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Il Pellegrinaggio

 
Nuovo argomento   Rispondi    Indice del forum -> Magazine: tra cultura e informazione

giovannibusato Rispondi citando



Registrato: 09/03/06 16:03
Messaggi: 2160
Luogo di residenza: Paesello

MessaggioInviato: Gio Giu 02, 2011 14:41    Oggetto: Il Pellegrinaggio
 
(racconto lungo da leggere in più volte,
consigliato alla sera se avete difficoltà nel prendere sonno)
********
Notte fonda. Molto prima dell’alba, quando l’aria fredda intrappolata tra le cime ancora non precipita radente in valle e nulla si muove, nessun rumore si sente, tanto che la voce del prete, che inizia la preghiera, non sembra neanche la sua ma..
quella del Capo, proprio lui, quello lassù.
Ride, il Prete, il breviario illuminato dalla frontale nelle mani in ombra, tra le dita un ammezzato Garibaldi spento chissà quante volte che l’odore acre si sente nell’aria purissima di questa mattina che non inizia più.
Guardo i visi che mi circondano o meglio, quello che si intravede sotto a berretti e passamontagna calcati anche sugli occhi che le volute di vapore del fiato incrostano subitamente di cristalli minuti, e mi chiedo: com’è che sono lì?
Ne conosco solo un paio, ma gli altri che stanno pregando, così simili a me per passione dei monti e di gnocca, di facile bestemmia sul passaggio difficile, lo fanno davvero o è il Prete? Che forse ride proprio di questo sforzo comune di condividere una preghiera per una fede improbabile?
Pomeriggio di Natale.
Il Professore telefona e senza neanche passare per gli auguri mi dice:
”il primo dell’anno, nel pomeriggio si parte per il Pellegrinaggio!”
Improvvisamente il Natale scompare, e pure i preparativi per l’ultimo dell’anno…
Pellegrinaggio è attraversare le Alpi come Annibale, ma con gli sci;
in estate è un pellegrinaggio affollato di fedeli che rinnovano un antico voto, ma d’inverno, una sola dozzina di alpinisti, un piccolo gruppo velatamente Massonico capitanato dal parroco di uno dei paesi più solitari delle Alpi , con qualsiasi condizioni, affrontano la stessa traversata per rifugiarsi al Monastero, e poi il giorno dopo, rifare il viaggio a ritroso fin nella taverna di una zia che si narra colma di ogni ben di Dio a ristoro dei Pellegrini.
Pellegrinaggio è una fantastica scialpinistica d’altri tempi, col ritmo d’altri tempi e intrisa di una spiritualità inattesa che anche i duri dell'alpe scoprono di cedere da dentro e non ci puoi fare niente, e ti ritrovi a pregare a mezza bocca, con fare distratto e imbarazzato, che il Prete ride e vorresti che ti dicesse:
“lo vedi? Che anche tu, in fondo..…”
Per potergli rispondere:
“macchè, ci vuole ben altro..”
E invece niente, ride e basta.
Questa volta ci sarò, penso spegnendo il telefono!
Ecco perché sono qui immobile a battere i denti al buio sotto un capitello di legno, immerso in questi pensieri che scompaiono nell’improvviso trambusto della partenza, la preghiera è finita e sembra quasi l’inizio di una normale scialpinistica.. sembra.
Si sale dapprima lungo la strada per le sorgenti del fiume sacro alla Patria, il movimento produce calore, ma le mascelle sono ancora congelate per poter dire qualcosa di comprensibile, così sono solo sguardi quelli che si incrociano nelle sciabolate delle luci frontali.
Intanto albeggia arrivando al Rifugio, alcuni amici hanno dormito lì e ci hanno preparato la colazione.. c’è del caffè, pure la grappa ma anche pane e salame e qualche bottiglia di vino!
Sono le sei del mattino, il Pellegrinaggio conserva la su essenza religiosa ma è anche l’Accademia dello Spuntino, ognuno di noi ne conserva uno nello zaino e le soste saranno frequenti quanto le tirate di sigaro del Prete e le pagine lette del suo Breviario.
Così ecco finalmente i visi dei miei compagni, facce da montagna, le rughe bruciate dal sole, gli zaini stinti da mille imprese e il Prete, che quando ride è uguale sputato a Robin Williams; Capitano mio Capitano..
E riprendiamo a salire il vallone tra pareti e strapiombi dolomitici, la neve del passo è durissima e sul successivo traverso il Prete sfoggia un rampant che si pianta sia verticalmente che lateralmente.. un pezzo di antiquariato invidiabile, tanto che sui tratti più ripidi è appeso solamente a quello mentre il resto dello sci penzola per aria! Una situazione che farebbe imbiancare il più truce degli alpinisti ma non Lui, lui dice che è d’accordo con… e segna il cielo con un dito, e ride!
Al passo altro spuntino, ormai sono quattro ore che si sale e stavolta tocca a me.
Essendo nuovo del gruppo la prova è attesa; il Professore controlla, è stato lui a garantire di fronte al gruppo e si accerta distrattamente che l’aspettativa sia degnamente soddisfatta.
Così estraggo dallo zaino un’intera Lingua bollita “Salmistrà”, tagliere e coltello affilatissimo!
Sono le otto del mattino e molti sono gli apprezzamenti per lo spuntino proposto; l’applauso arriva convinto quando aggiungo un vasetto di maionese e una bottiglia di Chianti!
In disparte il Prete sorride, sbocconcella qualche pezzetto di carne ma riserva le sue attenzioni all’Ammezzato e al Breviario; il clima è decisamente disteso anche se la traversata è ancora lunga.
Ma qui nessuno se ne preoccupa, eventualmente si provvederà ad accelerare il passo ma solo quando sopraggiungerà il tramonto; sono le nove del mattino e la giornata, seppur gelida, è di una bellezza stupefacente.
Dopo l’impegnativo traverso ci aspetta una rocambolesca discesa su neve ancora ghiacciata ma con i miei 195 cm. Da slalom gigante, Non temo certo un po’ di vibrazioni!
Pensavo ben figurare con simili putrelle, ma scopro che qualcuno calza anche sci da due metri e mi guarda, peraltro con sguardo soddisfatto e complice; gioco fuori casa e accetto di buon grado l’esame di ammissione, anche perchè la discesa è il mio asso nella manica.
La discesa mette in mostra una completa collezione di scuole di sci:
da quella austriaca con le sue curva di anca, alla scuola italiana flessione distensione financo la nobile scuola del “ si-salvi-chi-può” di chi infila fortunosamente, a dir suo, uno slargo tra i larici per finire invece sulla cima di un abete, quello sì fortunosamente posto oltre il ciglio di un precipizio dal quale spunta sull’elastico cimale .
Poi la neve dura e generosa lascia il posto ad una crosta penitenziale dove le capriole non si contano e neanche le bestemmie soffocate sotto la neve; neanche il Prete è immune, e nonostante sia notoriamente raccomandato in Alto Loco, numerosi sono in valle i suoi calchi dai quali riaffiora sorridendo e, scavando un po’ in giro, riprende l’ammezzato, lo pulisce e se lo rimette in bocca e via!
Arriviamo su un ampio pianoro stanchi persino di ridere dove sostiamo in una malga per un meritato spuntino; la dedizione alla dignità del momento, alla buona riuscita dello spuntino rende l’idea di essere in una sorta di Terra di Mezzo dove un gruppo di Hobbit attraversa le montagne non senza farsi mancare tutte le comodità delle loro leggendarie merende.
Così spunta lo speck e il formaggio ma anche il vasetto dei cetrioli e la senape, e non mancano diverse qualità di vino per finire in vari assaggi di dolci il tutto gustato comodamente seduti sulle panche rivolte ad un timidissimo sole che lotta disperatamente con i dieci gradi sotto zero che sembrano ora essere quasi tiepidi.
Il tempo sembra essersi fermato, o che scorra saltando un minuto ogni due, ma quello che è più incredibile in questo andare, nelle letture del Prete, nel suo sigaro puzzolente e nel sorriso da “Capitano mio Capitano” è che l’idea che ci sia stata una partenza e che debba esserci un arrivo, ha perso significato..
stiamo solo andando, e nient’altro.
E questo produce una serenità che è difficilmente descrivibile.
Abbandoniamo la malga ed è ancora discesa; per ampie balze ora boscate di monumentali larici e pini neri precipitiamo in fondovalle, la strada innevata si inoltra in piano verso il suo naturale sbocco seguendo tortuosamente il corso del torrente e noi con loro ad attacchi sganciati a mò di sci da fondo, procediamo a turno battendo traccia e scopriamo il fondista di schiatta sappadina che c’è nel Prete che, con ampie falcate, ci lascia indietro nonostante batta traccia.
Nel bosco la sera è penetrata furtiva e, improvvisamente, la penombra si diffonde, tutto attorno il bosco, i massi, le cataste di alberi tagliati diventano masse informi e nere mentre la strada una scia luminescente che seguiamo fedelmente finchè, girata una curva secca, improvvisamente compaiono le luci raccolte ancora lontane del paesello.
Il Prete è fermo proprio dietro alla curva ad aspettarci per godere assieme di questo spettacolo.
A momenti lo investiamo
“che proprio lì e di traverso ti dovevi fermare?, col buio poi!”
in un putiferio di sci e di gente che vola in ogni direzione ci si ferma ridendo a risistemare la carovana con gran baccano, per rimanere in silenzio a bocca aperta ad ammirare quella spruzzata di lucine laggiù, non sembra neanche un paese anzi, non lo è.. è sicuramente un sogno.
Poco distante il Prete ci indica la luce di un maso arroccato al termine di ripidi prati, è là che siamo diretti, prima di scendere definitivamente al Monastero.
Al maso arriviamo che ormai è sera, il tempo di togliere finalmente gli sci a appoggiarli sul fienile che la porta si apre è un cono di luce illumina il cortile ordinato; ci aspettavano!
Infatti i masi di questa valle, durante il pellegrinaggio estivo, danno ospitalità e ristoro ai pellegrini, per loro è quasi un dovere anzi, una specie di partecipazione al buon esito del Pellegrinaggio; vuoi mai che lassù non ci sia davvero qualcuno; nel dubbio meglio essere dalla parte giusta; è appena un pensiero, forse una mezza parola.
No, questa gente ci crede davvero ed è felice, nessuna complicazione, niente domande che non possono avere risposta e nell’angolo caldo della stube il Prete dialoga fitto col padrone di casa e sorride guardandoci dibattuti tra i nostri dubbi.
La tavola è preparata di mille cose ma, soprattutto di birra fatta in casa, e noi facciamo onore all’ennesimo spuntino della giornata e, prima di ripartire, lasciamo loro tutte le nostre borracce.. è tradizione che all’alba, ritornando sui nostri passi, le si vengano a riprendere colme di the bollente.
Dopo la benedizione alla casa e dopo che il padrone ci ha salutato tutti uno ad uno, proseguiamo verso il paese e il Monastero, dove giungiamo che è buio e sulla porta ci sta aspettando il Priore con le mani infilate nelle larghe maniche.
Il tempo di mettere zaini e sci e le altre cose ad asciugare nella sala caldaie che ci ritroviamo nella cappella del monastero per la messa. Siamo o non siamo in pellegrinaggio??
così ecco la Messa per noi soli..
Ora, se sei stipato in chiesa alla Messa di Natale è una cosa ma, se insieme ad altri soli quindici disperati puzzolenti sei seduto a semicerchio è come se celebrassero messa solo per te, non puoi distrarti, pensare ad altro che incroci lo sguardo del Prete e del Priore che guardano proprio te.
Ma devo dire che il momento era magico, non so perché ma c’era una sorta di legame forte che ci univa che il prete poi mi disse: “potevi anche farla la comunione, l’ostia non ti morde la lingua!”
E io a dire che non sono poi tanto credente, non frequento chiese e oggi, tra pelli di foca che si staccavano e capriole in discesa qualche “moccolo”.. e lui, sorrideva “si è sentito, si è sentito! beh non sei neanche male, andiamo a fumarci una sigaretta”..
Dopo messa, un fraticello ci accompagna nelle nostre celle per la notte, sul Monastero è calato un silenzio d’altri tempi, un dedalo di corridoi e scale consunte ci avvolgono in un labirinto dove presto perdiamo l’orientamento; e pensare che volevamo berci una birra al bar del paese.. così, con l’indifferenza di quando eravamo in colonia da bambini e si voleva scappare nel Bagno vicino, chiediamo al fraticello di andare nella sala caldaie a sistemare l’attrezzatura; la sala è proprio vicina al portone, aperto quello, siamo nel duemila..
il Frate sorridente ci porta alle caldaie e lasciandoci ci dice: “ il portone è aperto, ma solo fino alle dieci e mezza, e allo Schwartzer Adler trovate anche un’ottima Weissen..” diavolo di un fraticello, “vieni a farci compagnia?” ma è già scomparso.
Fu serata epica di birre e storie che si accavallarono rocambolescamente finchè qualcuno, forse il più presente a se stesso non gridò: “accidenti, sono le dieci e mezza!”
e fu un fuggi fuggi generale, in qualche maniera, correndo di stradina in stradina, arrivammo al fatidico portone che ancora era aperto.. lo scostammo piano piano ed entrammo, sembrava sfondare una barriera temporale che aveva qualcosa di solido.
L'atmosfera era troppo coinvolgente e il saio intravisto nell'armadio della celletta troppo attraente per resistere così mi ritrovai a girare per i corridoi col cappuccio in testa e le mani infilate nelle maniche scomparendo nelle nicchie e ricomparendo ai piedi del letto dei miei amici vaticinando orribili destini, finchè non incrociai il fraticello.. anche lui con le mani nelle maniche!!
Ero talmente preso dalla parte che farfugliando qualcosa in latino alzai il dito indice come a dire: “non dirmi niente, sparisco!”
E lui non disse niente, mi indicò la strada allargando il braccio verso la cella, con un mezzo sorriso che era anche una mezza assoluzione. Solo mezza.
Al mattino all’alba comunque, prima della colazione nella sala comune, pagai pegno alla messa; nelle due parole di predica si faceva riferimento ad un fantasma notturno di un antico frate.. ricordo che ho fissato intensamente un quadro fino a staccarlo dalla parete., quasi.
Ma tutto si stemperò poi in calorosi saluti e auguri di buona traversata e, sci in spalle, attraversammo il paese e iniziammo a salire verso il maso dove ci attendevano le nostre borracce.
Ovviamente non mancammo di fare una seconda, abbondante colazione alla quale il padrone del maso aggiunse dei piccoli ma numerosi bicchierini di grappa.. per il freddo dice lui!
Alle 6.00 (!) eravamo finalmente in partenza, nessuno sembrava consapevole del viaggio che ci attendeva, ma non ci volle molto! Quando la strada finì e si iniziò a salire finirono anche le chiacchiere, la bocca un po’ impastata e un leggero cerchio, si saliva apprezzando pure la temperatura polare del mattino buona per schiarire i pensieri, fin che giungemmo alla base dell’ultima erta prima del passo dove decidemmo per una sosta..
si dovevano pur finire tutti gli avanzi degli spuntini del giorno precedente!
Nonostante il freddo, una sete alcolica mi tormentava fin dai primi passi, il tè nella borraccia si era raffreddato e io ne bevvi una abbondante sorsata.. subito mi mancò il fiato, poi dissero che cambiai colore.. e tutti ridevano perché sapevano che l’usanza del maso era preparare il tè con dentro un quarto molto abbondante di rum a 80°..
Attraversammo il passo molto felici e non solo perché la salita era finita, il cielo era di un blu d’alta quota e non c’era un filo di vento, la giornata perfetta!
Stavolta la discesa su fondo duro fu entusiasmante, in un attimo bruciammo ore di salita e ci ritrovammo nel bosco senza fiato e con le gambe a pezzi, infine la strada innevata che percorremmo spregiudicatamente a folle velocità prete in testa; e sciammo ancora anche quando la neve era mista al ghiaino, anche quando incrociando qualche rara macchina ci si piantava nel bosco a monte privo di neve.
Felici come bimbi giungemmo in paese per finire in gloria nella taverna delle zie a bolliti, formaggi e vino.
Molti brindisi dopo ci salutammo dandoci appuntamento alla prossima, che non venne mai più, sapevamo che questa sarebbe stata unica e irripetibile come tutte le cose splendide che durano il tempo di una scintilla, un lampo di felicità purissima.
In macchina ancora ci sembrava che questi due giorni fossero durati due anni, furono gli amici del bar, quelli ancora appoggiati alla ringhiera, a riportarci alla realtà:
“già qui? vi aspettavamo più tardi..!”
Il barista uscì con gli spriz come fossimo sempre stati lì !
la porta del tempo si era chiusa.
Ma solo fino alla prossima.
_________________
giovanni
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Topo Gigio Rispondi citando



Registrato: 28/04/05 18:34
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Luogo di residenza: Castelfranco Veneto

MessaggioInviato: Gio Giu 02, 2011 18:53    Oggetto:
 
E di grazia , dove sarebbe sto doloMITICO Monastero? E poi , il fiume sacro alla Patria , non è un po' lontano dalle tue riserve di caccia abitualI?
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giovannibusato Rispondi citando



Registrato: 09/03/06 16:03
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Luogo di residenza: Paesello

MessaggioInviato: Gio Giu 02, 2011 19:05    Oggetto:
 
Topo Gigio ha scritto:
E di grazia , dove sarebbe sto doloMITICO Monastero? E poi , il fiume sacro alla Patria , non è un po' lontano dalle tue riserve di caccia abitualI?



a proposito di "riserve di caccia" !!! Twisted Evil
si dice che sconfini pure tu !!!!
occhio eh !!
Twisted Evil Twisted Evil Twisted Evil Laughing Laughing
_________________
giovanni
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Denali Rispondi citando



Registrato: 06/04/05 14:59
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MessaggioInviato: Gio Giu 02, 2011 20:41    Oggetto:
 
Very Happy
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Topo Gigio Rispondi citando



Registrato: 28/04/05 18:34
Messaggi: 784
Luogo di residenza: Castelfranco Veneto

MessaggioInviato: Gio Giu 02, 2011 21:12    Oggetto:
 
Caccia? Una parola grossa .. Al massimo un po' di Birdwatching.... Laughing Laughing Laughing
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Leo Rispondi citando



Registrato: 27/01/07 17:31
Messaggi: 5210
Luogo di residenza: Zoldo

MessaggioInviato: Gio Giu 02, 2011 23:12    Oggetto:
 
Visto quello estivo.....ma questo dev'essere stato speciale, sembra di averlo fatto!! Ciao Classe!
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"..... tutta questa ghiaia sparpagliata fin sul baratro estremo di tutti gli appoggi che da l’idea del perenne e inevitabile movimento verso valle al quale non vorresti partecipare.. se possibile! " ...(da "Spiz ® e otoliti" di G.B.)
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Loris Rispondi citando



Registrato: 07/01/07 17:43
Messaggi: 1481
Luogo di residenza: Bolzano

MessaggioInviato: Ven Giu 03, 2011 22:46    Oggetto:
 
E' per pagine come questa che leggo il forum anche a stagione finita.
_________________
Non ci sei mai arrivato veramente, se non ci sei andato a piedi.
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LucaGPS Rispondi citando



Registrato: 18/12/06 01:01
Messaggi: 6437
Luogo di residenza: Arco

MessaggioInviato: Sab Giu 04, 2011 8:58    Oggetto:
 
Emozionante Racconto! Grande Classe.
Comunque quando si è in Giro con Giovanni sembra di essere sempre in un Pellegrinaggio!
_________________
C’era un tizio racconta l’autista, che saliva con lo zaino, sci e scarponi, sorriso dolce sul viso bianco di crema solare..non l’ho più visto, forse si è stancato ed è andato altrove. Stancato? Guardo verso le montagne che scintillano più del solito.
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beppe2165 Rispondi citando



Registrato: 23/03/07 22:26
Messaggi: 172
Luogo di residenza: Vignola (Mo)

MessaggioInviato: Dom Giu 05, 2011 20:28    Oggetto: Re: Il Pellegrinaggio
 
...
è che l’idea che ci sia stata una partenza e che debba esserci un arrivo, ha perso significato..
stiamo solo andando, e nient’altro.






...non vado da nessuna parte, sto andando e basta!






E questo produce una serenità che è difficilmente descrivibile.




Condivido completamente.




Bellissimo. Grazie.

Beppe
_________________
Non vado da nessuna parte, sto andando e basta.
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casmau Rispondi citando



Registrato: 04/10/06 18:00
Messaggi: 8395
Luogo di residenza: Roma, Appennino

MessaggioInviato: Mer Giu 08, 2011 23:05    Oggetto:
 
è questa la vera forza di OTT!!!! raccontare storie di vita, anche in montagna Wink

"la dedizione alla dignità del momento, alla buona riuscita dello spuntino rende l’idea di essere in una sorta di Terra di Mezzo dove un gruppo di Hobbit attraversa le montagne non senza farsi mancare tutte le comodità delle loro leggendarie merende."

Ti abbraccio Fratello!!!! Wink
_________________
http://scianarchik.blogspot.com/

http://vimeo.com/87710861

Di colpo tutta la mia facoltà di pensare si spegne.
Che sensazione piacevole! Ho forse dormito?
No sto facendo una gita con gli sci
H. Buhl
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il tenente Rispondi citando



Registrato: 17/02/09 15:52
Messaggi: 8
Luogo di residenza: ChangZhou

MessaggioInviato: Gio Giu 09, 2011 16:38    Oggetto:
 
Un po' di spiritualita' - nel piu' vasto dei suoi significati - e' l'unica chiave per la porta del tempo. Interessanti spunti, caro Cash, li riprendiamo fra un paio di lune al paesello. Take care
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Valentino_52 Rispondi citando



Registrato: 21/02/06 09:49
Messaggi: 7323
Luogo di residenza: TRENTO

MessaggioInviato: Gio Giu 09, 2011 21:59    Oggetto: Re: Il Pellegrinaggio
 
giovannibusato ha scritto:
..........è che l’idea che ci sia stata una partenza e che debba esserci un arrivo, ha perso significato..
stiamo solo andando, e nient’altro.

............................

La tavola è preparata di mille cose ma, soprattutto di birra fatta in casa.......................


Qua però mi verrebbe il dubbio di essere arrivato.... Laughing Laughing Laughing Wink

Bellissimo Giovanni!

Non so come mai mi era sfuggito!
_________________
"Le azioni più straordinarie sono quelle semplici e spontanee" (Grizzly 1-5-2010)
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