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mauro |
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Registrato: 22/12/06 15:20 Messaggi: 1170 Luogo di residenza: trento
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Inviato: Ven Mar 05, 2010 18:15 Oggetto: |
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Questo e' un rischio veramente grosso: le ordinanze comunali possono essere emesse a pallino, e sicuramente c'e' chi fa i controlli (basta fare un giro per i parcheggi noti all'ora giusta...).
E noi saremmo costretti ad aggiornare tutti i venerdi' (martedi' per i geometri) una mappa personale dei comuni con divieto. _________________ In montagna sembra un uomo che cammina, in piano sembra un cavallo al trotto, in discesa è più veloce di un uccello in volo |
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gianko |
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Registrato: 11/04/06 18:56 Messaggi: 4154 Luogo di residenza: Quebec City
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Inviato: Ven Mar 05, 2010 18:24 Oggetto: |
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l'ultima strega ha scritto: | Il Sindaco di Micigliano ha interdetto qualsiasi attività con gli sci o senza al di fuori delle piste in tutto il territorio Comunale, quindi su tutto il Terminillo. Per questo il Rifugio Sebastiani è chiuso.
...........senza parole. ........anche tutte le istituzioni!!!! | e noi andiamo sul lato Leonessano cosi' il sindaco di Micigliano se la pija in der l'ano (la rima non era voluta) _________________ Gianko
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il tempo che passa "piega" solo i pigri.... |
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ste |
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Registrato: 07/04/05 16:05 Messaggi: 6285 Luogo di residenza: Portus Naonis
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Inviato: Lun Mar 08, 2010 15:45 Oggetto: |
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dal Gazzettino:
Il brevetto per chi pratica scialpinismo e il grado di prudenza che deve essere valutato prima di qualsiasi intervento in un’emergenza, sono oggetto di dibattito anche in seno al Soccorso Alpino bellunese.
Cominciamo con la proposta, avanzata di recente dall’alpinista Hans Kammerlander, di creare un brevetto per gli scialpinisti.
È un’idea che non transita nel Bellunese. Anzi, l’idea di adottarlo come rimedio a fronte della recente sequenza di incidenti incontra una bocciatura. In questi termini si esprime Fabio Bristot "Rufus", presidente provinciale del soccorso Alpino. Niente da dire sulle indubitate capacità alpinistiche del referenziato Kammerlander. Ma sulla questione brevetto non ci siamo proprio. E c’è un’obiezione di fondo, basata sul dato statistico, che brucia sul nascere l’ipotesi del "patentino": «Il numero degli incidenti in montagna è superiore d’estate che nel corso dell’inverno. Lo dicono i numeri. Prendiamo, ad esempio, il 2008 anno in cui si registrarono 43 morti, 29 dei quali registrati nel periodo estivo. Quindi il 68 per cento. Siamo sulla stessa linea per quel che attiene all’anno precedente». Così stando le cose - si chiede "Rufus" - dovremmo proporre un patentino anche per l’escursionista che si avventura sul sentiero in alta quota o il boscaiolo che si spinge nel bosco per il suo lavoro? Altra domanda. Se passasse la proposta per lo scialpinismo come individuare la categoria che dovrebbe munirsene? "Rufus": «Quel che serve è fare informazione e prevenzione, altro che rilasciare brevetti». Sulla stessa falsariga Sandro Farinazzo, presidente della sezione Cai di Belluno: «Non mettiamo le manette alla montagna. Qui non si tratta di fermare nessuno, perchè tutti devono essere liberi. La via giusta è invece quella che passa per l’informazione». E indica la scuola come il luogo mirato dove estenderla. «Noi per questo ci siamo. Ma vorremmo meno burocrazia. Eppoi non basta far lezione dietro ad una cattedra. Bisogna portare i ragazzi in montagna». D’accordo anche l’avvocato Matteo Fiori, figura di spicco nel Cai bellunese e grande esperto della montagna. Anche lui conviene sulla risorsa rappresentata dalle scuole di alpinismo del del Club Alpino: «Sono contrario alle limitazioni della libertà della gente». Di piena attualità anche il dibattito sul rapporto tra situazioni a rischio e necessità di intervenire subito. È l’altoatesino Aiut Alpin a sollecitare la riflessione.
Risponde il vicedelegato provinciale del Soccorso Alpino Bellunese, Gianni Mezzomo: «È corretto quello che sostiene Aiut Alpin: sempre valutare prima la situazione. Ma è impensabile stabilire una norma o una regola. Qui valgono solo il buon senso e la conoscenza chiara della situazione». Mezzomo fa un esempio: «Supponiamo di vietare lo scialpinismo con grado rischio quattro. Ma vi sono zone dove il pericolo scatta addirittura a rischio tre, ed altre dove anche al grado successivo non sussistono minimamente problemi?».
Quanto in particolare all’esposizione al rischio del soccorritore, per rispondere Mezzomo si rifà ad un episodio dello scorso anno, quando trovarono la morte due giovani bellunesi in località Pala Alta: «Uno lo rinvenimmo sotto la neve quasi subito. Ma per l’altro decidemmo di desitere e rinviare la ricerca. Come si vede è sempre il soccorritore che sa valutare se e come è opportuno muoversi».
Bruno De Donà _________________ .
> Far from the Madding Crowd
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♡ So many mountains, so little time...
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Registrato: 06/04/05 14:59 Messaggi: 2456
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Inviato: Lun Mar 08, 2010 17:35 Oggetto: |
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ste ha scritto: | dal Gazzettino:... | E rincuorante leggere queste opinioni così ragionevoli e ispirate al buon senso. |
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