente con il suo fardello di ricordi, in cerca dei suoi vecchi compagni dei bei tempi. Ripete ad alta voce i nomi con la speranza di rivederli ancora liberi come lui, ma le Guardie del Grande Pianificatore li hanno presi uno ad uno mentre godevano spensierati a disegnare libere curve sul famoso firn appenninico nella nascosta e proibita Valle della Femmina Morta dove c’è ancora un po’ di Neve, quella vera di una volta.
Gianko er Cazzaro , Kit Karson, il Gigante Buono sono da tempo confinati in una Busa e guardati a vista .
Il Vecchio Casmau, così si fa chiamare, però è un irriducibile e, in un vecchio magazzino pieno di libri nella Grande Città Eterna, confeziona dei video sovversivi che mette in Rete affinché altri come lui cerchino di ribellarsi e possano condividere le sue emozioni, il suo sciare in libertà. Il suo grido di battaglia è “Libera il Tallone, libera la Mente” e naturalmente è una frase proibitissima che, se lo prendono, potrebbe fruttargli anni ed anni di isolamento nel Super Carcere dei Nostalgici.
Nel frattempo qui al Nord, tale Bebebeu dei Ravanatori Liberi, che prima del Grande Scirocco girovagava per mesi a concatenare Cime, Forcelle, Canaloni assieme al Poderoso Bertl ed alla Bella Selig, leggendaria Creatura che alcuni degli Ottiani asseriscono fosse il frutto delle fantasie di molti, ma i molti giurano che esistesse davvero, il Bebebeu – dicevo - confezionava altrettanti video sovversivi, cosicché ai Posteri rimanesse testimonianza di un’epoca in cui le Emozioni contavano ancora qualcosa.
Devi sapere che prima del fermo di Gianko er Cazzaro e Soci, un gruppo di Irriducibili, sfidando le imposizioni del Grande Pianificatore decise di scendere nelle Terre di Mezzo per godere della Neve Vera, eludendo i continui pattugliamenti lungo le sponde del Rubicone preposti ad evitare attraversamenti clandestini.
Fra la Gente degli Appennini si era già sparsa la voce che sarebbe arrivata di notte una Banda di Sciatori della Segreta Setta della Neve Libera e che il Vecchio Casmau li avrebbe accolti nascondendoli in uno sperduto paesino disseminato di vicoli tutti uguali, dove le Guardie non li avrebbero trovati tanto facilmente.”-
Con gli occhi ormai quasi chiusi Ilaria fu distratta da un lampo di luce veloce nel buio del bosco che seguì a bocca aperta col dito della mano; ma forse era già un sogno; Vik tutto preso dal racconto, non si era nemmeno accorto che la piccola Ilaria stava già dormendo, chissà se ha sentito tutto pensò ed uscì di soppiatto dalla stanza per non svegliare la piccola ridendo sornione sotto i baffi lunghi con le perline.
Nell’atrio ad aspettarlo c’era Dina, bardata di tutto punto con una tuta da sci nera, con i vecchi sci in mano e con il frontalino a raggi infrarossi già indossato.
-“Questa sera tocca a me caro, stai qui tu con la piccola”-
-“Ok Tesoro, ma fai attenzione a non farti beccare e occhio a non cadere che sei già al sesto mese.
Ilaria si svegliò nel cuore della notte, i genitori dormivano profondamente così decise di mettere in pratica il piano i suo piano: trovare le prove che le fiabe del padre erano state e sono realtà!
Scese in cantina dove dei quadrati di diverso colore indicavano chiaramente l’antica presenza di immagini.. ma quali immagini e perché erano state tolte?? Cominciò una sistematica ricerca , ma non si intravedeva nessun possibile nascondiglio.
Tutto era in perfetto ordine e quando ormai stava rinunciando, venne incuriosita da una piastrella in un angolo. Infatti la luce della torcia aveva colpito di striscio il pavimento, rivelando un piccolo scalino nella fuga della piastrella. Si avvicinò e chinandosi si accorse che c'era qualcosa di strano, provò a battere sul pavimento e il rumore sordo le diede la certezza che aveva centrato il bersaglio.
Cercò qualcosa di appuntito e trovo un cacciavite, allora alzando la mattonella scoperse una l'intercapedine. L'emozione era enorme, la poca luce amplificava l'emozione e si trovò di fronte ad un piccolo foro alla base del muro, introdusse tremante una mano e sentì un fardello.
Ormai non poteva più tirarsi indietro.
Estrasse il pacchetto e vide che era composto da una vecchia carta marrone da pacchi e dello spago.
(Materiali a lei sconosciuti, ma il vecchio Vik glieli avrebbe descritti poi).
Taglio subito lo spago senza pensarci su molto e aperto il pacchetto lo stupore fu inimmaginabile.
Si trovo tra le mani delle fotografie incorniciate, che associò subito ai rettangoli sul muro del soggiorno.
Le immagini ritraevano i sui Fortissimi Genitori, con le facce sorridenti, durante delle scene di sci, si vedevano quegli strani attrezzi con la punta arrotondata e quei bastoni alle mani.
Ma la cosa che la colpì fu quel bianco candore tutto intorno e quegli sbuffi dietro le code degli sci.
Penso a come dovevano essere stati felici in quei momenti.
Poi si disse che avrebbe fatto ora?
Ma la curiosità era maggiore di qualsiasi eventuale rimprovero e corse a svegliare Babbo e Mamma.
Immaginatevi per loro essere svegliati nel cuore della notte da questa bambina scalpitante e che continuava a ripetergli di raccontargli tutto.
Allora il buon papà gli raccontò che essendo vietata ogni riproduzione di quel periodo, aveva nascosto e non distrutto le prove di quei spensierati giorni. Ma quei rettangoli sul muro per lui e Dina era come se le foto fossero ancora sul muro. Nella loro retina e immagini sembravano ancora vive. Perciò aveva nascosto quelle Icone di Ricordi. Ma poi saggiamente disse:
Io e mamma abbiamo avuto la fortuna di trascorrere quei momenti, ma il mio rammarico non è per non poterlo più fare.
Quello che mi rattrista è che di non riuscire a farti provare quelle emozioni che noi, assieme al Popolo degli Ottiani, abbiamo provato.
Ma vedrai che un giorno riusciremo nell'intento.
C'è sempre la speranza che il Grande Gelo ritorni a scacciare il Grande Scirocco.
E se verrà quel giorno tutte le truppe del Grande Pianificatore, naturalmente impreparate all'eccezionale evento, verranno sopraffatte dall'abbondante neve e dal gelo.
E noi torneremo a scodinzolare liberamente su tutti i pendi.

Ricordi…Part two:
... la vista delle fotografie dei tempi andati risvegliò nelle anime dei due genitori sentimenti sopiti ma mai morti e un semplice gesto d'intesa, uno sguardo intenso e deciso, gli occhi che per frazioni di attimi continuano ad incrociarsi, scambio di dati veloce in modalità bluetooth per non farsi beccare dal wireless del Grande Pianificatore e in men che non si dica si ritrovarono in piedi davanti al caminetto e sfruttando le onde di calore del fuoco combinate con le potenti onde elettrOTTiane cominciarono a stabilire contatti con la rete degli “irregolari” gente marchiata col simbolo OTT sulla fronte costretta a vivere emarginata nelle Terre di Mezzo in attesa che il Grande Scirocco smetta di governare e sempre pronta ad inforcare gli assi per soverchiare il Grande Pianificatore e i suoi seguaci …
Il primo a rispondere al segnale segreto è il fido GPS che vaga per i boschi in cerca di un satellite che gli permetta di organizzare subito un ponte radio con gli amici delle remote terre trentine i quali erano costretti a vivere nascosti in una caverna che ai tempi dei letarghi veniva usata dal compare Grizzly ma che ora non è altro che un covo di clandestini Skazzati dove ancora distillano insieme al Grande Maestro Mr. Forst la magica pozione.
Gli Skazzati hanno il compito preciso di insegnare ai posteri la tecnica dello sci “no global” che avevano imparato in un famoso raduno OTTiano in quel del Tonale e la loro “mission” doveva essere portata avanti nonostante i tempi ormai fossero cambiati, nonostante per gli “altri” non vi fosse più neve, nonostante il Grande Scirocco dettasse legge ma loro insieme ad altri sotto gruppi OTTiani nelle Terre di Mezzo ancora trovavano lingue di neve dove addestrare fidi alleati perché la tecnica “no global” non si perdesse nelle viscere del tempo.
… ma torniamo a noi …eravamo rimasti che gli Stuffermans erano riusciti a prender un contatto col Geom. GPS il quale a sua volta aveva allarmato gli Skazzati i quali a loro volta avevano il compito più arduo e cioè quello di fermare il ramingo Vecchio dal Tallone Libero ormai anarchico e insofferente a qualsiasi governo ma sempre pronto a scendere dai suoi Appennini per abbracciare gli sci della “revolution” ma sssssssssssssss non pronunciate mai quella parola che il Grande Scirocco potrebbe sciogliervi anche le poche lingue rimaste!!!
Per recuperare il buon Casmau non avevano altro mezzo che mandare in esplorazione il re del Ravaning Grande Saggio della Brenta-Dolomia che risponde al nome di Bebebeu e che, in barba ai divieti e fatti suoi alleati il fido tracciatore occulto Bertl e la principessa Sissi de “noialtri”, parte nell’oscurità della notte tra gli acquitrini della Terra Padania per la sua “mission impossibol”.
… nel frattempo lassù nelle desolate terre altoatesine il Barone Von Kiten che nel frattempo per nascondersi dagli invasori si ero comprato un titolo nobiliare su e-bay, aveva captato il segnale e vestito di tutto punto ed inforcati in suoi fedeli Chaman si era lanciato tra i boschi per raggiungere i compagni Skazzati ma prima di arrivare aveva un compito ben preciso e cioè quello di scovare il Capitano, come avrebbe fatto altrimenti la “banda di irregolari” senza il suo Capitano?
Non fù cosa facile perché dopo la chiusura di internet Admin e il Cap furono arrestati quali cospiratori di un movimento sovversivo. Ma si narra che gli OTTiani riuscirono con un colpo di lamina ad ad abbattere le resistenze del Grande Pianificatore ed a liberare i prodi guerrieri che però da quel dì dovettero darsi alla macchia per sfuggire ai continui controlli.
…. Ma il barone Von Kieten sapeva dove poteva trovare il suo capitano e non tardò ad arrivare al nascondiglio segreto.
Nel frattempo anche nelle remote terre del Prosecco i Castellani avevano ricevuto il segnale e capitanati dal Denali si erano subito imboscati nel buio della notte per andare a scongelare l’uomo dei ghiacci che purtroppo viveva in esilio in un Freezer della Padania, ovviamente prima di salire ai monti dovranno risolvere un indovinello creato dall’astuto mastro Ezy che permetterà loro di liberare il prof. Gaspa e la sua bella Z la formica tenuti prigionieri dal perfido Enrico (edonista convinto) convertito allo Sciroccanesimo per scappare alle congiure, tanto con la schiena malandata non avrebbe più liberato il tallone per cui pensò ben di allearsi col nemico …
… e venne il grande momento quando dopo anni di esilio e viaggi notturni ed incontri foresti i prodi OTTiani si ritrovarono riuniti tutti insieme e dopo i soliti convenevoli e le solite grappette di apertura si accorsero che mancava il grande Vikingo e ovviamente il suo compagno grande maestro della scrittura Juan … solo il Michelone poteva sapere dove trovarli lassù nella remota val Caprara dove insieme al Prof. Fluto erano condannati a vagare in cerca dei ricordi di quando quella meravigliosa valle veniva ogni anno riempita da metri di neve …. Sssssssssssssssss…. Non nominate quella parola per carità ….sssssssssss……
Dopo qualche ora dunque erano tutti riuniti pronti per abbracciare gli assi della Revolution volevano tutti un’unica cosa e cioè richiamare il Grande Freddo e scacciare il perfido Scirocco che imperversava in lungo e in largo da molti ormai troppi anni …
…. Ma ecco il colpo di scena da dietro un albero sbuca fuori Nicola “el magnagatti” che mostra a tutti il campo di battaglia … la banda rimase sbalordita nel vedere un campo di calcio … nooooo nessuno voleva credere ai proprio occhi il raduno si era compiuto ma non era per inforcare gli assi della revolution ma semplicemente per compiere la famosa e mai disputata partita : Attacchini VS Attacconi

part three = Il viaggio al Ghiaccio Vecchio
Erano passate parecchie lune dal giorno della scoperta da parte di Ilaria delle foto della neve vera, ed ella era ormai cresciuta, arrivando in quell'età in cui i giovani passano da 'il mio papà sa tutto' a 'il mio vecchio non capisce nulla'. Il Grande Scirocco non aveva dato segni di cedimento, anzi si era rafforzato. La neve vera era sparita anche dalle Terre di Mezzo, e nella Grande Pianura la popolazione ormai passava il suo tempo a combattere contro enormi zanzare e ad erigere argini contro la Grande Onda che, si sussurrava, ormai stava per arrivare da est.
La ragazza era cresciuta con una buona educazione, ed adorava passare il suo tempo libero all'aria aperta. Le piacevano i fiori, che andava a raccogliere sulla grande radura sinuosa che, da poco dietro casa sua, saliva fino in cima alla Plose. Era una radura dalla forma strana: di così strane ne aveva viste solo sopra Riscone, in Val Badia ed in Val Gardena. Gli anziani del paese la chiamavano 'la pista'. 'Che cosa strana' - pensava Ilaria - 'di piste io conosco solo quelle sintetiche del Grande Pianificatore, quelle che attraversano il deserto, quelle di asfalto degli autodromi e quelle che di certo si facevano mamma e papà per fare le gite esagerate che mi hanno raccontato, se mai le hanno fatte'. Ma questa è un'altra storia.
Dicevamo, ad Ilaria piacevano i fiori: adorava le orchidee che crescevano nella parte bassa della 'pista', le nephente della parte intermedia, dove la foresta pluviale lasciava man mano spazio a qualche sparuto e morente larice, e le spettacolari chiazze di capperi e fichi d'india che adornavano i pendii più alti e siccitosi del Telegrafo. Le piacevano addirittura i giganteschi fiori di rafflesia, che dovevano essere però osservati da lontano, in quanto a tradimento emettevano delle esalazioni pestifere; papà Viktor li chiamava 'fiori vikingo', chissà perchè...
Un giorno, mentre era andata a cogliere orchidee, udì un richiamo provenire da dietro un albero del pane, nel fitto della foresta al bordo della radura: si avvicinò con cautela, e si trovò a faccia a faccia con quello strano personaggio dalla faccia bianca che anni addietro aveva visto a casa sua.
'Ciao, io ti ho già visto a casa mia, come ti chiami?' - chiese Ilaria.
'Sono Be... sono... ecco, sono un Tracciatore' - disse l'uomo.
'Vieni alla luce, così ti vedo meglio'
'Non è bene, non fa bene il sole sulla faccia', disse l'uomo, ma comunque acconsentì, uscendo allo scoperto, ma senza mai mettere la faccia al sole. Ilaria era emozionatissima, sapeva che l'uomo era uno dei compari di mamma e papà ai tempi dello sci libero.
'Hai detto che sei un Tracciatore... cos'è un Tracciatore?'
'E' difficile da spiegare di questi tempi... io... ecco, facevo la strada. Quando vedevo un pendio innevato e mai percorso, mi mettevo davanti al gruppo e salivo, salivo, salivo per migliaia e migliaia di metri senza fermarmi ne rallentare mai. Facevo delle bellissime tracce, sinuose, lisce, morbide, con i buchi regolari dei bastoncini a lato, una gioia per gli occhi. A volte, tornando indietro, me le trovavo tutte rovinate dagli enormi buchi informi provocati dal passaggio della tribù dei Ciaspoleros, ma pazienza, il bello era nel farla, la traccia. Un po' come succede per i castelli di sabbia, si sà che la prima onda o il vento se li portano via, ma il bello è costruirli.
'Mi piacerebbe tanto provare a fare lo sci libero' – sospirò Ilaria.
'Beh, forse... forse è possibile. Difficile ma possibile. Esiste un luogo, ad ovest, dove è rimasto ancora un po' di ghiaccio. Noi lo chiamiamo il Ghiaccio Vecchio. Ho degli amici lì, ed assieme a loro riusciamo ancora a fare dello sci libero; non è proprio come lo facevamo in passato, ma comunque è meglio dello sci obbligatorio! Certo, è un viaggio pericoloso, ma ne vale la pena'.
Un lampo di meraviglia illuminò il volto di Ilaria. Prese per mano il Tracciatore e si mise a correre verso casa, dove arrivò ansimante. Quando Dina la vide arrivare, capì subito cosa sarebbe successo di lì a poco. Sapeva che B... che il Tracciatore si aggirava dalle loro parti, sapeva che Ilaria lo avrebbe un giorno incontrato, sapeva che avrebbe loro chiesto di poter andar a provare l'emozione che loro avevano provato anni fa. Lo sapeva, e lo sperava.
Quella sera, quando Viktor rientrò dal lavoro, non servirono parole. Le lacrime agli occhi di Dina erano già una dichiarazione esplicita. Senza dir nulla, scese in cantina e tornò con un pacchettino. Conteneva due cose che sembravano barrette energetiche. Le porse ad Ilaria: 'Piccola, stai per affrontare un viaggio lungo e difficile, ma alla fine troverai la soddisfazione estrema. Conosco il Ghiaccio Vecchio, con la mamma ci sciavamo prima del Grande Scirocco. Voglio farti un dono: questi sono due sci liofilizzati, basta bagnarli con un po' d'acqua e si gonfiano fino a diventare uguali a quelli che usavamo noi. Non dovresti aver problemi con i controlli.'
Qualche giorno dopo, Ilaria ed il Tracciatore partirono a bordo di una macchina rossa verso la terra degli Elvezi, dove si trovavano montagne molto più alte che vicino a casa. Il viaggio fu lungo e pieno di insidie, ma silenzioso. I controlli erano frequenti, ma il Tracciatore era abituato e fu abile a dribblare le domande dei gendarmi. Con un ultimo tratto in traghetto attraverso il Grande Lago Svizzero arrivarono finalmente a Wengen, alla base della Grande Nord. 'Vedi' – disse il Tracciatore – 'noi dobbiamo arrivare a quel passo, ma dobbiamo arrivarci con le nostre forze, e senza farci vedere'. Camminarono così per qualche notte (di giorno si riposavano tra gli anfratti), finchè raggiunsero il Jungfraujoch.
Al passo lo spettacolo era meraviglioso: una pietraia si estendeva a vista d'occhio ai loro piedi, contornata da cime altissime. Su alcune di queste sembrava ci fossero delle baracche. 'E quelle cosa sono' – chiese Ilaria. 'Sono le case dei Polveromani' – spiegò il Tracciatore – 'Stanno lassù tutto l'anno in attesa che cada un po' di neve dal cielo. Quando succede, come dicono loro, picchiano giù qualche curvetta, e sono felici. Ne conosco alcuni: uno di loro una volta era un Farmacista, ma ha abbandonato l'attività per ritirarsi quassù'.
'Ecco' – disse il Tracciatore indicando il pendio sassoso che si stendeva ai loro piedi – 'questo è il Ghiaccio Vecchio'. 'Ma come' – disse Ilaria con un moto di delusione – 'è una pietraia!'. 'Sembra una pietraia, il Ghiaccio Vecchio è sotto. Vieni, dobbiamo scendere ed aspettare la notte'.
E la notte arrivò. Mai un crepuscolo era sembrato durare tanto alla giovane, ma finalmente il momento era arrivato. Il Tracciatore si guardò intorno un'ultima volta, sollevò una grande pietra che fungeva da botola ed iniziò a scendere per una scaletta, verso una flebile fonte luminosa. Man mano che scendevano, la luce aumentava ed aumentava anche il volume dei suoni che arrivavano da quella voragine apparentemente senza fondo. Sembravano canti, risate, urletti di piacere, il tutto mescolato.
E finalmente arrivarono nel Ghiaccio Vecchio: una grande caverna azzurra, da cui in salita si dipartivano tantissimi cunicoli che si intrecciavano, pieni di gente che scendeva con gli sci scegliendo liberamente il suo percorso! Alcuni cadevano, e sembrava che si divertissero anche in questo. E, meraviglia, gli sci si sganciavano. Udì distintamente anche il Ta-tlac dell'attacco che finora le era stato solo raccontato.
Una volta arrivati in fondo, gli sciatori si fermavano, estraevano delle fettucce pelose dagli zaini e le applicavano agli sci, dopodichè iniziavano a risalire.
Uno solo di loro sembrava contrario a questo rito. Alla fine della discesa non ripellava, ma si fermava direttamente a bere un bicchiere di pozione. Incuriosita, si avvicinò. Lo riconobbe, era uno degli amici di mamma e papà, ma come era ingrassato! Le raccontò che era contrario al ripellaggio, per cui si limitava ad una salita al giorno. Invero, non fu molto semplice capire cosa diceva, in quanto continuava a picchiettare sui tasti di una scatoletta con una grande antenna ed un visore, citando triangolazioni, ed imprecando contro l'effetto schermante del ghiaccio, inserendo a casaccio nelle frasi parole tipo 'giscover' ed 'egoist'. Fece sapere ad Ilaria che l'aggeggino era un localizzatore, la cui sigla GPS era divenuta illegale perchè coincideva con quella di Grande Pianificatore Supremo. Ora lui si faceva chiamare LucaLocalizzatore.
Il Tracciatore aiutò Ilaria a gonfiare gli sci, a sistemare le pelli, e la condusse su per uno dei cunicoli, per mostrarle come era organizzata la piccola comunità degli irregolari. Le gallerie venivano scavate dai Tracciatori che scalpellavano il ghiaccio con grande fatica salendo sinuosamente. Anche Viktor aveva fatto parte dei Tracciatori, come pure Bebebeu, che purtroppo non faceva più parte della Banda perchè doveva restare nella Grande Pianura a combattere le zanzare giganti assieme a Uellauella, altro noto irregolare.
I blocchi di ghiaccio prodotti dai Tracciatori venivano poi triturati in vario modo dai Ravanatori. Costoro continuavano a camminare in salita con speciali sci seghettati, ma erano trattenuti da funi, in modo tale che non procedessero affatto. A loro non importava, in quanto non erano interessati alla progressione, ma solo alla fatica sulla neve; anzi, il fatto di non procedere dava loro ancor più gioia. Erano abilissimi, e riuscivano a colpi di sci a riprodurre tutti i tipi di neve, dal firn alla farina.
Questi due gruppi erano guidati dai Programmatori, che decidevano direzione, pendenze e consistenza della neve. Uno di loro era particolarmente esigente: ogni cunicolo doveva essere differente in qualcosa da tutti gli altri, altrimenti egli non l'avrebbe mai salito. Ad Ilaria parve che lo chiamassero Professor Von Chiccher, o qualcosa del genere...
Era così giunta l'ora per Ilaria di provare lo sci libero. Tolse le pelli dagli sci, e si lanciò nell'intrico di cunicoli. Sciava benissimo, anche se non l'aveva mai fatto su piste non programmate, assaporando ogni curva, ogni cambio di pendenza (non sapeva che esistessero), ogni tipo di neve (questa per lei era la novità più grande). Scese e risalì decine di volte, fino allo sfinimento. Capì il sorriso di mamma e papà quando le raccontavano di quelle foto ormai sbiadite. All'alba, esausta, si fermò assieme agli altri irregolari per quello che chiamavano il piano B, che consisteva nel trangugiare quanta più pozione del signor Forst possibile in attesa del momento opportuno per lasciare il Ghiaccio Vecchio.
Ed il triste momento arrivò. Il Tracciatore dalla faccia bianca le disse che dovevano partire. 'Ma come' – protestò Ilaria – 'siamo rimasti solo un giorno'. 'Non possiamo rimanere di più' – disse il Tracciatore – 'altrimenti si accorgerebbero della nostra assenza, e sarebbero guai. Solo ai Geometri è concesso di sciare per due giorni, ma non so perchè'.
Ilaria asciugò e ricompresse gli sci liofilizzati, e si incamminarono. Il viaggio di ritorno fu, se possibile, più silenzioso di quello dell'andata.
Arrivati a casa, trovarono Viktor e Dina che li attendevano a braccia aperte, e scorsero fiumi di ... no, non di pozione, ma di parole e lacrime di gioia!
Invitarono il Tracciatore a restare, ma lui declinò l'invito. 'No, grazie, devo andare a casa, dormire 6 minuti e poi devo alzarmi per andare al lavoro'.
Ilaria torno più volte al Ghiaccio Vecchio, accompagnata anche da altri Irregolari. Dina e Viktor erano felici. Un solo risvolto di questa esperienza non riuscirono mai a capire: perchè Ilaria, che prima voleva fare il liceo e poi studiare Filosofia, improvvisamente avesse cambiato idea e volesse fare il Geometra...

part four: bimbi crescono..
" Ciao Papi, ciao Mami, eccoci qua!!!"
Erano passati già diversi anni, il Grande Scirocco nn dava cenni di attenuarsi, gli occhi del Vik, ancor vispi, trasalirono....
In effetti il sig. Vittorio, come oramai tutti i valligiani dovevano chiamarlo (il Grande Pianificatore aveva pure abolito gli Avatar e Nick-name, troppo eversivi..), era un signorotto che si stava avvicinando alla sessantina, sguardo sempre ammaliante e con il fisico di 15 anni prima (tanto che la gente si chiedeva quanti corsi preorganizzati di JoyGymn/StipStep/WaterCiclying/NordicWalking/PissingMountain... avesse fatto! Nessuno sapeva che ogni notte d'Inverno il sig.Vittorio smetteva i panni dell'agente matrimoniale x corrispondenza sul web e calzava i suoi soliti "strani lunghi aggegi" per risalire i canali più ripidi, qualche volta con uno strano tipo, un tal Cirillum, forse proveniente dalla lontana Persa!!).
Nonostante tutto ciò, il sole, il vento caldo e il suo rifiuto di andare dal Dr. ZTozzi Gran Chirurgo Estetico (ex-vascolare), alle cui cure si erano sottoposti nel frattempo quasi tutti i valligiani (pare sia venuto, disperato per la sua situazione, anche qualcuno dal lontano Regno dei Monti del Male.....), insomma tutto ciò aveva segnato il rude viso del sig. Vittorio, ma quella improvvisa apparizione di quella domenica gli fece perdere un altro anno di vita e finire l'ultima boccetta di tinta per capelli...
La mamma Dina, rimasta sempre uguale senza nessun intervento, nonostante la OTTava gravidanza in corso... invece sorrise bonariamente divertita: quella apparizione gli ricordava qualcosa di 20 anni prima.......
Ilaria, infatti era ormai cresciuta... bene: la sua somiglianza con la dolce Dina era strabiliante (sembrava sua sorella minore), un mistero rimane il fatto che non avesse preso niente dal padre, se non quello sguardo vispo e, purtroppo, per il suo carattere nn proprio "diplomatico".......... insomma la classica ragazza intelligente, maschiaccio, con "pericolose" tendenze "indipendendistiche" dalle idee paterne.....
La sua adolescenza era passata, come detto, ascoltando sempre le vecchie storie del era OTTiana, e più di qualche week-end si era unita al gruppo degli Zii della Confraternita Segreta "Banda degli Irregolari", in qualche furtiva escursione nelle Lontane Terre di Mezzo.
Diciamo che era anche un pò stufa di stare insieme a vecchi Orsi, ascoltare noiosi Poeti, fingere di ridere alle stupide trovate di quelli che si dicevano essere caduti nella Grande Buca, ascoltare vecchie ed incomprensibili canzoni portate dal Vecchio Felino e il suo compare, mangiare quei lunghi panini con dentro quelle strane rotelle piene e unte di grasso, faticare salendo portandosi sulle sue spalle quei 2 affaroni lunghi, ascoltare i moniti pedanti degli zii più ligi alla Regola, intristirsi nel vedere quel tipo che piangeva sempre (ma poi il papà spiegò la cosa: "vedi quello é il famoso Uomo di Ghiaccio, di cui ti ho già raccontato, infatti mica piange ma si scioglie dal caldo, e pensare che prima di chiudersi in quel "frigorifero" era anche lui a ridere sempre nella Grande Buca..), ecc ecc.
Comprensibilmente, voleva vivere la sua età e, facendo dannare il padre, tornava a casa sempre più tardi...... di solito, si beccava solo "ma dove sei stata?", o "questa casa non é una "ZimmerFrei!", "io, alla tua età......." ma si fermava li, evitando di incrociare lo sguardo della Dina..... ma stavolta, quella domenica, la visione era particolare....... dietro Ilaria entrò....
"Uella Vecio, salve sig.ra Dina"............................
Ripresosi dallo sbigottimento ed incredulità, Vik, ignorando le lacrime di "ilarità" della Dina, si rivolse a quel giovanotto che si era cotanto espresso nei suoi confronti:
"Oh, per tutti gli Dei del Gran Zebrù, e tu, chi saresti?? da dove vieni fuori??? come ti chiami????"
"Ciao, Pony" - rispose egli tendendo la mano come per presentarsi.
Meccanicamente Vik tese la sua, ma il giovanotto fece solo il gesto di finta stretta di mano, per poi ritirala velocemente alzando il pollice:
"Ehi.... ci sei cascato, eh????".....
Credendo di sognare, il non più ventenne Vik, trattenendosi dal mollargli una pedata con i suoi vecchi scarponi di cuoio ormai da museo, ripetè:
"Tony, vorrai dire..."
"No, proprio Pony, ma ci senti bene, nonno????...."
Dina, lo fermò appena in tempo, tanto che Vik riuscì a frenarsi... e a denti stretti continuò:
"E di grazia, chi diavolo ti ha messo questo nome?".........
"Mio papà Rudy".......................................................................................................
Allora Vik, squadrandolo meglio, si accorse dell' orecchino sulla lingua, piercing sul sopracciglio sx, tatuaggio sul bicipite, capelli lunghi sugli occhi, T-Shirt con una scritta in greco "Nike" (di cui nessuno sapeva il significato..) e jeans..... a Cavallo Basso!!!!!!! Subito allora maledi quel giorno in cui, a seguito delle insistite richieste dell'Uomo di Ghiaccio, aderì all'Ultimo Raduno degli OTTiani, tutti con le loro famiglie...............
"Sarebbe stato meglio se quel giorno - penso' il Vik - avessi portato la mia famiglia dalla Piccola Incompresa, li, almeno, Ilaria non avrebbe avuto di questi incontri ne avuto queste esigienze....."
Si, li, nella remota e isolata Val Trompia....................

PART FIVE
Un giorno di primavera, mi sembra che fosse il 25 aprile, arrivò a casa di Vik e Dina un uomo grande e dalla faccia buona. Diceva di chiamarsi Tavernello, amico di Gianko er cazzaro e del vecchio Casmau. Suonò alla porta e Ilaria si trovò di fronte il gigante dal sorriso più grande che aveva mai visto. Tavernello gli disse che aveva un messaggio per i suoi vecchi. Ilaria rapita dallo sguardo buono del gigante lo fece entrare, e chiamò urlando i suoi genitori. Arrivarono di corsa, con preoccupazione, ma alla vista di Tavernello scoppiarono in urlo di gioia liberatorio. Si abbracciarono, fissandosi negli occhi. Tutti sapevano che l'arrivo del gigante aveva un significato. Passata la tempesta emotiva, lo sguardo di tutti divenne interrogativo. Tavernello, chiese un bicchiere di vino, che Ilaria si affrettò a portare, il bicchiere si alzò, e in un sorso divenne un ricordo. Sono qui, disse Tavernello per dirvi che sulla Femmina Morta è scesa tanta neve, quanta non se ne vedeva da tanti anni. Il popolo degli OTTiani si stà mobilitando da tutti i gruppi montuosi, perfino i fratelli spagnoli, greci, anche dall'Africa si stanno organizzando per arrivare sulla Majella, per quella che sarà la più grande manifestazione di pace e di vita dopo il grande scirocco. Vik corse in cantina a prendere una piccola bottiglia di grappa, l'ultima esistente, dopo il divieto. Riempiti i piccoli bicchieri e dopo aver brindato e mandato giù tutto di un fiato quella preziosa bevanda, disse serio, prepariamoci a partire. Un urlo liberatorio dette inizio al viaggio.......
La notizia stava viaggiando da nord a sud sfruttando quei canali che solo un'oppressione può attivare. Il vecchio Orso a Trento era già in contatto con Luca GPS, Loris e gli altri. Il Traccia si era impegnato a trovare un percorso alternativo per viaggiare al sicuro verso l'Abruzzo. Tavernello prima di raggiungere Vik e Dina si era fermato a casa di Bebebeu, esortandolo a mettersi in contatto con Bert e Selig. La notizia arrivò ad Arsiero, e sorprese Giovanni e il Vikingo intenti a consumare una cena a base di fagioli. Anche qui si brindò all'evento, anche se Giovanni non potè fare a meno di pensare al duro viaggio in macchina con il Vikingo dopo quella cena a base di energia incontrollata. Poi disse chi se ne frega, l'aria della Majella rimetterà le cose a posto. Ale, raggiunto dalla notizia preparò lo zaino, ormai coperto dalle ragnatele, spolverò sci e scarponi, testò la colla delle pelli, sorprendendosi della loro efficacia. Appoggiò le cose vicino alla porta, poi andò in cucina abbracciò la sua compagna e la sua piccola, sussurrò, questa volta devo proprio andare, questa volta lo faccio anche per voi, per la nostra libertà..
Incredibile, ma il popolo degli ottiani si era messo in movimento, era una bellissima primavera, fresca e ventosa, e le energie, quelle positive avevano vita facile a propagarsi. Gino e Fluto, avevano escogitato un travestimento per poter viaggiare senza essere riconosciuti. Avevano trovato 2 abiti da francescani, e una volta indossati, ricoprirono gli sci con delle assi di legno, poi li inchiodarono a mo di croce e con quel fardello sulle spalle si incamminarono, lasciandosi alle spalle le valli alpine e iniziarono il loro viaggio tra le campagne e i boschi appenninici verso l'Abruzzo, intonando canti non proprio religiosi, ma che potevano sembrarlo. Intanto a Pescara, il prode Annibale insieme ai suoi amici erano impegnati a rimettere in sesto vecchi sentieri ormai dimenticati, che avrebbero consentito agli ottiani di raggiungere il grande altopiano della Majella al sicuro da sguardi indiscreti. Ste, Cesare e Dario insieme ad altri, raggiunsero Trieste, dove si imbarcarono su un peschereccio, che li avrebbe portati a Pescara. Anche quello fu un viaggio avventuroso. I venti freschi di primavera, consentivano alla neve di resistere al sole, ma alzavano onde che rendevano la navigazione più difficoltosa. Impegnati a tirar su reti piene di pesci, e con il cuore in subbuglio affrontavano il viaggio da veri capitani. A proposito di Capitani, il ns. di Capitano si mise in viaggio in sella alla sua fida bicicletta, gli sci erano mascherati da assi di collegamento per un piccolo carrello dove aveva il resto dell'attrezzatura. Insomma il grande cammino verso la liberazione era iniziato. continua.....
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giovanni
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casmau Rispondi citando



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MessaggioInviato: Gio Apr 24, 2008 22:09    Oggetto:
 
@le ha scritto:
casmau ha scritto:
Ale, raggiunto dalla notizia preparò lo zaino, ormai coperto dalle ragnatele, spolverò sci e scarponi, testò la colla delle pelli, sorprendendosi della loro efficacia. Appoggiò le cose vicino alla porta, poi andò in cucina abbracciò la sua compagna e la sua piccola, sussurrò, questa volta devo proprio andare, questa volta lo faccio anche per voi, per la nostra libertà.... continua


Laughing Laughing Laughing Laughing Laughing Laughing Laughing Laughing Laughing

grande maurizio!! pensa che è davvero una frase che spesso uso con loro .... ogni volta poi devo sbrigarmi a schivare un ceffone di giorgia!!!! Laughing Laughing Laughing Laughing


questo significa che in questa piazza è possibile conoscersi bene, nonostante la distanza reale.
Ciao Ale e sempre un bacio alla piccola che danza sulle onde Wink
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Di colpo tutta la mia facoltà di pensare si spegne.
Che sensazione piacevole! Ho forse dormito?
No sto facendo una gita con gli sci
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casmau Rispondi citando



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MessaggioInviato: Gio Apr 24, 2008 22:34    Oggetto:
 
Il vecchio Casmau a Roma cercava di organizzare la resistenza allo scirocco, aiutato da Gianko il cazzaro e dal vecchio Kit. Ma intanto si rifacevano vedere vecchi amici, Piero TMK con la sua esperienza manteneva i contatti con gli ottiani che arrivavano da fuori, Francesco il cuoco, stava organizzando le scorte per la grande manifestazione sulla Majella. Silvia da Chieti manteneva i contatti tra il lato adriatico e Roma.
Ma anche le forze del male allertate da questa aria frizzante che si respirava nell'aria e nelle persone, si stavano muovendo. Occorreva molta attenzione. La svolta fu la morte improvvisa del papa benedetto XXIII, che faceva convergere su Roma milioni di persone.

Vik, Dina e la piccola Ilaria arrivarono a l'Aquila dopo un viaggio avventuroso. A Rieti dove erano giunti percorrendo strade secondarie, incontrarono Gregorio, un pastore del Velino, a cui chiesero una informazione su come raggiungere il capoluogo Abruzzese. I volti, soprattutto sotto una dittatura hanno sempre un valore aggiunto. la montagna venne fuori ancor prima di parlare. Gregorio offrì loro la possibilità di un buon rifugio. Raccontò a loro di un vecchio di nome Eusebio che viveva da solo sotto la grande montagna Marsicana. raccontò che Eusebio aveva già vissuto la dittatura dello scirocco, quando giovane amava lasciare il suo lavoro di mezzadro fuggendo in montagna con i suoi sci di legno. Da Rieti arrivarono a Borgorose con una vecchia corriera, Ilaria si guardava intorno, osservando montagne aspre e selvagge, iziando a sentire il profumo di una nuova avventura.... continua
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Di colpo tutta la mia facoltà di pensare si spegne.
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jj6 Rispondi citando



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MessaggioInviato: Ven Apr 25, 2008 7:40    Oggetto:
 
giovannibusato ha scritto:
eilà maurì... era ora!!
ascolta; per avere sempre l'ultima versione aggiornata
EDITA l'ultima fiaba intera caricata e copia/incolla la tua di seguito!!!
(così ne abbiamo una versione sempre aggiornata!!!)

avanti con i capitoli !!!!!!!

....


Ahò, a Jovà!
Maurisio sarà anche un bon toso, ga fato anca ee scoe alte, xe generoso, omo da compagnia in betoea.... ma se te ghe parli de copia/incolla va in confusiòn.......

Diria pò, che la sua fiabina dovrebbe stare cronologicamente tra la parte III e la IV.... giusto?

tanto lo so che oggi siete tt quanti a mollarli.... sigh!!!!
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giovannibusato Rispondi citando



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MessaggioInviato: Ven Apr 25, 2008 13:48    Oggetto:
 
hai ragione jj..
è che con tutti questi interventi ho perso
anch'io il filo..
ma siccome è una "fiABA APERTA"
sistema anche tu i capitoli come credi..

ps: non sto a "mollarli"
sto tra Campo de' Fiori e Trastevere...
ao.. sto aaaa'romaaaa!!!
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giovanni
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jj6 Rispondi citando



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MessaggioInviato: Ven Apr 25, 2008 13:57    Oggetto:
 
giovannibusato ha scritto:
hai ragione jj..
è che con tutti questi interventi ho perso
anch'io il filo..
ma siccome è una "fiABA APERTA"
sistema anche tu i capitoli come credi..

ps: non sto a "mollarli"
sto tra Campo de' Fiori e Trastevere...
ao.. sto aaaa'romaaaa!!!


ahò......
attento a non incontrare quei "burini" de Già & Maurì,
so deaaa Laziooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
saluta tutti!


x la fiaba:
aspettiamo che la finisca, così facciamo un lavoro solo...
ahò, semo più pigri de'rromani......
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giovannibusato Rispondi citando



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MessaggioInviato: Ven Apr 25, 2008 14:17    Oggetto:
 
stesura del 25/04/2008, dopo i contributi di Maurizio e l'indicazione di jj6 --- PS le fiabe vanno anche illustrate.. o no????allora ...

Part one – risvegli
""""" Ilaria si svegliò il giorno del suo compleanno piacevolmente intorpidita dalla lunga gita del giorno prima e pensò “speriamo piova così mi rigiro e poltrisco come un gatto ancora un po’ qui al caldo..”
Il sensore domotico percepì il segnale e sugli scuri si animò un’immagine di pioggia e nubi basse conficcate tra i larici del Plose come le perline nei capelli del babbo che raggiunta l’Ottava Dimensione dello Sci sarebbe diventato di lì a poco il Gran Maestro della Segreta Setta della Neve Libera, nemico numero uno del Grande Pianificatore e ricercato su tutte le montagne del pianeta.
Dopo tanto stiracchiarsi Ilaria raggiunse la cucina e bevve la Pozione che cento anni prima s’era scoperto avere la proprietà magica di fermare il tempo..
La leggenda vuole che fosse stata inventata per caso da una “banda di irregolari”; una popolazione chiamata Ottiani, dedita al libero sci, ai piaceri della tavola, al bello scrivere e al gaudioso sparar amenità che in visita ad una distilleria clandestina di una bevanda a base di luppolo, in preda all’euforia cadde nell’infernale calderone che ribollì di malto, sudore, pelli di foca, sole di montagna e vesciche.. il vecchio Mr. Forst, incuriosito da tanta schiuma proseguì nella distillazione e ottenne la sua fortuna… la pozione magica.
Nulla è stato tramandato dei prodi Ottiani soltanto che vennero banditi e perseguitati dalle Polizie del Grande Pianificatore per il loro spirito anarchico e libertario e poi dispersi chi sui bislunghi Appennini, chi nella lontana India gli altri nel gelido nord o sulle vinose colline financo alle caliginose pianure; eppure si dice sottovoce che ancora oggi, la notte, piccole luci fugaci segnino l’oscurità di veloci guizzi e risate proibite mentre i loro sci tracciano le nevi della memoria.
Del resto Ilaria aveva sempre notato con curiosità quegli strani personaggi che passavano furtivi a trovare i suoi genitori.. per esempio quel tipo con la crema bianca sul viso che si muoveva su una vecchia corriera del secolo scorso invece che utilizzare il teletrasporto.. o l’altro dagli anacronistici occhiali perennemente appannati al posto delle video-cornee e dal vecchio gps al posto di quello integrato sotto pelle.. e c’era pure il cappellone sempre appeso a quella frangibile acqua solida verticale nella quale potrebbe tranquillamente nuotare se solo aspettasse la bella stagione..
per non dire delle bellissime donne che il Grande Pianificatore vorrebbe legate alla montagna da rughe, muscolacci e fiato alcolico tra radi denti.
Ilaria, invece, si divertiva a rincorrere quei due cagnoni, l'uno mai domo e l'altra mai sazia, mentre il suo papa' confabulava con i loro proprietari: il primo al quale non potevi proprio dare torto, il secondo invece rimaneva schivo ad ascoltare in disparte...
Bevendo la pozione magica, ebbe un sussulto... le parve di udire ancora quegli ululati che aveva sentito tutta la notte riecheggiare nella vallata...
La mamma, rassicurandola, le aveva detto che in realtà non erano di un grosso lupo cattivo, ma la leggenda vuole siano un piccolo buffo cagnolino che errante zampetta per i canali del Sella e del suo padrone dalla criniera d'argento che ogni notte si avventura tra gli intricati boschi sottostanti lasciandogli del cibo ma perdendo sempre qualcosa... " é per questo - continuava la dolce Dina- che in montagna se si trovava qualche oggetto perduto, bisognava riportarlo alla baita più vicina, cosicché il Fantasma Buono poi riuscisse sempre a ritrovarlo e gli ululati si attenuassero"..
Fatta colazione Ilaria raggiunse il padre in giardino, oggi non era giorno di scuola e sarebbero andati a fare una nuova gita, la stagione era quasi finita e gli addetti stavano togliendo i percorsi dai monti arrotolando ordinatamente le piste.. Ilaria chiese:” cos’è la neve??”
Ssssss.. sibilò il vecchio Vik guardandosi intorno.. era una parola proibita dai tempi del Grande Scirocco, quando la neve era scomparsa da quasi tutto il pianeta e non aveva più nevicato..
Da allora ogni inverno il Grande Pianificatore, per la gioia del popolo, stendeva sulle montagne una pellicola di materiale trasparente che era possibile salire e scendere con particolari attrezzi..
“gli sci??” ribattè Ilaria… quelli che tieni nascosti in cantina..???
sssssss. con i vecchi sci puoi andare dove vuoi, farli curvare dove vuoi, ecco perché sono proibiti, e noi li usiamo di nascosto nelle Remote Terre di Mezzo dove qualche traccia di neve è rimasta; il regno del Vecchio dal Tallone Libero, che vaga ramingo per il Grande Masso, ma questa è un’altra storia!
Questa sera ti racconterò..
Ilaria salì e scese le piste ma senza passione, non vedeva l’ora che arrivasse sera per sentire la storia così non si concentrò nello sci, in fondo alla discesa l’addetto alla Pista rimproverò il padre, lo skipass aveva registrato poca felicità.. tutti dovevano essere felici dopo la discesa,, tutti!
La sera dopo cena Ilaria si sistemò accoccolata sul divano accanto al padre; Vik rimestava nelle braci del camino e sembrava guardare lontano, altrove, iniziò grave:
“prima del Grande Scirocco nevicava.. eccome se nevicava; cristalli d’acqua bianchi, silenziosi, da guardare con gli occhi al cielo per ore finchè non ne erano pieni che dava l’impressione di poterci cadere dentro, la neve copriva i monti, i canaloni, i fianchi e le creste di un bianco scintillante al sole di inverni veri.. si iniziava a dicembre, anche prima, si racconta che l’otto dicembre parte degli Ottiani salisse al Cevedale in preghiera per ringraziare gli Dei della Montagna e scendesse a capofitto.. neve soffice impalpabile, neve crostosa modellata da venti sottozero di gennaio fino al primo pallido sole di febbraio che la neve rifletteva sciogliendosi appena di giorno per rigelare la notte..
Storie di partenze notturne mentre marzo elargiva giornate più lunghe e sole vigoroso.. allora la neve di cemento del mattino diventava Firn a mezzogiorno.. trasalì; parola proibita! Firn, lo riconoscevi anche solo dal rumore in curva: shhhhhh!! consentiva di essere più felici, addirittura euforici; che pazzia! Quella felicità è stata abolita ora, piste tutte uguali, sempre uguali, curve nello stesso posto sempre nello stesso posto!!
“Perché” .. scattò Ilaria..”si poteva sciare ovunque??”
Già, ovunque! Senza regole, senza orari e con chi ti pareva! ma dopo il Grande Scirocco venne proibito e sostituito con percorsi obbligatori e sintetici; ma si racconta di un favoloso hacker di nome Admin che per poche ore riuscì ad entrare nel sistema e a disattivare le piste; accade così che il popolo potè sciare ovunque ma assuefatto alla sicurezza della routine si spaventò di tanta libertà e consegnò esso stesso al Grande Pianificatore Admin che fu condannato a vita alla console del Commodore 64.
Gli sci giravano a comando mordendo il ghiaccio duro o galleggiando sulla morbida farina, poi vennero i runners mandati dal Grande Pianificatore, tutti uguali, tutti sulle stesse cime testa bassa e sudore negli occhi; cambiarono gli sci con leggere tavolette comandate da un computer, cambiarono gli attacchi e dai vecchi tolsero il rumore perchè afrodisiaco: ascolta:
T-Tlac!! fece con la bocca.. un suono che ispirava sicurezza, potenza e pensieri estremi…ma non era per tutti e allora via: proibito! Ora è magnetico, viene impiantato appena si nasce alla base del pollice e del mignolo e sul tallone e aderisce ad una tavola che segue fedelmente un binario magnetico in salita come in discesa!
La salita allora era dura con frequenti soste a rimirare il paesaggio e per cercare la via; ma la discesa, alla ricerca ognuno della propria libera traccia, compensava ogni sforzo e alla fine si arrivava finalmente a valle e ci si rifugiava in qualche osteria a festeggiare la riuscita della gita commentando i vari momenti della giornata..
“Osteria??” obiettò Ilaria.. a già: proibita!
Era un luogo dove ci si sedeva vicini a mangiare qualcosa e a bere del buon vino ridendo e scherzando e prendendoci in giro delle nostre difficoltà, delle nostre cadute smargiassando capacità mai avute e a farci belli con le nostre compagne che poi andavano anche più forte di noi…
La luna splendeva sul Plose, quella vera, magnetica e ipnotica e loro erano sul divano abbracciati, Vik e Dina guardavano oltre le vetrate, Ilaria a un filo dal sonno guardò dolcemente il padre è disse “perché non mi racconti del Vecchio dal Tallone Libero prima di addormentarmi?”.
“Ssssssh! Non nominarlo ad alta voce, che anche lui è ricercato in ogni dove e con tutte le “cimici” che ormai hanno messo dappertutto, non vorrei che scoprissero che sono un suo amico.
Devi sapere – raccontò l’inossidabile Vik, abbassando la voce – che è un Vecchio Anarchico Senza Tempo che, oltre che sciare ancora come ai vecchi tempi, ma di nascosto, lo fa anche con i talloni liberi, piegandosi ad ogni curva in modo strano e ululando di gioia come un vecchio lupo marsicano.
Nelle Montagne delle Remote Terre di Mezzo, nei piccoli paesini di montagna, dietro le imposte semichiuse, la gente lo sente ancor prima dell’alba nel suo continuo girovagare di Rava in Rava, dal Velino al Sirente con il suo fardello di ricordi, in cerca dei suoi vecchi compagni dei bei tempi. Ripete ad alta voce i nomi con la speranza di rivederli ancora liberi come lui, ma le Guardie del Grande Pianificatore li hanno presi uno ad uno mentre godevano spensierati a disegnare libere curve sul famoso firn appenninico nella nascosta e proibita Valle della Femmina Morta dove c’è ancora un po’ di Neve, quella vera di una volta.
Gianko er Cazzaro , Kit Karson, il Gigante Buono sono da tempo confinati in una Busa e guardati a vista .
Il Vecchio Casmau, così si fa chiamare, però è un irriducibile e, in un vecchio magazzino pieno di libri nella Grande Città Eterna, confeziona dei video sovversivi che mette in Rete affinché altri come lui cerchino di ribellarsi e possano condividere le sue emozioni, il suo sciare in libertà. Il suo grido di battaglia è “Libera il Tallone, libera la Mente” e naturalmente è una frase proibitissima che, se lo prendono, potrebbe fruttargli anni ed anni di isolamento nel Super Carcere dei Nostalgici.
Nel frattempo qui al Nord, tale Bebebeu dei Ravanatori Liberi, che prima del Grande Scirocco girovagava per mesi a concatenare Cime, Forcelle, Canaloni assieme al Poderoso Bertl ed alla Bella Selig, leggendaria Creatura che alcuni degli Ottiani asseriscono fosse il frutto delle fantasie di molti, ma i molti giurano che esistesse davvero, il Bebebeu – dicevo - confezionava altrettanti video sovversivi, cosicché ai Posteri rimanesse testimonianza di un’epoca in cui le Emozioni contavano ancora qualcosa.
Devi sapere che prima del fermo di Gianko er Cazzaro e Soci, un gruppo di Irriducibili, sfidando le imposizioni del Grande Pianificatore decise di scendere nelle Terre di Mezzo per godere della Neve Vera, eludendo i continui pattugliamenti lungo le sponde del Rubicone preposti ad evitare attraversamenti clandestini.
Fra la Gente degli Appennini si era già sparsa la voce che sarebbe arrivata di notte una Banda di Sciatori della Segreta Setta della Neve Libera e che il Vecchio Casmau li avrebbe accolti nascondendoli in uno sperduto paesino disseminato di vicoli tutti uguali, dove le Guardie non li avrebbero trovati tanto facilmente.”-
Con gli occhi ormai quasi chiusi Ilaria fu distratta da un lampo di luce veloce nel buio del bosco che seguì a bocca aperta col dito della mano; ma forse era già un sogno; Vik tutto preso dal racconto, non si era nemmeno accorto che la piccola Ilaria stava già dormendo, chissà se ha sentito tutto pensò ed uscì di soppiatto dalla stanza per non svegliare la piccola ridendo sornione sotto i baffi lunghi con le perline.
Nell’atrio ad aspettarlo c’era Dina, bardata di tutto punto con una tuta da sci nera, con i vecchi sci in mano e con il frontalino a raggi infrarossi già indossato.
-“Questa sera tocca a me caro, stai qui tu con la piccola”-
-“Ok Tesoro, ma fai attenzione a non farti beccare e occhio a non cadere che sei già al sesto mese.
Ilaria si svegliò nel cuore della notte, i genitori dormivano profondamente così decise di mettere in pratica il piano i suo piano: trovare le prove che le fiabe del padre erano state e sono realtà!
Scese in cantina dove dei quadrati di diverso colore indicavano chiaramente l’antica presenza di immagini.. ma quali immagini e perché erano state tolte?? Cominciò una sistematica ricerca , ma non si intravedeva nessun possibile nascondiglio.
Tutto era in perfetto ordine e quando ormai stava rinunciando, venne incuriosita da una piastrella in un angolo. Infatti la luce della torcia aveva colpito di striscio il pavimento, rivelando un piccolo scalino nella fuga della piastrella. Si avvicinò e chinandosi si accorse che c'era qualcosa di strano, provò a battere sul pavimento e il rumore sordo le diede la certezza che aveva centrato il bersaglio.
Cercò qualcosa di appuntito e trovo un cacciavite, allora alzando la mattonella scoperse una l'intercapedine. L'emozione era enorme, la poca luce amplificava l'emozione e si trovò di fronte ad un piccolo foro alla base del muro, introdusse tremante una mano e sentì un fardello.
Ormai non poteva più tirarsi indietro.
Estrasse il pacchetto e vide che era composto da una vecchia carta marrone da pacchi e dello spago.
(Materiali a lei sconosciuti, ma il vecchio Vik glieli avrebbe descritti poi).
Taglio subito lo spago senza pensarci su molto e aperto il pacchetto lo stupore fu inimmaginabile.
Si trovo tra le mani delle fotografie incorniciate, che associò subito ai rettangoli sul muro del soggiorno.
Le immagini ritraevano i sui Fortissimi Genitori, con le facce sorridenti, durante delle scene di sci, si vedevano quegli strani attrezzi con la punta arrotondata e quei bastoni alle mani.
Ma la cosa che la colpì fu quel bianco candore tutto intorno e quegli sbuffi dietro le code degli sci.
Penso a come dovevano essere stati felici in quei momenti.
Poi si disse che avrebbe fatto ora?
Ma la curiosità era maggiore di qualsiasi eventuale rimprovero e corse a svegliare Babbo e Mamma.
Immaginatevi per loro essere svegliati nel cuore della notte da questa bambina scalpitante e che continuava a ripetergli di raccontargli tutto.
Allora il buon papà gli raccontò che essendo vietata ogni riproduzione di quel periodo, aveva nascosto e non distrutto le prove di quei spensierati giorni. Ma quei rettangoli sul muro per lui e Dina era come se le foto fossero ancora sul muro. Nella loro retina e immagini sembravano ancora vive. Perciò aveva nascosto quelle Icone di Ricordi. Ma poi saggiamente disse:
Io e mamma abbiamo avuto la fortuna di trascorrere quei momenti, ma il mio rammarico non è per non poterlo più fare.
Quello che mi rattrista è che di non riuscire a farti provare quelle emozioni che noi, assieme al Popolo degli Ottiani, abbiamo provato.
Ma vedrai che un giorno riusciremo nell'intento.
C'è sempre la speranza che il Grande Gelo ritorni a scacciare il Grande Scirocco.
E se verrà quel giorno tutte le truppe del Grande Pianificatore, naturalmente impreparate all'eccezionale evento, verranno sopraffatte dall'abbondante neve e dal gelo.
E noi torneremo a scodinzolare liberamente su tutti i pendi.

Ricordi…Part two:
... la vista delle fotografie dei tempi andati risvegliò nelle anime dei due genitori sentimenti sopiti ma mai morti e un semplice gesto d'intesa, uno sguardo intenso e deciso, gli occhi che per frazioni di attimi continuano ad incrociarsi, scambio di dati veloce in modalità bluetooth per non farsi beccare dal wireless del Grande Pianificatore e in men che non si dica si ritrovarono in piedi davanti al caminetto e sfruttando le onde di calore del fuoco combinate con le potenti onde elettrOTTiane cominciarono a stabilire contatti con la rete degli “irregolari” gente marchiata col simbolo OTT sulla fronte costretta a vivere emarginata nelle Terre di Mezzo in attesa che il Grande Scirocco smetta di governare e sempre pronta ad inforcare gli assi per soverchiare il Grande Pianificatore e i suoi seguaci …
Il primo a rispondere al segnale segreto è il fido GPS che vaga per i boschi in cerca di un satellite che gli permetta di organizzare subito un ponte radio con gli amici delle remote terre trentine i quali erano costretti a vivere nascosti in una caverna che ai tempi dei letarghi veniva usata dal compare Grizzly ma che ora non è altro che un covo di clandestini Skazzati dove ancora distillano insieme al Grande Maestro Mr. Forst la magica pozione.
Gli Skazzati hanno il compito preciso di insegnare ai posteri la tecnica dello sci “no global” che avevano imparato in un famoso raduno OTTiano in quel del Tonale e la loro “mission” doveva essere portata avanti nonostante i tempi ormai fossero cambiati, nonostante per gli “altri” non vi fosse più neve, nonostante il Grande Scirocco dettasse legge ma loro insieme ad altri sotto gruppi OTTiani nelle Terre di Mezzo ancora trovavano lingue di neve dove addestrare fidi alleati perché la tecnica “no global” non si perdesse nelle viscere del tempo.
… ma torniamo a noi …eravamo rimasti che gli Stuffermans erano riusciti a prender un contatto col Geom. GPS il quale a sua volta aveva allarmato gli Skazzati i quali a loro volta avevano il compito più arduo e cioè quello di fermare il ramingo Vecchio dal Tallone Libero ormai anarchico e insofferente a qualsiasi governo ma sempre pronto a scendere dai suoi Appennini per abbracciare gli sci della “revolution” ma sssssssssssssss non pronunciate mai quella parola che il Grande Scirocco potrebbe sciogliervi anche le poche lingue rimaste!!!
Per recuperare il buon Casmau non avevano altro mezzo che mandare in esplorazione il re del Ravaning Grande Saggio della Brenta-Dolomia che risponde al nome di Bebebeu e che, in barba ai divieti e fatti suoi alleati il fido tracciatore occulto Bertl e la principessa Sissi de “noialtri”, parte nell’oscurità della notte tra gli acquitrini della Terra Padania per la sua “mission impossibol”.
… nel frattempo lassù nelle desolate terre altoatesine il Barone Von Kiten che nel frattempo per nascondersi dagli invasori si ero comprato un titolo nobiliare su e-bay, aveva captato il segnale e vestito di tutto punto ed inforcati in suoi fedeli Chaman si era lanciato tra i boschi per raggiungere i compagni Skazzati ma prima di arrivare aveva un compito ben preciso e cioè quello di scovare il Capitano, come avrebbe fatto altrimenti la “banda di irregolari” senza il suo Capitano?
Non fù cosa facile perché dopo la chiusura di internet Admin e il Cap furono arrestati quali cospiratori di un movimento sovversivo. Ma si narra che gli OTTiani riuscirono con un colpo di lamina ad ad abbattere le resistenze del Grande Pianificatore ed a liberare i prodi guerrieri che però da quel dì dovettero darsi alla macchia per sfuggire ai continui controlli.
…. Ma il barone Von Kieten sapeva dove poteva trovare il suo capitano e non tardò ad arrivare al nascondiglio segreto.
Nel frattempo anche nelle remote terre del Prosecco i Castellani avevano ricevuto il segnale e capitanati dal Denali si erano subito imboscati nel buio della notte per andare a scongelare l’uomo dei ghiacci che purtroppo viveva in esilio in un Freezer della Padania, ovviamente prima di salire ai monti dovranno risolvere un indovinello creato dall’astuto mastro Ezy che permetterà loro di liberare il prof. Gaspa e la sua bella Z la formica tenuti prigionieri dal perfido Enrico (edonista convinto) convertito allo Sciroccanesimo per scappare alle congiure, tanto con la schiena malandata non avrebbe più liberato il tallone per cui pensò ben di allearsi col nemico …
… e venne il grande momento quando dopo anni di esilio e viaggi notturni ed incontri foresti i prodi OTTiani si ritrovarono riuniti tutti insieme e dopo i soliti convenevoli e le solite grappette di apertura si accorsero che mancava il grande Vikingo e ovviamente il suo compagno grande maestro della scrittura Juan … solo il Michelone poteva sapere dove trovarli lassù nella remota val Caprara dove insieme al Prof. Fluto erano condannati a vagare in cerca dei ricordi di quando quella meravigliosa valle veniva ogni anno riempita da metri di neve …. Sssssssssssssssss…. Non nominate quella parola per carità ….sssssssssss……
Dopo qualche ora dunque erano tutti riuniti pronti per abbracciare gli assi della Revolution volevano tutti un’unica cosa e cioè richiamare il Grande Freddo e scacciare il perfido Scirocco che imperversava in lungo e in largo da molti ormai troppi anni …
…. Ma ecco il colpo di scena da dietro un albero sbuca fuori Nicola “el magnagatti” che mostra a tutti il campo di battaglia … la banda rimase sbalordita nel vedere un campo di calcio … nooooo nessuno voleva credere ai proprio occhi il raduno si era compiuto ma non era per inforcare gli assi della revolution ma semplicemente per compiere la famosa e mai disputata partita : Attacchini VS Attacconi

part three = Il viaggio al Ghiaccio Vecchio
Erano passate parecchie lune dal giorno della scoperta da parte di Ilaria delle foto della neve vera, ed ella era ormai cresciuta, arrivando in quell'età in cui i giovani passano da 'il mio papà sa tutto' a 'il mio vecchio non capisce nulla'. Il Grande Scirocco non aveva dato segni di cedimento, anzi si era rafforzato. La neve vera era sparita anche dalle Terre di Mezzo, e nella Grande Pianura la popolazione ormai passava il suo tempo a combattere contro enormi zanzare e ad erigere argini contro la Grande Onda che, si sussurrava, ormai stava per arrivare da est.
La ragazza era cresciuta con una buona educazione, ed adorava passare il suo tempo libero all'aria aperta. Le piacevano i fiori, che andava a raccogliere sulla grande radura sinuosa che, da poco dietro casa sua, saliva fino in cima alla Plose. Era una radura dalla forma strana: di così strane ne aveva viste solo sopra Riscone, in Val Badia ed in Val Gardena. Gli anziani del paese la chiamavano 'la pista'. 'Che cosa strana' - pensava Ilaria - 'di piste io conosco solo quelle sintetiche del Grande Pianificatore, quelle che attraversano il deserto, quelle di asfalto degli autodromi e quelle che di certo si facevano mamma e papà per fare le gite esagerate che mi hanno raccontato, se mai le hanno fatte'. Ma questa è un'altra storia.
Dicevamo, ad Ilaria piacevano i fiori: adorava le orchidee che crescevano nella parte bassa della 'pista', le nephente della parte intermedia, dove la foresta pluviale lasciava man mano spazio a qualche sparuto e morente larice, e le spettacolari chiazze di capperi e fichi d'india che adornavano i pendii più alti e siccitosi del Telegrafo. Le piacevano addirittura i giganteschi fiori di rafflesia, che dovevano essere però osservati da lontano, in quanto a tradimento emettevano delle esalazioni pestifere; papà Viktor li chiamava 'fiori vikingo', chissà perchè...
Un giorno, mentre era andata a cogliere orchidee, udì un richiamo provenire da dietro un albero del pane, nel fitto della foresta al bordo della radura: si avvicinò con cautela, e si trovò a faccia a faccia con quello strano personaggio dalla faccia bianca che anni addietro aveva visto a casa sua.
'Ciao, io ti ho già visto a casa mia, come ti chiami?' - chiese Ilaria.
'Sono Be... sono... ecco, sono un Tracciatore' - disse l'uomo.
'Vieni alla luce, così ti vedo meglio'
'Non è bene, non fa bene il sole sulla faccia', disse l'uomo, ma comunque acconsentì, uscendo allo scoperto, ma senza mai mettere la faccia al sole. Ilaria era emozionatissima, sapeva che l'uomo era uno dei compari di mamma e papà ai tempi dello sci libero.
'Hai detto che sei un Tracciatore... cos'è un Tracciatore?'
'E' difficile da spiegare di questi tempi... io... ecco, facevo la strada. Quando vedevo un pendio innevato e mai percorso, mi mettevo davanti al gruppo e salivo, salivo, salivo per migliaia e migliaia di metri senza fermarmi ne rallentare mai. Facevo delle bellissime tracce, sinuose, lisce, morbide, con i buchi regolari dei bastoncini a lato, una gioia per gli occhi. A volte, tornando indietro, me le trovavo tutte rovinate dagli enormi buchi informi provocati dal passaggio della tribù dei Ciaspoleros, ma pazienza, il bello era nel farla, la traccia. Un po' come succede per i castelli di sabbia, si sà che la prima onda o il vento se li portano via, ma il bello è costruirli.
'Mi piacerebbe tanto provare a fare lo sci libero' – sospirò Ilaria.
'Beh, forse... forse è possibile. Difficile ma possibile. Esiste un luogo, ad ovest, dove è rimasto ancora un po' di ghiaccio. Noi lo chiamiamo il Ghiaccio Vecchio. Ho degli amici lì, ed assieme a loro riusciamo ancora a fare dello sci libero; non è proprio come lo facevamo in passato, ma comunque è meglio dello sci obbligatorio! Certo, è un viaggio pericoloso, ma ne vale la pena'.
Un lampo di meraviglia illuminò il volto di Ilaria. Prese per mano il Tracciatore e si mise a correre verso casa, dove arrivò ansimante. Quando Dina la vide arrivare, capì subito cosa sarebbe successo di lì a poco. Sapeva che B... che il Tracciatore si aggirava dalle loro parti, sapeva che Ilaria lo avrebbe un giorno incontrato, sapeva che avrebbe loro chiesto di poter andar a provare l'emozione che loro avevano provato anni fa. Lo sapeva, e lo sperava.
Quella sera, quando Viktor rientrò dal lavoro, non servirono parole. Le lacrime agli occhi di Dina erano già una dichiarazione esplicita. Senza dir nulla, scese in cantina e tornò con un pacchettino. Conteneva due cose che sembravano barrette energetiche. Le porse ad Ilaria: 'Piccola, stai per affrontare un viaggio lungo e difficile, ma alla fine troverai la soddisfazione estrema. Conosco il Ghiaccio Vecchio, con la mamma ci sciavamo prima del Grande Scirocco. Voglio farti un dono: questi sono due sci liofilizzati, basta bagnarli con un po' d'acqua e si gonfiano fino a diventare uguali a quelli che usavamo noi. Non dovresti aver problemi con i controlli.'
Qualche giorno dopo, Ilaria ed il Tracciatore partirono a bordo di una macchina rossa verso la terra degli Elvezi, dove si trovavano montagne molto più alte che vicino a casa. Il viaggio fu lungo e pieno di insidie, ma silenzioso. I controlli erano frequenti, ma il Tracciatore era abituato e fu abile a dribblare le domande dei gendarmi. Con un ultimo tratto in traghetto attraverso il Grande Lago Svizzero arrivarono finalmente a Wengen, alla base della Grande Nord. 'Vedi' – disse il Tracciatore – 'noi dobbiamo arrivare a quel passo, ma dobbiamo arrivarci con le nostre forze, e senza farci vedere'. Camminarono così per qualche notte (di giorno si riposavano tra gli anfratti), finchè raggiunsero il Jungfraujoch.
Al passo lo spettacolo era meraviglioso: una pietraia si estendeva a vista d'occhio ai loro piedi, contornata da cime altissime. Su alcune di queste sembrava ci fossero delle baracche. 'E quelle cosa sono' – chiese Ilaria. 'Sono le case dei Polveromani' – spiegò il Tracciatore – 'Stanno lassù tutto l'anno in attesa che cada un po' di neve dal cielo. Quando succede, come dicono loro, picchiano giù qualche curvetta, e sono felici. Ne conosco alcuni: uno di loro una volta era un Farmacista, ma ha abbandonato l'attività per ritirarsi quassù'.
'Ecco' – disse il Tracciatore indicando il pendio sassoso che si stendeva ai loro piedi – 'questo è il Ghiaccio Vecchio'. 'Ma come' – disse Ilaria con un moto di delusione – 'è una pietraia!'. 'Sembra una pietraia, il Ghiaccio Vecchio è sotto. Vieni, dobbiamo scendere ed aspettare la notte'.
E la notte arrivò. Mai un crepuscolo era sembrato durare tanto alla giovane, ma finalmente il momento era arrivato. Il Tracciatore si guardò intorno un'ultima volta, sollevò una grande pietra che fungeva da botola ed iniziò a scendere per una scaletta, verso una flebile fonte luminosa. Man mano che scendevano, la luce aumentava ed aumentava anche il volume dei suoni che arrivavano da quella voragine apparentemente senza fondo. Sembravano canti, risate, urletti di piacere, il tutto mescolato.
E finalmente arrivarono nel Ghiaccio Vecchio: una grande caverna azzurra, da cui in salita si dipartivano tantissimi cunicoli che si intrecciavano, pieni di gente che scendeva con gli sci scegliendo liberamente il suo percorso! Alcuni cadevano, e sembrava che si divertissero anche in questo. E, meraviglia, gli sci si sganciavano. Udì distintamente anche il Ta-tlac dell'attacco che finora le era stato solo raccontato.
Una volta arrivati in fondo, gli sciatori si fermavano, estraevano delle fettucce pelose dagli zaini e le applicavano agli sci, dopodichè iniziavano a risalire.
Uno solo di loro sembrava contrario a questo rito. Alla fine della discesa non ripellava, ma si fermava direttamente a bere un bicchiere di pozione. Incuriosita, si avvicinò. Lo riconobbe, era uno degli amici di mamma e papà, ma come era ingrassato! Le raccontò che era contrario al ripellaggio, per cui si limitava ad una salita al giorno. Invero, non fu molto semplice capire cosa diceva, in quanto continuava a picchiettare sui tasti di una scatoletta con una grande antenna ed un visore, citando triangolazioni, ed imprecando contro l'effetto schermante del ghiaccio, inserendo a casaccio nelle frasi parole tipo 'giscover' ed 'egoist'. Fece sapere ad Ilaria che l'aggeggino era un localizzatore, la cui sigla GPS era divenuta illegale perchè coincideva con quella di Grande Pianificatore Supremo. Ora lui si faceva chiamare LucaLocalizzatore.
Il Tracciatore aiutò Ilaria a gonfiare gli sci, a sistemare le pelli, e la condusse su per uno dei cunicoli, per mostrarle come era organizzata la piccola comunità degli irregolari. Le gallerie venivano scavate dai Tracciatori che scalpellavano il ghiaccio con grande fatica salendo sinuosamente. Anche Viktor aveva fatto parte dei Tracciatori, come pure Bebebeu, che purtroppo non faceva più parte della Banda perchè doveva restare nella Grande Pianura a combattere le zanzare giganti assieme a Uellauella, altro noto irregolare.
I blocchi di ghiaccio prodotti dai Tracciatori venivano poi triturati in vario modo dai Ravanatori. Costoro continuavano a camminare in salita con speciali sci seghettati, ma erano trattenuti da funi, in modo tale che non procedessero affatto. A loro non importava, in quanto non erano interessati alla progressione, ma solo alla fatica sulla neve; anzi, il fatto di non procedere dava loro ancor più gioia. Erano abilissimi, e riuscivano a colpi di sci a riprodurre tutti i tipi di neve, dal firn alla farina.
Questi due gruppi erano guidati dai Programmatori, che decidevano direzione, pendenze e consistenza della neve. Uno di loro era particolarmente esigente: ogni cunicolo doveva essere differente in qualcosa da tutti gli altri, altrimenti egli non l'avrebbe mai salito. Ad Ilaria parve che lo chiamassero Professor Von Chiccher, o qualcosa del genere...
Era così giunta l'ora per Ilaria di provare lo sci libero. Tolse le pelli dagli sci, e si lanciò nell'intrico di cunicoli. Sciava benissimo, anche se non l'aveva mai fatto su piste non programmate, assaporando ogni curva, ogni cambio di pendenza (non sapeva che esistessero), ogni tipo di neve (questa per lei era la novità più grande). Scese e risalì decine di volte, fino allo sfinimento. Capì il sorriso di mamma e papà quando le raccontavano di quelle foto ormai sbiadite. All'alba, esausta, si fermò assieme agli altri irregolari per quello che chiamavano il piano B, che consisteva nel trangugiare quanta più pozione del signor Forst possibile in attesa del momento opportuno per lasciare il Ghiaccio Vecchio.
Ed il triste momento arrivò. Il Tracciatore dalla faccia bianca le disse che dovevano partire. 'Ma come' – protestò Ilaria – 'siamo rimasti solo un giorno'. 'Non possiamo rimanere di più' – disse il Tracciatore – 'altrimenti si accorgerebbero della nostra assenza, e sarebbero guai. Solo ai Geometri è concesso di sciare per due giorni, ma non so perchè'.
Ilaria asciugò e ricompresse gli sci liofilizzati, e si incamminarono. Il viaggio di ritorno fu, se possibile, più silenzioso di quello dell'andata.
Arrivati a casa, trovarono Viktor e Dina che li attendevano a braccia aperte, e scorsero fiumi di ... no, non di pozione, ma di parole e lacrime di gioia!
Invitarono il Tracciatore a restare, ma lui declinò l'invito. 'No, grazie, devo andare a casa, dormire 6 minuti e poi devo alzarmi per andare al lavoro'.
Ilaria torno più volte al Ghiaccio Vecchio, accompagnata anche da altri Irregolari. Dina e Viktor erano felici. Un solo risvolto di questa esperienza non riuscirono mai a capire: perchè Ilaria, che prima voleva fare il liceo e poi studiare Filosofia, improvvisamente avesse cambiato idea e volesse fare il Geometra...
PART Four- ex five
Un giorno di primavera, mi sembra che fosse il 25 aprile, arrivò a casa di Vik e Dina un uomo grande e dalla faccia buona. Diceva di chiamarsi Tavernello, amico di Gianko er cazzaro e del vecchio Casmau. Suonò alla porta e Ilaria si trovò di fronte il gigante dal sorriso più grande che aveva mai visto. Tavernello gli disse che aveva un messaggio per i suoi vecchi. Ilaria rapita dallo sguardo buono del gigante lo fece entrare, e chiamò urlando i suoi genitori. Arrivarono di corsa, con preoccupazione, ma alla vista di Tavernello scoppiarono in urlo di gioia liberatorio. Si abbracciarono, fissandosi negli occhi. Tutti sapevano che l'arrivo del gigante aveva un significato. Passata la tempesta emotiva, lo sguardo di tutti divenne interrogativo. Tavernello, chiese un bicchiere di vino, che Ilaria si affrettò a portare, il bicchiere si alzò, e in un sorso divenne un ricordo. Sono qui, disse Tavernello per dirvi che sulla Femmina Morta è scesa tanta neve, quanta non se ne vedeva da tanti anni. Il popolo degli OTTiani si stà mobilitando da tutti i gruppi montuosi, perfino i fratelli spagnoli, greci, anche dall'Africa si stanno organizzando per arrivare sulla Majella, per quella che sarà la più grande manifestazione di pace e di vita dopo il grande scirocco. Vik corse in cantina a prendere una piccola bottiglia di grappa, l'ultima esistente, dopo il divieto. Riempiti i piccoli bicchieri e dopo aver brindato e mandato giù tutto di un fiato quella preziosa bevanda, disse serio, prepariamoci a partire. Un urlo liberatorio dette inizio al viaggio.......
La notizia stava viaggiando da nord a sud sfruttando quei canali che solo un'oppressione può attivare. Il vecchio Orso a Trento era già in contatto con Luca GPS, Loris e gli altri. Il Traccia si era impegnato a trovare un percorso alternativo per viaggiare al sicuro verso l'Abruzzo. Tavernello prima di raggiungere Vik e Dina si era fermato a casa di Bebebeu, esortandolo a mettersi in contatto con Bert e Selig. La notizia arrivò ad Arsiero, e sorprese Giovanni e il Vikingo intenti a consumare una cena a base di fagioli. Anche qui si brindò all'evento, anche se Giovanni non potè fare a meno di pensare al duro viaggio in macchina con il Vikingo dopo quella cena a base di energia incontrollata. Poi disse chi se ne frega, l'aria della Majella rimetterà le cose a posto. Ale, raggiunto dalla notizia preparò lo zaino, ormai coperto dalle ragnatele, spolverò sci e scarponi, testò la colla delle pelli, sorprendendosi della loro efficacia. Appoggiò le cose vicino alla porta, poi andò in cucina abbracciò la sua compagna e la sua piccola, sussurrò, questa volta devo proprio andare, questa volta lo faccio anche per voi, per la nostra libertà..
Incredibile, ma il popolo degli ottiani si era messo in movimento, era una bellissima primavera, fresca e ventosa, e le energie, quelle positive avevano vita facile a propagarsi. Gino e Fluto, avevano escogitato un travestimento per poter viaggiare senza essere riconosciuti. Avevano trovato 2 abiti da francescani, e una volta indossati, ricoprirono gli sci con delle assi di legno, poi li inchiodarono a mo di croce e con quel fardello sulle spalle si incamminarono, lasciandosi alle spalle le valli alpine e iniziarono il loro viaggio tra le campagne e i boschi appenninici verso l'Abruzzo, intonando canti non proprio religiosi, ma che potevano sembrarlo. Intanto a Pescara, il prode Annibale insieme ai suoi amici erano impegnati a rimettere in sesto vecchi sentieri ormai dimenticati, che avrebbero consentito agli ottiani di raggiungere il grande altopiano della Majella al sicuro da sguardi indiscreti. Ste, Cesare e Dario insieme ad altri, raggiunsero Trieste, dove si imbarcarono su un peschereccio, che li avrebbe portati a Pescara. Anche quello fu un viaggio avventuroso. I venti freschi di primavera, consentivano alla neve di resistere al sole, ma alzavano onde che rendevano la navigazione più difficoltosa. Impegnati a tirar su reti piene di pesci, e con il cuore in subbuglio affrontavano il viaggio da veri capitani. A proposito di Capitani, il ns. di Capitano si mise in viaggio in sella alla sua fida bicicletta, gli sci erano mascherati da assi di collegamento per un piccolo carrello dove aveva il resto dell'attrezzatura. Insomma il grande cammino verso la liberazione era iniziato.
part five: bimbi crescono.. ex four
" Ciao Papi, ciao Mami, eccoci qua!!!"
Erano passati già diversi anni, il Grande Scirocco nn dava cenni di attenuarsi, gli occhi del Vik, ancor vispi, trasalirono....
In effetti il sig. Vittorio, come oramai tutti i valligiani dovevano chiamarlo (il Grande Pianificatore aveva pure abolito gli Avatar e Nick-name, troppo eversivi..), era un signorotto che si stava avvicinando alla sessantina, sguardo sempre ammaliante e con il fisico di 15 anni prima (tanto che la gente si chiedeva quanti corsi preorganizzati di JoyGymn/StipStep/WaterCiclying/NordicWalking/PissingMountain... avesse fatto! Nessuno sapeva che ogni notte d'Inverno il sig.Vittorio smetteva i panni dell'agente matrimoniale x corrispondenza sul web e calzava i suoi soliti "strani lunghi aggegi" per risalire i canali più ripidi, qualche volta con uno strano tipo, un tal Cirillum, forse proveniente dalla lontana Persa!!).
Nonostante tutto ciò, il sole, il vento caldo e il suo rifiuto di andare dal Dr. ZTozzi Gran Chirurgo Estetico (ex-vascolare), alle cui cure si erano sottoposti nel frattempo quasi tutti i valligiani (pare sia venuto, disperato per la sua situazione, anche qualcuno dal lontano Regno dei Monti del Male.....), insomma tutto ciò aveva segnato il rude viso del sig. Vittorio, ma quella improvvisa apparizione di quella domenica gli fece perdere un altro anno di vita e finire l'ultima boccetta di tinta per capelli...
La mamma Dina, rimasta sempre uguale senza nessun intervento, nonostante la OTTava gravidanza in corso... invece sorrise bonariamente divertita: quella apparizione gli ricordava qualcosa di 20 anni prima.......
Ilaria, infatti era ormai cresciuta... bene: la sua somiglianza con la dolce Dina era strabiliante (sembrava sua sorella minore), un mistero rimane il fatto che non avesse preso niente dal padre, se non quello sguardo vispo e, purtroppo, per il suo carattere nn proprio "diplomatico".......... insomma la classica ragazza intelligente, maschiaccio, con "pericolose" tendenze "indipendendistiche" dalle idee paterne.....
La sua adolescenza era passata, come detto, ascoltando sempre le vecchie storie del era OTTiana, e più di qualche week-end si era unita al gruppo degli Zii della Confraternita Segreta "Banda degli Irregolari", in qualche furtiva escursione nelle Lontane Terre di Mezzo.
Diciamo che era anche un pò stufa di stare insieme a vecchi Orsi, ascoltare noiosi Poeti, fingere di ridere alle stupide trovate di quelli che si dicevano essere caduti nella Grande Buca, ascoltare vecchie ed incomprensibili canzoni portate dal Vecchio Felino e il suo compare, mangiare quei lunghi panini con dentro quelle strane rotelle piene e unte di grasso, faticare salendo portandosi sulle sue spalle quei 2 affaroni lunghi, ascoltare i moniti pedanti degli zii più ligi alla Regola, intristirsi nel vedere quel tipo che piangeva sempre (ma poi il papà spiegò la cosa: "vedi quello é il famoso Uomo di Ghiaccio, di cui ti ho già raccontato, infatti mica piange ma si scioglie dal caldo, e pensare che prima di chiudersi in quel "frigorifero" era anche lui a ridere sempre nella Grande Buca..), ecc ecc.
Comprensibilmente, voleva vivere la sua età e, facendo dannare il padre, tornava a casa sempre più tardi...... di solito, si beccava solo "ma dove sei stata?", o "questa casa non é una "ZimmerFrei!", "io, alla tua età......." ma si fermava li, evitando di incrociare lo sguardo della Dina..... ma stavolta, quella domenica, la visione era particolare....... dietro Ilaria entrò....
"Uella Vecio, salve sig.ra Dina"............................
Ripresosi dallo sbigottimento ed incredulità, Vik, ignorando le lacrime di "ilarità" della Dina, si rivolse a quel giovanotto che si era cotanto espresso nei suoi confronti:
"Oh, per tutti gli Dei del Gran Zebrù, e tu, chi saresti?? da dove vieni fuori??? come ti chiami????"
"Ciao, Pony" - rispose egli tendendo la mano come per presentarsi.
Meccanicamente Vik tese la sua, ma il giovanotto fece solo il gesto di finta stretta di mano, per poi ritirala velocemente alzando il pollice:
"Ehi.... ci sei cascato, eh????".....
Credendo di sognare, il non più ventenne Vik, trattenendosi dal mollargli una pedata con i suoi vecchi scarponi di cuoio ormai da museo, ripetè:
"Tony, vorrai dire..."
"No, proprio Pony, ma ci senti bene, nonno????...."
Dina, lo fermò appena in tempo, tanto che Vik riuscì a frenarsi... e a denti stretti continuò:
"E di grazia, chi diavolo ti ha messo questo nome?".........
"Mio papà Rudy".......................................................................................................
Allora Vik, squadrandolo meglio, si accorse dell' orecchino sulla lingua, piercing sul sopracciglio sx, tatuaggio sul bicipite, capelli lunghi sugli occhi, T-Shirt con una scritta in greco "Nike" (di cui nessuno sapeva il significato..) e jeans..... a Cavallo Basso!!!!!!! Subito allora maledi quel giorno in cui, a seguito delle insistite richieste dell'Uomo di Ghiaccio, aderì all'Ultimo Raduno degli OTTiani, tutti con le loro famiglie...............
"Sarebbe stato meglio se quel giorno - penso' il Vik - avessi portato la mia famiglia dalla Piccola Incompresa, li, almeno, Ilaria non avrebbe avuto di questi incontri ne avuto queste esigienze....."
Si, li, nella remota e isolata Val Trompia....................
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giovanni
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jj6 Rispondi citando



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MessaggioInviato: Ven Apr 25, 2008 14:28    Oggetto:
 
ah, Juvà,
ti eri dimenticato l'ultimo pezzo di Maurizio....


Part one – risvegli
""""" Ilaria si svegliò il giorno del suo compleanno piacevolmente intorpidita dalla lunga gita del giorno prima e pensò “speriamo piova così mi rigiro e poltrisco come un gatto ancora un po’ qui al caldo..”
Il sensore domotico percepì il segnale e sugli scuri si animò un’immagine di pioggia e nubi basse conficcate tra i larici del Plose come le perline nei capelli del babbo che raggiunta l’Ottava Dimensione dello Sci sarebbe diventato di lì a poco il Gran Maestro della Segreta Setta della Neve Libera, nemico numero uno del Grande Pianificatore e ricercato su tutte le montagne del pianeta.
Dopo tanto stiracchiarsi Ilaria raggiunse la cucina e bevve la Pozione che cento anni prima s’era scoperto avere la proprietà magica di fermare il tempo..
La leggenda vuole che fosse stata inventata per caso da una “banda di irregolari”; una popolazione chiamata Ottiani, dedita al libero sci, ai piaceri della tavola, al bello scrivere e al gaudioso sparar amenità che in visita ad una distilleria clandestina di una bevanda a base di luppolo, in preda all’euforia cadde nell’infernale calderone che ribollì di malto, sudore, pelli di foca, sole di montagna e vesciche.. il vecchio Mr. Forst, incuriosito da tanta schiuma proseguì nella distillazione e ottenne la sua fortuna… la pozione magica.
Nulla è stato tramandato dei prodi Ottiani soltanto che vennero banditi e perseguitati dalle Polizie del Grande Pianificatore per il loro spirito anarchico e libertario e poi dispersi chi sui bislunghi Appennini, chi nella lontana India gli altri nel gelido nord o sulle vinose colline financo alle caliginose pianure; eppure si dice sottovoce che ancora oggi, la notte, piccole luci fugaci segnino l’oscurità di veloci guizzi e risate proibite mentre i loro sci tracciano le nevi della memoria.
Del resto Ilaria aveva sempre notato con curiosità quegli strani personaggi che passavano furtivi a trovare i suoi genitori.. per esempio quel tipo con la crema bianca sul viso

che si muoveva su una vecchia corriera del secolo scorso invece che utilizzare il teletrasporto.. o l’altro dagli anacronistici occhiali perennemente appannati al posto delle video-cornee e dal vecchio gps al posto di quello integrato sotto pelle.. e c’era pure il cappellone sempre appeso a quella frangibile acqua solida verticale nella quale potrebbe tranquillamente nuotare se solo aspettasse la bella stagione..
per non dire delle bellissime donne che il Grande Pianificatore vorrebbe legate alla montagna da rughe, muscolacci e fiato alcolico tra radi denti.
Ilaria, invece, si divertiva a rincorrere quei due cagnoni, l'uno mai domo e l'altra mai sazia, mentre il suo papa' confabulava con i loro proprietari: il primo al quale non potevi proprio dare torto, il secondo invece rimaneva schivo ad ascoltare in disparte...
Bevendo la pozione magica, ebbe un sussulto... le parve di udire ancora quegli ululati che aveva sentito tutta la notte riecheggiare nella vallata...
La mamma, rassicurandola, le aveva detto che in realtà non erano di un grosso lupo cattivo, ma la leggenda vuole siano un piccolo buffo cagnolino che errante zampetta per i canali del Sella e del suo padrone dalla criniera d'argento che ogni notte si avventura tra gli intricati boschi sottostanti lasciandogli del cibo ma perdendo sempre qualcosa... " é per questo - continuava la dolce Dina- che in montagna se si trovava qualche oggetto perduto, bisognava riportarlo alla baita più vicina, cosicché il Fantasma Buono poi riuscisse sempre a ritrovarlo e gli ululati si attenuassero"..
Fatta colazione Ilaria raggiunse il padre in giardino, oggi non era giorno di scuola e sarebbero andati a fare una nuova gita, la stagione era quasi finita e gli addetti stavano togliendo i percorsi dai monti arrotolando ordinatamente le piste.. Ilaria chiese:” cos’è la neve??”
Ssssss.. sibilò il vecchio Vik guardandosi intorno.. era una parola proibita dai tempi del Grande Scirocco, quando la neve era scomparsa da quasi tutto il pianeta e non aveva più nevicato..
Da allora ogni inverno il Grande Pianificatore, per la gioia del popolo, stendeva sulle montagne una pellicola di materiale trasparente che era possibile salire e scendere con particolari attrezzi..
“gli sci??” ribattè Ilaria… quelli che tieni nascosti in cantina..???
sssssss. con i vecchi sci puoi andare dove vuoi, farli curvare dove vuoi, ecco perché sono proibiti, e noi li usiamo di nascosto nelle Remote Terre di Mezzo dove qualche traccia di neve è rimasta; il regno del Vecchio dal Tallone Libero, che vaga ramingo per il Grande Masso, ma questa è un’altra storia!
Questa sera ti racconterò..
Ilaria salì e scese le piste ma senza passione, non vedeva l’ora che arrivasse sera per sentire la storia così non si concentrò nello sci, in fondo alla discesa l’addetto alla Pista rimproverò il padre, lo skipass aveva registrato poca felicità.. tutti dovevano essere felici dopo la discesa,, tutti!
La sera dopo cena Ilaria si sistemò accoccolata sul divano accanto al padre; Vik rimestava nelle braci del camino e sembrava guardare lontano, altrove, iniziò grave:
“prima del Grande Scirocco nevicava.. eccome se nevicava; cristalli d’acqua bianchi, silenziosi, da guardare con gli occhi al cielo per ore finchè non ne erano pieni che dava l’impressione di poterci cadere dentro, la neve copriva i monti, i canaloni, i fianchi e le creste di un bianco scintillante al sole di inverni veri.. si iniziava a dicembre, anche prima, si racconta che l’otto dicembre parte degli Ottiani salisse al Cevedale in preghiera per ringraziare gli Dei della Montagna e scendesse a capofitto.. neve soffice impalpabile, neve crostosa modellata da venti sottozero di gennaio fino al primo pallido sole di febbraio che la neve rifletteva sciogliendosi appena di giorno per rigelare la notte..
Storie di partenze notturne mentre marzo elargiva giornate più lunghe e sole vigoroso.. allora la neve di cemento del mattino diventava Firn a mezzogiorno.. trasalì; parola proibita! Firn, lo riconoscevi anche solo dal rumore in curva: shhhhhh!! consentiva di essere più felici, addirittura euforici; che pazzia! Quella felicità è stata abolita ora, piste tutte uguali, sempre uguali, curve nello stesso posto sempre nello stesso posto!!
“Perché” .. scattò Ilaria..”si poteva sciare ovunque??”
Già, ovunque! Senza regole, senza orari e con chi ti pareva! ma dopo il Grande Scirocco venne proibito e sostituito con percorsi obbligatori e sintetici; ma si racconta di un favoloso hacker di nome Admin che per poche ore riuscì ad entrare nel sistema e a disattivare le piste; accade così che il popolo potè sciare ovunque ma assuefatto alla sicurezza della routine si spaventò di tanta libertà e consegnò esso stesso al Grande Pianificatore Admin che fu condannato a vita alla console del Commodore 64.
Gli sci giravano a comando mordendo il ghiaccio duro o galleggiando sulla morbida farina, poi vennero i runners mandati dal Grande Pianificatore, tutti uguali, tutti sulle stesse cime testa bassa e sudore negli occhi; cambiarono gli sci con leggere tavolette comandate da un computer, cambiarono gli attacchi e dai vecchi tolsero il rumore perchè afrodisiaco: ascolta:
T-Tlac!! fece con la bocca.. un suono che ispirava sicurezza, potenza e pensieri estremi…ma non era per tutti e allora via: proibito! Ora è magnetico, viene impiantato appena si nasce alla base del pollice e del mignolo e sul tallone e aderisce ad una tavola che segue fedelmente un binario magnetico in salita come in discesa!
La salita allora era dura con frequenti soste a rimirare il paesaggio e per cercare la via; ma la discesa, alla ricerca ognuno della propria libera traccia, compensava ogni sforzo e alla fine si arrivava finalmente a valle e ci si rifugiava in qualche osteria a festeggiare la riuscita della gita commentando i vari momenti della giornata..
“Osteria??” obiettò Ilaria.. a già: proibita!
Era un luogo dove ci si sedeva vicini a mangiare qualcosa e a bere del buon vino ridendo e scherzando e prendendoci in giro delle nostre difficoltà, delle nostre cadute smargiassando capacità mai avute e a farci belli con le nostre compagne che poi andavano anche più forte di noi…
La luna splendeva sul Plose, quella vera, magnetica e ipnotica e loro erano sul divano abbracciati, Vik e Dina guardavano oltre le vetrate, Ilaria a un filo dal sonno guardò dolcemente il padre è disse “perché non mi racconti del Vecchio dal Tallone Libero prima di addormentarmi?”.
“Ssssssh! Non nominarlo ad alta voce, che anche lui è ricercato in ogni dove e con tutte le “cimici” che ormai hanno messo dappertutto, non vorrei che scoprissero che sono un suo amico.
Devi sapere – raccontò l’inossidabile Vik, abbassando la voce – che è un Vecchio Anarchico Senza Tempo che, oltre che sciare ancora come ai vecchi tempi, ma di nascosto, lo fa anche con i talloni liberi, piegandosi ad ogni curva in modo strano e ululando di gioia come un vecchio lupo marsicano.
Nelle Montagne delle Remote Terre di Mezzo, nei piccoli paesini di montagna, dietro le imposte semichiuse, la gente lo sente ancor prima dell’alba nel suo continuo girovagare di Rava in Rava, dal Velino al Sirente con il suo fardello di ricordi, in cerca dei suoi vecchi compagni dei bei tempi. Ripete ad alta voce i nomi con la speranza di rivederli ancora liberi come lui, ma le Guardie del Grande Pianificatore li hanno presi uno ad uno mentre godevano spensierati a disegnare libere curve sul famoso firn appenninico nella nascosta e proibita Valle della Femmina Morta dove c’è ancora un po’ di Neve, quella vera di una volta.
Gianko er Cazzaro , Kit Karson, il Gigante Buono sono da tempo confinati in una Busa e guardati a vista .
Il Vecchio Casmau, così si fa chiamare, però è un irriducibile e, in un vecchio magazzino pieno di libri nella Grande Città Eterna, confeziona dei video sovversivi che mette in Rete affinché altri come lui cerchino di ribellarsi e possano condividere le sue emozioni, il suo sciare in libertà. Il suo grido di battaglia è “Libera il Tallone, libera la Mente” e naturalmente è una frase proibitissima che, se lo prendono, potrebbe fruttargli anni ed anni di isolamento nel Super Carcere dei Nostalgici.
Nel frattempo qui al Nord, tale Bebebeu dei Ravanatori Liberi, che prima del Grande Scirocco girovagava per mesi a concatenare Cime, Forcelle, Canaloni assieme al Poderoso Bertl ed alla Bella Selig, leggendaria Creatura che alcuni degli Ottiani asseriscono fosse il frutto delle fantasie di molti, ma i molti giurano che esistesse davvero, il Bebebeu – dicevo - confezionava altrettanti video sovversivi, cosicché ai Posteri rimanesse testimonianza di un’epoca in cui le Emozioni contavano ancora qualcosa.
Devi sapere che prima del fermo di Gianko er Cazzaro e Soci, un gruppo di Irriducibili, sfidando le imposizioni del Grande Pianificatore decise di scendere nelle Terre di Mezzo per godere della Neve Vera, eludendo i continui pattugliamenti lungo le sponde del Rubicone preposti ad evitare attraversamenti clandestini.
Fra la Gente degli Appennini si era già sparsa la voce che sarebbe arrivata di notte una Banda di Sciatori della Segreta Setta della Neve Libera e che il Vecchio Casmau li avrebbe accolti nascondendoli in uno sperduto paesino disseminato di vicoli tutti uguali, dove le Guardie non li avrebbero trovati tanto facilmente.”-
Con gli occhi ormai quasi chiusi Ilaria fu distratta da un lampo di luce veloce nel buio del bosco che seguì a bocca aperta col dito della mano; ma forse era già un sogno; Vik tutto preso dal racconto, non si era nemmeno accorto che la piccola Ilaria stava già dormendo, chissà se ha sentito tutto pensò ed uscì di soppiatto dalla stanza per non svegliare la piccola ridendo sornione sotto i baffi lunghi con le perline.
Nell’atrio ad aspettarlo c’era Dina, bardata di tutto punto con una tuta da sci nera, con i vecchi sci in mano e con il frontalino a raggi infrarossi già indossato.
-“Questa sera tocca a me caro, stai qui tu con la piccola”-
-“Ok Tesoro, ma fai attenzione a non farti beccare e occhio a non cadere che sei già al sesto mese.
Ilaria si svegliò nel cuore della notte, i genitori dormivano profondamente così decise di mettere in pratica il piano i suo piano: trovare le prove che le fiabe del padre erano state e sono realtà!
Scese in cantina dove dei quadrati di diverso colore indicavano chiaramente l’antica presenza di immagini.. ma quali immagini e perché erano state tolte?? Cominciò una sistematica ricerca , ma non si intravedeva nessun possibile nascondiglio.
Tutto era in perfetto ordine e quando ormai stava rinunciando, venne incuriosita da una piastrella in un angolo. Infatti la luce della torcia aveva colpito di striscio il pavimento, rivelando un piccolo scalino nella fuga della piastrella. Si avvicinò e chinandosi si accorse che c'era qualcosa di strano, provò a battere sul pavimento e il rumore sordo le diede la certezza che aveva centrato il bersaglio.
Cercò qualcosa di appuntito e trovo un cacciavite, allora alzando la mattonella scoperse una l'intercapedine. L'emozione era enorme, la poca luce amplificava l'emozione e si trovò di fronte ad un piccolo foro alla base del muro, introdusse tremante una mano e sentì un fardello.
Ormai non poteva più tirarsi indietro.
Estrasse il pacchetto e vide che era composto da una vecchia carta marrone da pacchi e dello spago.
(Materiali a lei sconosciuti, ma il vecchio Vik glieli avrebbe descritti poi).
Taglio subito lo spago senza pensarci su molto e aperto il pacchetto lo stupore fu inimmaginabile.
Si trovo tra le mani delle fotografie incorniciate, che associò subito ai rettangoli sul muro del soggiorno.
Le immagini ritraevano i sui Fortissimi Genitori, con le facce sorridenti, durante delle scene di sci, si vedevano quegli strani attrezzi con la punta arrotondata e quei bastoni alle mani.
Ma la cosa che la colpì fu quel bianco candore tutto intorno e quegli sbuffi dietro le code degli sci.
Penso a come dovevano essere stati felici in quei momenti.
Poi si disse che avrebbe fatto ora?
Ma la curiosità era maggiore di qualsiasi eventuale rimprovero e corse a svegliare Babbo e Mamma.
Immaginatevi per loro essere svegliati nel cuore della notte da questa bambina scalpitante e che continuava a ripetergli di raccontargli tutto.
Allora il buon papà gli raccontò che essendo vietata ogni riproduzione di quel periodo, aveva nascosto e non distrutto le prove di quei spensierati giorni. Ma quei rettangoli sul muro per lui e Dina era come se le foto fossero ancora sul muro. Nella loro retina e immagini sembravano ancora vive. Perciò aveva nascosto quelle Icone di Ricordi. Ma poi saggiamente disse:
Io e mamma abbiamo avuto la fortuna di trascorrere quei momenti, ma il mio rammarico non è per non poterlo più fare.
Quello che mi rattrista è che di non riuscire a farti provare quelle emozioni che noi, assieme al Popolo degli Ottiani, abbiamo provato.
Ma vedrai che un giorno riusciremo nell'intento.
C'è sempre la speranza che il Grande Gelo ritorni a scacciare il Grande Scirocco.
E se verrà quel giorno tutte le truppe del Grande Pianificatore, naturalmente impreparate all'eccezionale evento, verranno sopraffatte dall'abbondante neve e dal gelo.
E noi torneremo a scodinzolare liberamente su tutti i pendi.

Ricordi…Part two:
... la vista delle fotografie dei tempi andati risvegliò nelle anime dei due genitori sentimenti sopiti ma mai morti e un semplice gesto d'intesa, uno sguardo intenso e deciso, gli occhi che per frazioni di attimi continuano ad incrociarsi, scambio di dati veloce in modalità bluetooth per non farsi beccare dal wireless del Grande Pianificatore e in men che non si dica si ritrovarono in piedi davanti al caminetto e sfruttando le onde di calore del fuoco combinate con le potenti onde elettrOTTiane cominciarono a stabilire contatti con la rete degli “irregolari” gente marchiata col simbolo OTT sulla fronte costretta a vivere emarginata nelle Terre di Mezzo in attesa che il Grande Scirocco smetta di governare e sempre pronta ad inforcare gli assi per soverchiare il Grande Pianificatore e i suoi seguaci …
Il primo a rispondere al segnale segreto è il fido GPS che vaga per i boschi in cerca di un satellite che gli permetta di organizzare subito un ponte radio con gli amici delle remote terre trentine i quali erano costretti a vivere nascosti in una caverna che ai tempi dei letarghi veniva usata dal compare Grizzly ma che ora non è altro che un covo di clandestini Skazzati dove ancora distillano insieme al Grande Maestro Mr. Forst la magica pozione.
Gli Skazzati hanno il compito preciso di insegnare ai posteri la tecnica dello sci “no global” che avevano imparato in un famoso raduno OTTiano in quel del Tonale e la loro “mission” doveva essere portata avanti nonostante i tempi ormai fossero cambiati, nonostante per gli “altri” non vi fosse più neve, nonostante il Grande Scirocco dettasse legge ma loro insieme ad altri sotto gruppi OTTiani nelle Terre di Mezzo ancora trovavano lingue di neve dove addestrare fidi alleati perché la tecnica “no global” non si perdesse nelle viscere del tempo.
… ma torniamo a noi …eravamo rimasti che gli Stuffermans erano riusciti a prender un contatto col Geom. GPS il quale a sua volta aveva allarmato gli Skazzati i quali a loro volta avevano il compito più arduo e cioè quello di fermare il ramingo Vecchio dal Tallone Libero ormai anarchico e insofferente a qualsiasi governo ma sempre pronto a scendere dai suoi Appennini per abbracciare gli sci della “revolution” ma sssssssssssssss non pronunciate mai quella parola che il Grande Scirocco potrebbe sciogliervi anche le poche lingue rimaste!!!
Per recuperare il buon Casmau non avevano altro mezzo che mandare in esplorazione il re del Ravaning Grande Saggio della Brenta-Dolomia che risponde al nome di Bebebeu e che, in barba ai divieti e fatti suoi alleati il fido tracciatore occulto Bertl e la principessa Sissi de “noialtri”, parte nell’oscurità della notte tra gli acquitrini della Terra Padania per la sua “mission impossibol”.
… nel frattempo lassù nelle desolate terre altoatesine il Barone Von Kiten che nel frattempo per nascondersi dagli invasori si ero comprato un titolo nobiliare su e-bay, aveva captato il segnale e vestito di tutto punto ed inforcati in suoi fedeli Chaman si era lanciato tra i boschi per raggiungere i compagni Skazzati ma prima di arrivare aveva un compito ben preciso e cioè quello di scovare il Capitano, come avrebbe fatto altrimenti la “banda di irregolari” senza il suo Capitano?
Non fù cosa facile perché dopo la chiusura di internet Admin e il Cap furono arrestati quali cospiratori di un movimento sovversivo. Ma si narra che gli OTTiani riuscirono con un colpo di lamina ad ad abbattere le resistenze del Grande Pianificatore ed a liberare i prodi guerrieri che però da quel dì dovettero darsi alla macchia per sfuggire ai continui controlli.
…. Ma il barone Von Kieten sapeva dove poteva trovare il suo capitano e non tardò ad arrivare al nascondiglio segreto.
Nel frattempo anche nelle remote terre del Prosecco i Castellani avevano ricevuto il segnale e capitanati dal Denali si erano subito imboscati nel buio della notte per andare a scongelare l’uomo dei ghiacci che purtroppo viveva in esilio in un Freezer della Padania, ovviamente prima di salire ai monti dovranno risolvere un indovinello creato dall’astuto mastro Ezy che permetterà loro di liberare il prof. Gaspa e la sua bella Z la formica tenuti prigionieri dal perfido Enrico (edonista convinto) convertito allo Sciroccanesimo per scappare alle congiure, tanto con la schiena malandata non avrebbe più liberato il tallone per cui pensò ben di allearsi col nemico …
… e venne il grande momento quando dopo anni di esilio e viaggi notturni ed incontri foresti i prodi OTTiani si ritrovarono riuniti tutti insieme e dopo i soliti convenevoli e le solite grappette di apertura si accorsero che mancava il grande Vikingo e ovviamente il suo compagno grande maestro della scrittura Juan … solo il Michelone poteva sapere dove trovarli lassù nella remota val Caprara dove insieme al Prof. Fluto erano condannati a vagare in cerca dei ricordi di quando quella meravigliosa valle veniva ogni anno riempita da metri di neve …. Sssssssssssssssss…. Non nominate quella parola per carità ….sssssssssss……
Dopo qualche ora dunque erano tutti riuniti pronti per abbracciare gli assi della Revolution volevano tutti un’unica cosa e cioè richiamare il Grande Freddo e scacciare il perfido Scirocco che imperversava in lungo e in largo da molti ormai troppi anni …
…. Ma ecco il colpo di scena da dietro un albero sbuca fuori Nicola “el magnagatti” che mostra a tutti il campo di battaglia … la banda rimase sbalordita nel vedere un campo di calcio … nooooo nessuno voleva credere ai proprio occhi il raduno si era compiuto ma non era per inforcare gli assi della revolution ma semplicemente per compiere la famosa e mai disputata partita : Attacchini VS Attacconi

part three = Il viaggio al Ghiaccio Vecchio
Erano passate parecchie lune dal giorno della scoperta da parte di Ilaria delle foto della neve vera, ed ella era ormai cresciuta, arrivando in quell'età in cui i giovani passano da 'il mio papà sa tutto' a 'il mio vecchio non capisce nulla'. Il Grande Scirocco non aveva dato segni di cedimento, anzi si era rafforzato. La neve vera era sparita anche dalle Terre di Mezzo, e nella Grande Pianura la popolazione ormai passava il suo tempo a combattere contro enormi zanzare e ad erigere argini contro la Grande Onda che, si sussurrava, ormai stava per arrivare da est.
La ragazza era cresciuta con una buona educazione, ed adorava passare il suo tempo libero all'aria aperta. Le piacevano i fiori, che andava a raccogliere sulla grande radura sinuosa che, da poco dietro casa sua, saliva fino in cima alla Plose. Era una radura dalla forma strana: di così strane ne aveva viste solo sopra Riscone, in Val Badia ed in Val Gardena. Gli anziani del paese la chiamavano 'la pista'. 'Che cosa strana' - pensava Ilaria - 'di piste io conosco solo quelle sintetiche del Grande Pianificatore, quelle che attraversano il deserto, quelle di asfalto degli autodromi e quelle che di certo si facevano mamma e papà per fare le gite esagerate che mi hanno raccontato, se mai le hanno fatte'. Ma questa è un'altra storia.
Dicevamo, ad Ilaria piacevano i fiori: adorava le orchidee che crescevano nella parte bassa della 'pista', le nephente della parte intermedia, dove la foresta pluviale lasciava man mano spazio a qualche sparuto e morente larice, e le spettacolari chiazze di capperi e fichi d'india che adornavano i pendii più alti e siccitosi del Telegrafo. Le piacevano addirittura i giganteschi fiori di rafflesia, che dovevano essere però osservati da lontano, in quanto a tradimento emettevano delle esalazioni pestifere; papà Viktor li chiamava 'fiori vikingo', chissà perchè...
Un giorno, mentre era andata a cogliere orchidee, udì un richiamo provenire da dietro un albero del pane, nel fitto della foresta al bordo della radura: si avvicinò con cautela, e si trovò a faccia a faccia con quello strano personaggio dalla faccia bianca che anni addietro aveva visto a casa sua.
'Ciao, io ti ho già visto a casa mia, come ti chiami?' - chiese Ilaria.
'Sono Be... sono... ecco, sono un Tracciatore' - disse l'uomo.
'Vieni alla luce, così ti vedo meglio'
'Non è bene, non fa bene il sole sulla faccia', disse l'uomo, ma comunque acconsentì, uscendo allo scoperto, ma senza mai mettere la faccia al sole. Ilaria era emozionatissima, sapeva che l'uomo era uno dei compari di mamma e papà ai tempi dello sci libero.
'Hai detto che sei un Tracciatore... cos'è un Tracciatore?'
'E' difficile da spiegare di questi tempi... io... ecco, facevo la strada. Quando vedevo un pendio innevato e mai percorso, mi mettevo davanti al gruppo e salivo, salivo, salivo per migliaia e migliaia di metri senza fermarmi ne rallentare mai. Facevo delle bellissime tracce, sinuose, lisce, morbide, con i buchi regolari dei bastoncini a lato, una gioia per gli occhi. A volte, tornando indietro, me le trovavo tutte rovinate dagli enormi buchi informi provocati dal passaggio della tribù dei Ciaspoleros, ma pazienza, il bello era nel farla, la traccia. Un po' come succede per i castelli di sabbia, si sà che la prima onda o il vento se li portano via, ma il bello è costruirli.
'Mi piacerebbe tanto provare a fare lo sci libero' – sospirò Ilaria.
'Beh, forse... forse è possibile. Difficile ma possibile. Esiste un luogo, ad ovest, dove è rimasto ancora un po' di ghiaccio. Noi lo chiamiamo il Ghiaccio Vecchio. Ho degli amici lì, ed assieme a loro riusciamo ancora a fare dello sci libero; non è proprio come lo facevamo in passato, ma comunque è meglio dello sci obbligatorio! Certo, è un viaggio pericoloso, ma ne vale la pena'.
Un lampo di meraviglia illuminò il volto di Ilaria. Prese per mano il Tracciatore e si mise a correre verso casa, dove arrivò ansimante. Quando Dina la vide arrivare, capì subito cosa sarebbe successo di lì a poco. Sapeva che B... che il Tracciatore si aggirava dalle loro parti, sapeva che Ilaria lo avrebbe un giorno incontrato, sapeva che avrebbe loro chiesto di poter andar a provare l'emozione che loro avevano provato anni fa. Lo sapeva, e lo sperava.
Quella sera, quando Viktor rientrò dal lavoro, non servirono parole. Le lacrime agli occhi di Dina erano già una dichiarazione esplicita. Senza dir nulla, scese in cantina e tornò con un pacchettino. Conteneva due cose che sembravano barrette energetiche. Le porse ad Ilaria: 'Piccola, stai per affrontare un viaggio lungo e difficile, ma alla fine troverai la soddisfazione estrema. Conosco il Ghiaccio Vecchio, con la mamma ci sciavamo prima del Grande Scirocco. Voglio farti un dono: questi sono due sci liofilizzati, basta bagnarli con un po' d'acqua e si gonfiano fino a diventare uguali a quelli che usavamo noi. Non dovresti aver problemi con i controlli.'
Qualche giorno dopo, Ilaria ed il Tracciatore partirono a bordo di una macchina rossa verso la terra degli Elvezi, dove si trovavano montagne molto più alte che vicino a casa. Il viaggio fu lungo e pieno di insidie, ma silenzioso. I controlli erano frequenti, ma il Tracciatore era abituato e fu abile a dribblare le domande dei gendarmi. Con un ultimo tratto in traghetto attraverso il Grande Lago Svizzero arrivarono finalmente a Wengen, alla base della Grande Nord. 'Vedi' – disse il Tracciatore – 'noi dobbiamo arrivare a quel passo, ma dobbiamo arrivarci con le nostre forze, e senza farci vedere'. Camminarono così per qualche notte (di giorno si riposavano tra gli anfratti), finchè raggiunsero il Jungfraujoch.
Al passo lo spettacolo era meraviglioso: una pietraia si estendeva a vista d'occhio ai loro piedi, contornata da cime altissime. Su alcune di queste sembrava ci fossero delle baracche. 'E quelle cosa sono' – chiese Ilaria. 'Sono le case dei Polveromani' – spiegò il Tracciatore – 'Stanno lassù tutto l'anno in attesa che cada un po' di neve dal cielo. Quando succede, come dicono loro, picchiano giù qualche curvetta, e sono felici. Ne conosco alcuni: uno di loro una volta era un Farmacista, ma ha abbandonato l'attività per ritirarsi quassù'.
'Ecco' – disse il Tracciatore indicando il pendio sassoso che si stendeva ai loro piedi – 'questo è il Ghiaccio Vecchio'. 'Ma come' – disse Ilaria con un moto di delusione – 'è una pietraia!'. 'Sembra una pietraia, il Ghiaccio Vecchio è sotto. Vieni, dobbiamo scendere ed aspettare la notte'.
E la notte arrivò. Mai un crepuscolo era sembrato durare tanto alla giovane, ma finalmente il momento era arrivato. Il Tracciatore si guardò intorno un'ultima volta, sollevò una grande pietra che fungeva da botola ed iniziò a scendere per una scaletta, verso una flebile fonte luminosa. Man mano che scendevano, la luce aumentava ed aumentava anche il volume dei suoni che arrivavano da quella voragine apparentemente senza fondo. Sembravano canti, risate, urletti di piacere, il tutto mescolato.
E finalmente arrivarono nel Ghiaccio Vecchio: una grande caverna azzurra, da cui in salita si dipartivano tantissimi cunicoli che si intrecciavano, pieni di gente che scendeva con gli sci scegliendo liberamente il suo percorso! Alcuni cadevano, e sembrava che si divertissero anche in questo. E, meraviglia, gli sci si sganciavano. Udì distintamente anche il Ta-tlac dell'attacco che finora le era stato solo raccontato.
Una volta arrivati in fondo, gli sciatori si fermavano, estraevano delle fettucce pelose dagli zaini e le applicavano agli sci, dopodichè iniziavano a risalire.
Uno solo di loro sembrava contrario a questo rito. Alla fine della discesa non ripellava, ma si fermava direttamente a bere un bicchiere di pozione. Incuriosita, si avvicinò. Lo riconobbe, era uno degli amici di mamma e papà, ma come era ingrassato! Le raccontò che era contrario al ripellaggio, per cui si limitava ad una salita al giorno. Invero, non fu molto semplice capire cosa diceva, in quanto continuava a picchiettare sui tasti di una scatoletta con una grande antenna ed un visore, citando triangolazioni, ed imprecando contro l'effetto schermante del ghiaccio, inserendo a casaccio nelle frasi parole tipo 'giscover' ed 'egoist'. Fece sapere ad Ilaria che l'aggeggino era un localizzatore, la cui sigla GPS era divenuta illegale perchè coincideva con quella di Grande Pianificatore Supremo. Ora lui si faceva chiamare LucaLocalizzatore.
Il Tracciatore aiutò Ilaria a gonfiare gli sci, a sistemare le pelli, e la condusse su per uno dei cunicoli, per mostrarle come era organizzata la piccola comunità degli irregolari. Le gallerie venivano scavate dai Tracciatori che scalpellavano il ghiaccio con grande fatica salendo sinuosamente. Anche Viktor aveva fatto parte dei Tracciatori, come pure Bebebeu, che purtroppo non faceva più parte della Banda perchè doveva restare nella Grande Pianura a combattere le zanzare giganti assieme a Uellauella, altro noto irregolare.
I blocchi di ghiaccio prodotti dai Tracciatori venivano poi triturati in vario modo dai Ravanatori. Costoro continuavano a camminare in salita con speciali sci seghettati, ma erano trattenuti da funi, in modo tale che non procedessero affatto. A loro non importava, in quanto non erano interessati alla progressione, ma solo alla fatica sulla neve; anzi, il fatto di non procedere dava loro ancor più gioia. Erano abilissimi, e riuscivano a colpi di sci a riprodurre tutti i tipi di neve, dal firn alla farina.
Questi due gruppi erano guidati dai Programmatori, che decidevano direzione, pendenze e consistenza della neve. Uno di loro era particolarmente esigente: ogni cunicolo doveva essere differente in qualcosa da tutti gli altri, altrimenti egli non l'avrebbe mai salito. Ad Ilaria parve che lo chiamassero Professor Von Chiccher, o qualcosa del genere...
Era così giunta l'ora per Ilaria di provare lo sci libero. Tolse le pelli dagli sci, e si lanciò nell'intrico di cunicoli. Sciava benissimo, anche se non l'aveva mai fatto su piste non programmate, assaporando ogni curva, ogni cambio di pendenza (non sapeva che esistessero), ogni tipo di neve (questa per lei era la novità più grande). Scese e risalì decine di volte, fino allo sfinimento. Capì il sorriso di mamma e papà quando le raccontavano di quelle foto ormai sbiadite. All'alba, esausta, si fermò assieme agli altri irregolari per quello che chiamavano il piano B, che consisteva nel trangugiare quanta più pozione del signor Forst possibile in attesa del momento opportuno per lasciare il Ghiaccio Vecchio.
Ed il triste momento arrivò. Il Tracciatore dalla faccia bianca le disse che dovevano partire. 'Ma come' – protestò Ilaria – 'siamo rimasti solo un giorno'. 'Non possiamo rimanere di più' – disse il Tracciatore – 'altrimenti si accorgerebbero della nostra assenza, e sarebbero guai. Solo ai Geometri è concesso di sciare per due giorni, ma non so perchè'.
Ilaria asciugò e ricompresse gli sci liofilizzati, e si incamminarono. Il viaggio di ritorno fu, se possibile, più silenzioso di quello dell'andata.
Arrivati a casa, trovarono Viktor e Dina che li attendevano a braccia aperte, e scorsero fiumi di ... no, non di pozione, ma di parole e lacrime di gioia!
Invitarono il Tracciatore a restare, ma lui declinò l'invito. 'No, grazie, devo andare a casa, dormire 6 minuti e poi devo alzarmi per andare al lavoro'.
Ilaria torno più volte al Ghiaccio Vecchio, accompagnata anche da altri Irregolari. Dina e Viktor erano felici. Un solo risvolto di questa esperienza non riuscirono mai a capire: perchè Ilaria, che prima voleva fare il liceo e poi studiare Filosofia, improvvisamente avesse cambiato idea e volesse fare il Geometra...
PART Four- ex five
Un giorno di primavera, mi sembra che fosse il 25 aprile, arrivò a casa di Vik e Dina un uomo grande e dalla faccia buona. Diceva di chiamarsi Tavernello, amico di Gianko er cazzaro e del vecchio Casmau. Suonò alla porta e Ilaria si trovò di fronte il gigante dal sorriso più grande che aveva mai visto. Tavernello gli disse che aveva un messaggio per i suoi vecchi. Ilaria rapita dallo sguardo buono del gigante lo fece entrare, e chiamò urlando i suoi genitori. Arrivarono di corsa, con preoccupazione, ma alla vista di Tavernello scoppiarono in urlo di gioia liberatorio. Si abbracciarono, fissandosi negli occhi. Tutti sapevano che l'arrivo del gigante aveva un significato. Passata la tempesta emotiva, lo sguardo di tutti divenne interrogativo. Tavernello, chiese un bicchiere di vino, che Ilaria si affrettò a portare, il bicchiere si alzò, e in un sorso divenne un ricordo. Sono qui, disse Tavernello per dirvi che sulla Femmina Morta è scesa tanta neve, quanta non se ne vedeva da tanti anni. Il popolo degli OTTiani si stà mobilitando da tutti i gruppi montuosi, perfino i fratelli spagnoli, greci, anche dall'Africa si stanno organizzando per arrivare sulla Majella, per quella che sarà la più grande manifestazione di pace e di vita dopo il grande scirocco. Vik corse in cantina a prendere una piccola bottiglia di grappa, l'ultima esistente, dopo il divieto. Riempiti i piccoli bicchieri e dopo aver brindato e mandato giù tutto di un fiato quella preziosa bevanda, disse serio, prepariamoci a partire. Un urlo liberatorio dette inizio al viaggio.......
La notizia stava viaggiando da nord a sud sfruttando quei canali che solo un'oppressione può attivare. Il vecchio Orso a Trento era già in contatto con Luca GPS, Loris e gli altri. Il Traccia si era impegnato a trovare un percorso alternativo per viaggiare al sicuro verso l'Abruzzo. Tavernello prima di raggiungere Vik e Dina si era fermato a casa di Bebebeu, esortandolo a mettersi in contatto con Bert e Selig. La notizia arrivò ad Arsiero, e sorprese Giovanni e il Vikingo intenti a consumare una cena a base di fagioli. Anche qui si brindò all'evento, anche se Giovanni non potè fare a meno di pensare al duro viaggio in macchina con il Vikingo dopo quella cena a base di energia incontrollata. Poi disse chi se ne frega, l'aria della Majella rimetterà le cose a posto. Ale, raggiunto dalla notizia preparò lo zaino, ormai coperto dalle ragnatele, spolverò sci e scarponi, testò la colla delle pelli, sorprendendosi della loro efficacia. Appoggiò le cose vicino alla porta, poi andò in cucina abbracciò la sua compagna e la sua piccola, sussurrò, questa volta devo proprio andare, questa volta lo faccio anche per voi, per la nostra libertà..
Incredibile, ma il popolo degli ottiani si era messo in movimento, era una bellissima primavera, fresca e ventosa, e le energie, quelle positive avevano vita facile a propagarsi. Gino e Fluto, avevano escogitato un travestimento per poter viaggiare senza essere riconosciuti. Avevano trovato 2 abiti da francescani, e una volta indossati, ricoprirono gli sci con delle assi di legno, poi li inchiodarono a mo di croce e con quel fardello sulle spalle si incamminarono, lasciandosi alle spalle le valli alpine e iniziarono il loro viaggio tra le campagne e i boschi appenninici verso l'Abruzzo, intonando canti non proprio religiosi, ma che potevano sembrarlo. Intanto a Pescara, il prode Annibale insieme ai suoi amici erano impegnati a rimettere in sesto vecchi sentieri ormai dimenticati, che avrebbero consentito agli ottiani di raggiungere il grande altopiano della Majella al sicuro da sguardi indiscreti. Ste, Cesare e Dario insieme ad altri, raggiunsero Trieste, dove si imbarcarono su un peschereccio, che li avrebbe portati a Pescara. Anche quello fu un viaggio avventuroso. I venti freschi di primavera, consentivano alla neve di resistere al sole, ma alzavano onde che rendevano la navigazione più difficoltosa. Impegnati a tirar su reti piene di pesci, e con il cuore in subbuglio affrontavano il viaggio da veri capitani. A proposito di Capitani, il ns. di Capitano si mise in viaggio in sella alla sua fida bicicletta, gli sci erano mascherati da assi di collegamento per un piccolo carrello dove aveva il resto dell'attrezzatura. Insomma il grande cammino verso la liberazione era iniziato.
Il vecchio Casmau a Roma cercava di organizzare la resistenza allo scirocco, aiutato da Gianko il cazzaro e dal vecchio Kit. Ma intanto si rifacevano vedere vecchi amici, Piero TMK con la sua esperienza manteneva i contatti con gli ottiani che arrivavano da fuori, Francesco il cuoco, stava organizzando le scorte per la grande manifestazione sulla Majella. Silvia da Chieti manteneva i contatti tra il lato adriatico e Roma.
Ma anche le forze del male allertate da questa aria frizzante che si respirava nell'aria e nelle persone, si stavano muovendo. Occorreva molta attenzione. La svolta fu la morte improvvisa del papa benedetto XXIII, che faceva convergere su Roma milioni di persone.
Vik, Dina e la piccola Ilaria arrivarono a l'Aquila dopo un viaggio avventuroso. A Rieti dove erano giunti percorrendo strade secondarie, incontrarono Gregorio, un pastore del Velino, a cui chiesero una informazione su come raggiungere il capoluogo Abruzzese. I volti, soprattutto sotto una dittatura hanno sempre un valore aggiunto. la montagna venne fuori ancor prima di parlare. Gregorio offrì loro la possibilità di un buon rifugio. Raccontò a loro di un vecchio di nome Eusebio che viveva da solo sotto la grande montagna Marsicana. raccontò che Eusebio aveva già vissuto la dittatura dello scirocco, quando giovane amava lasciare il suo lavoro di mezzadro fuggendo in montagna con i suoi sci di legno. Da Rieti arrivarono a Borgorose con una vecchia corriera, Ilaria si guardava intorno, osservando montagne aspre e selvagge, iziando a sentire il profumo di una nuova avventura.... continua

part five: bimbi crescono.. ex four
" Ciao Papi, ciao Mami, eccoci qua!!!"
Erano passati già diversi anni, il Grande Scirocco nn dava cenni di attenuarsi, gli occhi del Vik, ancor vispi, trasalirono....
In effetti il sig. Vittorio, come oramai tutti i valligiani dovevano chiamarlo (il Grande Pianificatore aveva pure abolito gli Avatar e Nick-name, troppo eversivi..), era un signorotto che si stava avvicinando alla sessantina, sguardo sempre ammaliante e con il fisico di 15 anni prima (tanto che la gente si chiedeva quanti corsi preorganizzati di JoyGymn/StipStep/WaterCiclying/NordicWalking/PissingMountain... avesse fatto! Nessuno sapeva che ogni notte d'Inverno il sig.Vittorio smetteva i panni dell'agente matrimoniale x corrispondenza sul web e calzava i suoi soliti "strani lunghi aggegi" per risalire i canali più ripidi, qualche volta con uno strano tipo, un tal Cirillum, forse proveniente dalla lontana Persa!!).
Nonostante tutto ciò, il sole, il vento caldo e il suo rifiuto di andare dal Dr. ZTozzi Gran Chirurgo Estetico (ex-vascolare), alle cui cure si erano sottoposti nel frattempo quasi tutti i valligiani (pare sia venuto, disperato per la sua situazione, anche qualcuno

dal lontano Regno dei Monti del Male.....), insomma tutto ciò aveva segnato il rude viso del sig. Vittorio, ma quella improvvisa apparizione di quella domenica gli fece perdere un altro anno di vita e finire l'ultima boccetta di tinta per capelli...
La mamma Dina, rimasta sempre uguale senza nessun intervento, nonostante la OTTava gravidanza in corso... invece sorrise bonariamente divertita: quella apparizione gli ricordava qualcosa di 20 anni prima.......
Ilaria, infatti era ormai cresciuta... bene: la sua somiglianza con la dolce Dina era strabiliante (sembrava sua sorella minore), un mistero rimane il fatto che non avesse preso niente dal padre, se non quello sguardo vispo e, purtroppo, per il suo carattere nn proprio "diplomatico".......... insomma la classica ragazza intelligente, maschiaccio, con "pericolose" tendenze "indipendendistiche" dalle idee paterne.....
La sua adolescenza era passata, come detto, ascoltando sempre le vecchie storie del era OTTiana, e più di qualche week-end si era unita al gruppo degli Zii della Confraternita Segreta "Banda degli Irregolari", in qualche furtiva escursione nelle Lontane Terre di Mezzo.
Diciamo che era anche un pò stufa di stare insieme a vecchi Orsi, ascoltare noiosi Poeti, fingere di ridere alle stupide trovate di quelli che si dicevano essere caduti nella Grande Buca, ascoltare vecchie ed incomprensibili canzoni portate dal Vecchio Felino e il suo compare, mangiare quei lunghi panini con dentro quelle strane rotelle piene e unte di grasso, faticare salendo portandosi sulle sue spalle quei 2 affaroni lunghi, ascoltare i moniti pedanti degli zii più ligi alla Regola, intristirsi nel vedere quel tipo che piangeva sempre (ma poi il papà spiegò la cosa: "vedi quello é il famoso Uomo di Ghiaccio, di cui ti ho già raccontato, infatti mica piange ma si scioglie dal caldo, e pensare che prima di chiudersi in quel "frigorifero" era anche lui a ridere sempre nella Grande Buca..), ecc ecc.
Comprensibilmente, voleva vivere la sua età e, facendo dannare il padre, tornava a casa sempre più tardi...... di solito, si beccava solo "ma dove sei stata?", o "questa casa non é una "ZimmerFrei!", "io, alla tua età......." ma si fermava li, evitando di incrociare lo sguardo della Dina..... ma stavolta, quella domenica, la visione era particolare....... dietro Ilaria entrò....
"Uella Vecio, salve sig.ra Dina"............................
Ripresosi dallo sbigottimento ed incredulità, Vik, ignorando le lacrime di "ilarità" della Dina, si rivolse a quel giovanotto che si era cotanto espresso nei suoi confronti:
"Oh, per tutti gli Dei del Gran Zebrù, e tu, chi saresti?? da dove vieni fuori??? come ti chiami????"
"Ciao, Pony" - rispose egli tendendo la mano come per presentarsi.
Meccanicamente Vik tese la sua, ma il giovanotto fece solo il gesto di finta stretta di mano, per poi ritirala velocemente alzando il pollice:
"Ehi.... ci sei cascato, eh????".....
Credendo di sognare, il non più ventenne Vik, trattenendosi dal mollargli una pedata con i suoi vecchi scarponi di cuoio ormai da museo, ripetè:
"Tony, vorrai dire..."
"No, proprio Pony, ma ci senti bene, nonno????...."
Dina, lo fermò appena in tempo, tanto che Vik riuscì a frenarsi... e a denti stretti continuò:
"E di grazia, chi diavolo ti ha messo questo nome?".........
"Mio papà Rudy".......................................................................................................
Allora Vik, squadrandolo meglio, si accorse dell' orecchino sulla lingua, piercing sul sopracciglio sx, tatuaggio sul bicipite, capelli lunghi sugli occhi, T-Shirt con una scritta in greco "Nike" (di cui nessuno sapeva il significato..) e jeans..... a Cavallo Basso!!!!!!! Subito allora maledi quel giorno in cui, a seguito delle insistite richieste dell'Uomo di Ghiaccio, aderì all'Ultimo Raduno degli OTTiani, tutti con le loro famiglie...............
"Sarebbe stato meglio se quel giorno - penso' il Vik - avessi portato la mia famiglia dalla Piccola Incompresa, li, almeno, Ilaria non avrebbe avuto di questi incontri ne avuto queste esigienze....."
Si, li, nella remota e isolata Val Trompia....................
_________________
E allora... MOLLALI !!!!!! CARLO


L'ultima modifica di jj6 il Mer Mag 07, 2008 11:09, modificato 1 volta
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giovannibusato Rispondi citando



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MessaggioInviato: Ven Apr 25, 2008 18:35    Oggetto:
 
bravo jj,
ottimo lavoro..
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giovanni
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Valentino_52 Rispondi citando



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MessaggioInviato: Ven Apr 25, 2008 18:54    Oggetto:
 
giovannibusato ha scritto:

...............................
ao.. sto aaaa'romaaaa!!!


Saluti agli amici romani! Wink Wink Wink
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Valentino_52 Rispondi citando



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MessaggioInviato: Ven Apr 25, 2008 18:58    Oggetto:
 
casmau ha scritto:

........................................
Gino e Fluto, avevano escogitato un travestimento per poter viaggiare senza essere riconosciuti. Avevano trovato 2 abiti da francescani, e una volta indossati, ricoprirono gli sci con delle assi di legno, poi li inchiodarono a mo di croce e con quel fardello sulle spalle si incamminarono, .....


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Mica due "bau-bau-micio-micio" Wink Wink Wink

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