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CORNO GRANDE- vetta ORIENTALE
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Nuovo argomento   Rispondi    Indice del forum -> Reportage fotografici

l'ultima strega Rispondi citando



Registrato: 14/05/09 20:17
Messaggi: 2406
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MessaggioInviato: Mer Mag 20, 2009 9:34    Oggetto:
 
Razz Razz Razz senza parole...............

Grandi, ragazzi!!!
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Torno a casa ma ho già voglia di ripartire. Ho capito qual è il senso di una spedizione.E' salire una montagna andando oltre.E' distaccarsi dalla cima da elenco ... E' vivere l'assenza di radici come un cammino di libertà.... (Silvia M.Buscaini )
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WilLupo Rispondi citando



Registrato: 20/05/09 20:08
Messaggi: 56
Luogo di residenza: Castelli romani

MessaggioInviato: Gio Mag 21, 2009 15:44    Oggetto:
 
Che belle foto! Shocked Smile
Ci sono capitata per caso, stavo cercando delle info...
E' stata una ... valanga di ricordi ... e non posso fare a meno di dire qualcosa Confused
Le foto che ho io della nostra discesa del 2003... al confronto fanno pena Crying or Very sad e davvero mi viene da piangere, perchè almeno di altre discese ho conservato delle belle immagini oltre ai ricordi...

La cresta sembra veramente affilata, proprio come la trovammo noi la prima volta (ma era il 23 marzo!!! che razza di stagione, questa Shocked ) … e vi assicuro che non è sempre in quel modo, già qualche giorno dopo (quando ce la siamo rifatta perché purtroppo come fessi risalimmo dall’Haas Acitelli) era molto più manza e arrotondata, ci si passava sopra senza tagliare sui salti… insomma, un'altra cosa.

Una curiosità, sapete se l’ha fatta qualcun altro sta discesa dal 2003 ad ora? Io sto un pò fuori del giro e le cose le vengo a sapere giusto per caso.

Ciao Smile
Germana
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I cani sono così, quando ne hanno voglia pensano per conto dei padroni.
Josè Saramago
Non persi tempo a filosofare, però dovetti riconoscere che la fortuna finisce sempre tutta d’un colpo, mai per gradi.
Mark Twight
www.nonsoloscialp.it
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casmau Rispondi citando



Registrato: 04/10/06 18:00
Messaggi: 8395
Luogo di residenza: Roma, Appennino

MessaggioInviato: Gio Mag 21, 2009 15:50    Oggetto:
 
WilLupo ha scritto:
Che belle foto! Shocked Smile
Ci sono capitata per caso, stavo cercando delle info...
E' stata una ... valanga di ricordi ... e non posso fare a meno di dire qualcosa Confused
Le foto che ho io della nostra discesa del 2003... al confronto fanno pena Crying or Very sad e davvero mi viene da piangere, perchè almeno di altre discese ho conservato delle belle immagini oltre ai ricordi...

La cresta sembra veramente affilata, proprio come la trovammo noi la prima volta (ma era il 23 marzo!!! che razza di stagione, questa Shocked ) … e vi assicuro che non è sempre in quel modo, già qualche giorno dopo (quando ce la siamo rifatta perché purtroppo come fessi risalimmo dall’Haas Acitelli) era molto più manza e arrotondata, ci si passava sopra senza tagliare sui salti… insomma, un'altra cosa.

Una curiosità, sapete se l’ha fatta qualcun altro sta discesa dal 2003 ad ora? Io sto un pò fuori del giro e le cose le vengo a sapere giusto per caso.

Ciao Smile
Germana


Benvenuta!!! a una voce importante delle ns. montagne, ora che sei passata, ogni tanto fermati un po e magari regalaci qualche tuo racconto/foto.

Sulle notizie che cercavi non posso aiutarti, uno scialpinista morbido come me raramente si muove su quei terreni.

Ciao
Maurizio Wink

dimenticavo.... W anche la Lupa Laughing
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http://scianarchik.blogspot.com/

http://vimeo.com/87710861

Di colpo tutta la mia facoltà di pensare si spegne.
Che sensazione piacevole! Ho forse dormito?
No sto facendo una gita con gli sci
H. Buhl
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WilLupo Rispondi citando



Registrato: 20/05/09 20:08
Messaggi: 56
Luogo di residenza: Castelli romani

MessaggioInviato: Gio Mag 21, 2009 16:10    Oggetto:
 
casmau ha scritto:


Benvenuta!!! a una voce importante delle ns. montagne, ora che sei passata, ogni tanto fermati un po e magari regalaci qualche tuo racconto/foto.

Sulle notizie che cercavi non posso aiutarti, uno scialpinista morbido come me raramente si muove su quei terreni.

Ciao
Maurizio Wink

dimenticavo.... W anche la Lupa Laughing


Accidenti che velocità Wink
non ho manco fatto in tempo a guardarmi un altro reportage fotografico Laughing
(anche quello bellissimo peraltro)

Ci provo, a fermarmi...
Purtroppo parlare di scialp ormai mi fa un pò tristezza. Troppo passato e troppo poco presente... Sad

Difficile poter arricchire il forum con qualcosa... foto e racconti sono solo quelli vecchi. Quelli migliori stanno già sul mio sito (non c'è il racconto della discesa dall'Orientale che facemmo dopo una ricognizione all'imbocco dell'Haas... magari se a qualcuno interessa lo posso postare, assieme a due o tre foto "documento", per niente belle)

Per le foto... acc Sad ormai sono talmente fiacca che non mi porto più la fotocamera digitale compatta per risparmiare peso Rolling Eyes pensa te come sto ridotta, giravo sul ripido con la reflex Rolling Eyes
Vabbè...

Ciao Smile
Germana
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WilLupo Rispondi citando



Registrato: 20/05/09 20:08
Messaggi: 56
Luogo di residenza: Castelli romani

MessaggioInviato: Gio Mag 21, 2009 16:14    Oggetto:
 
Dimenticavo:

WilLupo, ossia
W come evviva, ma anche voce del verbo vivere, il contrario di crepare.

Il mio augurio a tutti i lupi selvaggi o domestici (come il mio) e la risposta obbligatoria quando mi augurano "in bocca al lupo".
Very Happy

(le lupe sono incluse nel prezzo Wink )
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Valentino_52 Rispondi citando



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MessaggioInviato: Gio Mag 21, 2009 16:15    Oggetto:
 
WilLupo ha scritto:

..........ormai sono talmente fiacca che non mi porto più la fotocamera digitale compatta per risparmiare peso Rolling Eyes pensa te come sto ridotta...
Germana


Casmau e le sue Streghe hanno i filtri magici per guarirti Wink Laughing
devi solo buttarti.
Okkio però che nel suo entourage girano certi ceffi... Mr. Green Mr. Green Wink
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"Le azioni più straordinarie sono quelle semplici e spontanee" (Grizzly 1-5-2010)
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WilLupo Rispondi citando



Registrato: 20/05/09 20:08
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Luogo di residenza: Castelli romani

MessaggioInviato: Gio Mag 21, 2009 16:48    Oggetto:
 
Valentino_52 ha scritto:
WilLupo ha scritto:

..........ormai sono talmente fiacca che non mi porto più la fotocamera digitale compatta per risparmiare peso Rolling Eyes pensa te come sto ridotta...
Germana


Casmau e le sue Streghe hanno i filtri magici per guarirti Wink Laughing
devi solo buttarti.
Okkio però che nel suo entourage girano certi ceffi... Mr. Green Mr. Green Wink


I ceffi più o meno li conosco... di sicuro conosco i peggiuori Laughing

I filtri magici... Crying or Very sad qui purtroppo non si ride più. Non credo possano fare effetto... non ho nulla di psicosomatico Rolling Eyes Wink
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casmau Rispondi citando



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MessaggioInviato: Gio Mag 21, 2009 17:13    Oggetto:
 
WilLupo ha scritto:
Valentino_52 ha scritto:
WilLupo ha scritto:

..........ormai sono talmente fiacca che non mi porto più la fotocamera digitale compatta per risparmiare peso Rolling Eyes pensa te come sto ridotta...
Germana


Casmau e le sue Streghe hanno i filtri magici per guarirti Wink Laughing
devi solo buttarti.
Okkio però che nel suo entourage girano certi ceffi... Mr. Green Mr. Green Wink


I ceffi più o meno li conosco... di sicuro conosco i peggiuori Laughing

I filtri magici... Crying or Very sad qui purtroppo non si ride più. Non credo possano fare effetto... non ho nulla di psicosomatico Rolling Eyes Wink


non pensare che sia facile anche per noi, diciamo che la solidarietà e la voglia di condividere possono aiutare, in fondo non siamo così diversi dagli animali, se non li consideriamo esseri inferiori, o peggio superiori.

Egalitè, Fraternitè, Libertè Wink
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WilLupo Rispondi citando



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MessaggioInviato: Gio Mag 21, 2009 17:46    Oggetto:
 
Riguardo agli animali, condivido al 100%, per me sono FRATELLI Very Happy

Il resto... non sono sicura di aver capito cosa intendi, cmq la solidarietà in montagna è un argomento delicato Confused diciamo che personalmente ho trovato tutti gli estremi (passando anche per la via di mezzo).
Tantissima solidarietà ed amicizia (Tavernello ultimamente sulla via dei Laghetti, impagabile, smack Very Happy ) o nessunissima solidarietà, al punto di non inclinare un pò la traccia per chi sta peggio o non rallentare un tantino per restare in gruppo, costringendo il più debole della compagnia ad una rincorsa continua... Evil or Very Mad
(spesso è solo "distrazione" perchè il più delle volte non ci sono motivazioni effettive tipo un risultato da raggiungere o la neve che si rovina ...)

Per il caso di specie Wink ovvero me, la solidarietà non basta (anche se talvolta fa comodo Wink ): purtroppo con la protesi non mi posso allenare (a dire il vero non dovrei manco sciare ma ... vabbè Twisted Evil ) per cui stare bene è questione di puro culo e ormai capita di rado Sad

Ciao Very Happy
Germana
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l'ultima strega Rispondi citando



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MessaggioInviato: Gio Mag 21, 2009 18:22    Oggetto: piacerissimo!!!
 
Cara Germana, o WilLupo,

è telepatia che ti ho tirato dentro! Very Happy Proprio in questi giorni ti pensavo e mi ripetevo che mi avrebbe fatto estremamente piacere rivederti e magari fare qualche altra gita insieme. Tanto io sono una di quelle che aspetta....anche il tramonto!
Sono molto contenta che sei approdata, e se poi ci allieti con qualche tuo racconto anche passato, la Storia non guasta mai.
A prestissimo, e benvenuta!
Anna, l'ultima strega
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casmau Rispondi citando



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MessaggioInviato: Gio Mag 21, 2009 18:23    Oggetto:
 
mi riferivo a quella solidarietà, che se esiste, non distingue una montagna da una strada di una grande città. Non voglio portare questo scambio di idee su un piano troppo personale, magari un giorno ne avremo occasione, davanti un buon bicchiere di vino, ma di una cosa sono sicuro, vista la mia esperienza personale che si avvia alla terza operazione, lotterò fino alla fine per vivermi tutto quello che potrò vivere, e per farlo l'amicizia e la solidarietà dovranno essere sempre in primo piano. La montagna è solo uno dei palcoscenici dove si svolge la commedia della vita.

Ciao Wink
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l'ultima strega Rispondi citando



Registrato: 14/05/09 20:17
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MessaggioInviato: Gio Mag 21, 2009 20:43    Oggetto: SVANITA?
 
Sad Sad oK in attesa di quelli di WilLupo, inserisco il mio, non troppo lontano ricordo di una bella giornata passata insieme......... Cool Cool

AGHI e INCANTI

Sono affogata in un mare di bianco.
Alzo la testa e non so dove direzionare lo sguardo. Il bianco non esiste ed è vuoto, ma il vuoto si riempie, si colma di bellezza, di gelo, di essenzialità.
Per la prima volta in vita mia sono senza parole: ed il dubbio mi assale. Come faccio a raccontarlo? Quali parole possono comunicare l’essenza di una scheggia, il suo acume, la sua elettricità, il suo essere spinosa eppure liscia, contraddizione di modi di esistere e convivere attraverso un unico flusso vitale.
Liquido intrappolato nella veste gelata, fulminata, schizzata…. bianca come la neve, trasparente come il cristallo, scricchiolante per la sua durezza, screpolata come un lago ghiacciato solcato da una lama affilata, appesa tremolante aspettando l’unico soffio che la staccherà dalla sua indispensabile linfa. Ma l’alito di vento e la fine non ci saranno: il suo picciolo è diventato pietra, conquistandosi la vita eterna, conservandosi fino a che un caloroso abbraccio non scioglierà il gelo che la circonda: …vita e morte di una foglia d’inverno….

Come al solito, Derspina, non hai resistito!
Ok, lo zaino è pronto già dal primo pomeriggio del giorno prima. Per andare dove?
Come al solito si sa che si va, ma non si sa con chi e dove. Le incognite che mettono il sale nella vita, ed i cavalli che lo mangiano!
Eh già, proprio cavalli sono quelli che lungo la strada verso il lago di Campotosto assaporano le salate schegge bianche. E di schegge oggi ne vedremo tante: impazzite e gelate sugli alberi, alla carica in salita, entusiastiche in discesa. Frammenti di gelo, neve, candore, che uniti alle contorsioni del bosco lasciano meraviglia e stupore nel tuo animo, colmano lo sguardo, alleviano la fatica, rendendo ovattato il mondo d’intorno. Sei protagonista di una favola, dove neanche le lacrime riescono a liberarsi, perché non è emozione quella che provi, ma splendida consapevolezza di un quadro d’autore, firmato tempesta, costanza, calma, silenzio, leggerezza.
Questo oggi leggono gli occhi di Cip e Ciop, conditi con l’armonia di una gradevole compagnia: tutti a testa in su, tanto da dimenticare che la neve è fonda e che si dovrebbe fare la traccia, per risparmiare le forze a chi dopo ti dovrebbe dare il cambio.
Ma si sa che il mondo gira al contrario, e la cavalleria in questo frangente se ne va a briglia sciolta, per cui l’altra metà del cielo prende il sopravvento e spinge in su un gruppetto maschile ben assortito: Germana in testa, Anna sulle sue code, Andrea da Genzano che continua ad osannare uno splendido rientro sugli sci, a seguire un incantato Lorenzo, un incredibile placato Giorgio (che oggi mi sarei augurata davanti!), uno scattoso affaticato Benni, un contemplativo Paolo, un vociferante Duilio, e i due snowbordisti ciaspolanti, pellegrini giunti dalle vicine coste laziali, Paolo e Daniele.
Ci alterniamo tra donne; a seguire, tutti con la scusa pronta: “impossibile non fotografare”, “controllo se è il bivio giusto”, “ il bosco è meraviglioso”, per cui dopo due metri nelle faticose tracce a spina di pesce di Benni è meglio recuperare la scia, fino a che Paolo, glorioso paladino non prende la testa del corteo.
Il bosco è un tunnel di rami carichi di neve: le foglie esplose di minuscoli frammenti vetrati, stilizzate, ricoperte di aghi senza dolore. Un velo trasparente risalta le nervature e le rende gonfie di ghiaccio e di gelo; la morbida neve è posata placida e carica sui rami, sui sassi, ovunque e tanta, sul tronco, che pigro ed immobile la accoglie sul suo muschio, scaraventata dal vento su tutta la sua lunghezza , birillo in attesa di schivare le palle di neve di un bambino senza riuscirci. Gocce di vapore non sono mai cadute al suolo, fermate e bloccate da una gelida forza, potente, fredda, dirompente: la loro rotondità si è acuminata, trasformandosi in angoli ed aghi spinosi ed ottusi, sensibili ed acuti solo all’improvviso blocco del loro fluire.
Molteplici stalattiti glaciali aspettano di cadere, tenacemente ancorate alla loro genesi, ma è caldo il mondo che ruota intorno a loro, a noi, a quell’universo bianco. Il calore di un manto ibernato, di un fulmine a ciel sereno, di uno scatto istantaneo agghiacciato, sprizzante minuscoli cristalli, raggianti, regolari, abbracciati.
I ricordi di Germana sul percorso sono vividi, ma per alcuni solo nella sua mente, per cui alla calata della nebbia vince la perplessità, l’incredulità e la convinzione che in modo o nell’altro arriveremo alla cresta. I richiami sono continui, si scruta la bussola, girano i gradi, si stende la carta. Ma i prati non mentono e la teoria neppure: si sa che sopra il cielo niente c’è, ed è lì che andiamo.
La nebbia ci regala un attimo di sole e certezze, sollevandosi quel tanto che basta a rendere lucidi i confusi: chi voleva essere già arrivato oggi mi dà soddisfazione, inebriandosi di una cima che non c’è: è lontana, è lassù, dove sopra c’è solo l’azzurro.
L’incredulità rimette in moto i muscoli, la traccia non si vede su quel terreno gelato e friabile: non credo ai miei occhi, che trapassando la nebbia, individuano figure vaganti, ciondolanti, ed infine ferme.
Aghi minuscoli trapassano le mie dita, le lacrime si congelano nel loro percorso prima di potersi sfogare, i movimenti sono lenti e dolorosi, cercando celerità che non è consentita. Il ricordo di una cima glaciale sull’Etna prende il sopravvento e non vedo l’ora di partire.
Infine arriva il comando, siamo pronti, alla ricerca della migliore neve, dell’ottimo percorso, del volo più stupendo: ma oggi la nuvola non dà tregua, ci fa intuire i nostri movimenti ma non quelli della montagna, ed ogni rilievo o sguardo inganna.
Nomi richiamati che vanno e vengono, si perdono nei fossi, nel lungo traverso, nelle cadute, nelle acrobazie di Paolo e Daniele, negli accidenti di chi si pianta in un terreno senza contrasti, avvallamenti, cunette; la sola spinta di gioia di Lorenzo, il ritrovato spazzaneve dei momenti difficili. Di nuovo la bussola, la cartina, la memoria… ed eccolo il bosco: lanciati a tremila sulla neve, fresca?, pesante? Fedele? Anche una piccola risalita alla fine conduce ai pianori, accolti con la frase stizzita di una Germana imbiancata. Sorrido alle sue parole “ma chi me lo ha fatto fare, perché ci casco sempre? ”, troppo consuete, molto familiari, ma certamente indispensabili, come irrinunciabile è il richiamo di questi momenti, di questo paesaggio, di questo benessere.
L’arrivo sul lago mi toglie il fiato: l’ultima immagine di un contrasto senza differenze, grigi, neri, ombre, sfumature di riflessi: una splendida foto in bianco e nero.
E nero su bianco ho infilzato questa punta, fina come un ago insegue i sottili spilli bloccati ad imbastire la prima tela che accoglie un grande disegno, glaciale e incantato,
iniziato a ricamare per voi
dalla vostra Derspina

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WilLupo Rispondi citando



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MessaggioInviato: Ven Mag 22, 2009 11:11    Oggetto:
 
Accidenti... Very Happy
Io sono molto meno poetica di te.
Ciao, ben risentita Very Happy
Ho ricordi confusi di quella giornata, un gran bel bosco.. ma forse la neve... nontante Wink
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WilLupo Rispondi citando



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MessaggioInviato: Ven Mag 22, 2009 11:17    Oggetto:
 
casmau ha scritto:
mi riferivo a quella solidarietà, che se esiste, non distingue una montagna da una strada di una grande città. Non voglio portare questo scambio di idee su un piano troppo personale, magari un giorno ne avremo occasione, davanti un buon bicchiere di vino, ma di una cosa sono sicuro, vista la mia esperienza personale che si avvia alla terza operazione, lotterò fino alla fine per vivermi tutto quello che potrò vivere, e per farlo l'amicizia e la solidarietà dovranno essere sempre in primo piano. La montagna è solo uno dei palcoscenici dove si svolge la commedia della vita.

Ciao Wink


Terza operazione?!? Sad
Non conosco le tue vicende... magari capiterà di chiacchierare con le zampe sotto al tavolo come se dice a roma, davanti a un bicchiere di vino come dici tu ... meglio se dopo una gita.
Io per quest'anno metto via tutto, l'ultima è stata proprio una traggggedia Evil or Very Mad e poi fa davvero troppo caldo per andare in salita Wink

Ragazzi, siamo OT peggio di un balcone Wink non conosco i livelli di tolleranza di questo luogo (in un posto che so io ci avrebbero già bacchettato a sangue Rolling Eyes ) ma forse c'è un posto deputato alle chiacchiere generiche Smile
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WilLupo Rispondi citando



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MessaggioInviato: Ven Mag 22, 2009 11:48    Oggetto: per tornare un pò in tema ;)
 
La sveglia è suonata alle 4:45. Mi sono alzata male. Faccio il primo carico (ma come mi sarà venuta questa idea di portare anche la roba da pista) e a un certo punto non trovo più la chiave dell’Astra.
Perdo un sacco di tempo a cercarla poi alla fine sperando che sia dentro l’auto vado via con la chiave di ricambio (priva di antifurto).
Sono in ritardo, faccio il viaggio a tavoletta (ancor più nauseata del solito da kilometri e autostrada) con poche speranze di arrivare in tempo, ma ce la faccio.
Con l’intercessione di Stefano alle 7:00 siamo tutti e tre dentro alla corsa di servizio.

Tira un vento bestiale e scuri nebbioni passano turbinando all’altezza delle selle. Passiamo dal sentiero geologico, io e Renzo con gli sci, Stefano col traino.
Quando ho detto che mettevo le pelli erano tutti e due un po’ stupiti. In fondo certe cose basta smitizzarle: sul sentiero geologico si passa benissimo sci ai piedi, anche con la neve dura di prima mattina.
Passiamo ad una velocità spaventosa: ho fatto i primi metri correndo appresso a Stefano, ora vado avanti io e non cambio ritmo, ma poi la pago. Sotto al Sassone (appena sbucati da una nuvola decisamente scoraggiante) sono talmente stufa che metto gli sci al traino per non starmi a impazzire coi bordi, mentre Renzo se la fa tranquillamente con gli sci fino all’attacco della Direttissima.
Io sono in debito, mi sento stravolta e cerco di tenere dietro a Stefano su per il canale, ma quando in vetta guardo l’orologio, ci resto di sasso: le 10:30! Tra una cosa e l’altra siamo partiti che erano quasi le 8:00. Ora mi è chiaro il motivo del mio essere in affanno.
Ci buttiamo dentro l’ombra del Calderone. Ci sono due persone in vetta, saliti dalla variante del Moriggia, che ci guardano scendere. Mi sento appena un po’ a disagio, la situazione è talmente invernale. Il vento è teso e gelido, ora ha spazzato ogni traccia di nuvole.
Scendendo troviamo un po’ di polvere, un po’ di neve ventata. C’è una strozzatura che non ricordavo… con un filo di dolore mi rendo conto di quanto sia calato il ghiacciaio in questi ultimi due o tre anni: l’estate fredda e l’inverno nevoso non hanno potuto nulla.

Sci al traino e su. Ricordavo il pendio molto più ampio, meno ripido... pensavo di salire con le pelli, in vetta all’Orientale! Seguo in traccia Stefano che supera una specie di meringa molto ripida, poi ci riuniamo tutti e tre in cresta, in una conchetta riparata dal vento. Dalla parte opposta ci si affaccia sui 2000 metri a picco del Paretone: ho paura della cornice e quasi mi sdraio per guardare, ma invece qui non ce n'è. Riparto un po’ a disagio. Più in alto la cresta per un tratto ha cornici su entrambi i lati, è esposta, richiede attenzione. Pochi metri prima Renzo ha ventilato l’idea di mollare gli sci... io vado dietro a Stefano sempre con la speranza che gli sci servano per scendere alla Gualerzi. Tutti e tre portiamo alla fine gli sci in vetta.
Di là, il pendio che cala alla forcella è complicato anche a piedi.
Renzo ci aspetta in vetta. Stefano si convince alla fine a mollare gli sci e a rinunciare all’idea di qualche curva d’assaggio sulla testata dell’Haas Acitelli. Cominciamo a scendere ma subito mi ritrovo su un passaggio ripido dove la sottile becca del bastoncino non fa alcuna presa sulla neve troppo poco consistente. Non prendere la piccozza oggi è stata una vera stupidaggine: torno su a prendere almeno l’altro bastoncino, la becca di plastica, bella larga, paradossalmente offre una presa migliore. Continuiamo a scendere scherzando, ma la concentrazione è palpabile. L’ambiente intorno è ostile e grandioso. Siamo affascinati, ipnotizzati.
In breve siamo alla forchetta: il Mostro, sotto di noi. Ai lati del canale grandi pinnacoli di calcare rosato, sovrastati da enormi cappucci di neve. Un bel pendio all’inizio largo, liscio e poco ripido si incurva e si fa inghiottire più in giù da una strettoia ombrosa. Dietro la schiena d’asino immagino tutto il canale che precipita per più di mille metri.
Decidiamo di andare a vedere. Scendo all’indietro per alcuni passi poi all’improvviso mi sento precipitare. Dura un’eterna frazione di secondo, una sensazione quasi di terrore mentre già cerco di arrestarmi sulla neve marcia, poi tutto si ferma: sono stata quasi inghiottita da una terminale. Facciamo ancora qualche passo all’ingiù ma si sfonda talmente che preferiamo desistere.

In breve siamo di nuovo in vetta. Si scambia qualche considerazione sul come scendere da qui. Non prendo neanche in considerazione l’idea di non provarci, dopo aver trascinato gli sci fin qua sopra. Se solo avessi almeno la piccozza.
Chiedo a Stefano se gli risultano altre discese, mi risponde che no. Bene, allora la facciamo noi.
Sono pronta ma li vedo incerti. Non so come mi sentirò sulla cresta, non lo posso sapere prima di sentire la neve sotto le lamine e l’esposizione sotto i piedi, però in qualche modo mi aspetto un “effetto Galluccio”, mi aspetto che gli sci mi trasmettano più tranquillità dei ramponi. Lo dico e Renzo ci fa una battuta, non ricordo quale: sono già con la testa altrove... via, giù.
La neve è dura ma non gelata, accetta bene le lamine. Mi vengono in mente le curve sopra la Spalla, prima di infilarmi dentro la Via del Canalone: un pendio poco ripido, ma molto esposto. Sassi che sporgono dalla neve. Mi sento immediatamente sicura, ma non ci sarà un “effetto Galluccio”, il problema della cresta è che non si può passare con gli sci dove si passa coi piedi: non c’è spazio per frenare.
Quindi devo tagliare i pendii.
Taglio il primo tratto a sinistra, sul lato al sole. È molto ripido, sicuramente sui 50°, forse di più, e la neve è al limite: sotto, precipita un canalino.
C’è una specie di raccordo che interrompe la cornice e può permettermi di tornare sulla cresta. Mi accerto della stabilità della neve, è un crostone da rigelo che il sole non ha sufficientemente ammorbidito.
Le lamine grattano… via! Partire è un’azione del tutto irrevocabile, non c’è alcuna possibilità di tornare indietro interrompendo il traverso. Dura un istante, e atterro sulla cresta, in un punto che mi consente di rilassarmi un attimo.
Ora però devo girarmi.
E’ strano, ma non lo capisco immediatamente: per tagliare il pendio lato nord ho gli sci messi al contrario. Impossibile saltare, ho mezzo metro quadrato di spazio tra rocce e sassi sporgenti. Anche un’inversione, qua sopra, non la vedo bene. Mi chino con cautela, tolgo gli sci, li giro e li rimetto. Ora sono nella posizione corretta.
Il pendio non è ripido, ma devo stare attenta alle rocce che sporgono dalla neve, sulle quali gli sci possono impuntare, oppure qualche laminetta di ghiaccio potrebbe tradirmi: sotto, precipita la parete con un gran salto fino alla rampa dello Jannetta, si riposa un attimo per scomparire di nuovo in un salto ancora più ardito, un unico balzo fin giù ai prati di Casale S.Nicola.
Traverso con cautela, con una concentrazione che sembra materializzarsi tanto da farsi pietra... mi ritrovo, paradossalmente, che penso ai due amici che mi guardano e attendono il loro turno: non ho paura, sono certa di passare e pure penso un “lasciate perdere!” rivolto a loro, che è strano, così spontaneo, potente, quasi una rivolta nei riguardi di quello che sto facendo.
Ma non dico niente del genere, arrivata di là: grido invece un - Dovete stare calmi! - , e voglio dire che non ci sono difficoltà, che è solo una questione di autocontrollo.
Ma poi mi accorgo che stanno venendo senza gli sci. Renzo li ha prudentemente caricati e Stefano li ha in mano come sempre, li porta in mano con la facilità con cui io porto i miei bastoncini da sci.

Avrei voluto fotografarli. Ho la reflex, ma per il passaggio l'ho riposta nello zaino. La prendo e scatto qualche foto mentre passano a piedi, il rullino sta finendo e non ne ho un altro, per una ulteriore stupida dimenticanza. Sono stupita che non abbiano voluto provare, non so che effetto potesse fare, assistere al mio numero, ma li considero tutti e due molto forti, e Stefano di sicuro più deciso di me. La coscienza delle mie capacità di controllo degli sci e delle emozioni mi dà un'improvvisa euforia: continuo a sciare sulla cresta, ancora esposta ma spaziosa a sufficienza per curvare.

Nel riparato terrazzino sopra la "meringa" ci riuniamo.
Ora resterò indietro per scattare dall'alto le ultime foto. Stefano scende negoziando i primi metri con un traverso e una derapata. La neve è crostosa sul primo tratto.
- Pensavo di curvare qui - , fa Renzo.
- Anche io! ... Quei sassi non mi piacciono... - , aggiungo.
Lui parte, derapa neanche un metro e salta, salta col baricentro spostato indietro e lascia le code degli sci intrappolarsi nella crosta. Finisce su un fianco e scivola qualche metro in direzione delle rocce, poi si ferma. Ci scambiamo qualche commento completamente asettico, ma mi sembra che Renzo sia stranito. Meglio non dare peso alla cosa. Il rischio era comunque molto basso. Derapo un metro o due uscendo dalla parte più crostosa e spostandomi dalla traiettoria dei massi, poi scendo saltando corto e divertendomi parecchio. Dopo i passaggi sulla cresta, tutto sembra facile e sicuro.

Risaliamo nell'ombra del ghiacciaio verso la luce della sella. Il vento spinge giù uno spolverio selvaggio che si illumina contro luce e io, che ho scattato le ultime foto, mi mangio i gomiti e mi do della cretina ad alta voce. L'ambiente meriterebbe un intero rullino di quella costosissima pellicola professionale.

Intorno alle 14:00 scendiamo da un Bissolati vergine ed in ottime condizioni: sui primi metri la neve è un po’ crostosa, mi viene persino il dubbio che faremmo meglio a risalire e ad imboccare il Moriggia, ma appena ci abbassiamo diventa perfetta. Non ho mai visto la strettoia in uscita così larga e para.
Tagliamo e andiamo in cresta verso il Duca, a fare la Grotta della Pala.
(...)
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I cani sono così, quando ne hanno voglia pensano per conto dei padroni.
Josè Saramago
Non persi tempo a filosofare, però dovetti riconoscere che la fortuna finisce sempre tutta d’un colpo, mai per gradi.
Mark Twight
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