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In difesa della "REGINA"

 
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gianlu Rispondi citando



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MessaggioInviato: Mar Gen 24, 2006 9:10    Oggetto: In difesa della "REGINA"
 
Iniziativa di Mountain Wilderness e CAI

Una grande mobilitazione in difesa della Marmolada
Domenica 19 febbraio 2006
Raduno in Marmolada

"Riportiamo il comunicato stampa che annuncia ufficialmente la nostra posizione sulle tematiche complessive che investono la Marmolada oggi, tematiche che gli enti pubblici o non affrontano, o stanno discutendo confrontandosi solo con i poteri forti della società, imprenditori vari e settore del tursimo, senza pensare ad alcun aspetto di ricaduta sociale che le scelte di oggi comporteranno anche nel breve e medio termine. Il documento anticipa i temi che costruiranno la piattaforma della grande manifestazione scialpinistica del 19 febbraio 2006, da Pian dei Fiacconi a Punta Rocca. Una manifestazione che vorrà dare uno scossone definivo alla vergognosa pratica dell'eliski in Dolomiti, ma che aprirà un confronto forte e serrato sulla difesa della sacralità e integrità della regina delle Dolomiti. Opzione zero sugli impianti sciistici ancora previsti, sia in Veneto che in Trentino."

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Comunicato Stampa di Mountain Wilderness Italia

MARMOLADA
Quando si ritornerà a discutere di riqualificazione culturale e ambientale della Regina delle Dolomiti?

Cavalese, 8 gennaio 2006
L’aggressione estiva al ghiacciaio della Marmolada da parte della società funiviaria Tofane – Marmolada S.p.A. durante la costruzione del terzo tronco della funivia ha riportato l’attenzione dell’opinione pubblica nazionale sulla montagna più importante delle Dolomiti, la Regina appunto.
Quando avevamo accettato di costruire il Patto per la Marmolada con le amministrazioni pubbliche trentine e venete gli intendimenti del gruppo di lavoro erano ben altri. L’obiettivo era certo quello di riportare la Marmolada al centro dell’attenzione degli appassionati di montagna, ma attraverso percorsi virtuosi, con un cambio di rotta ben deciso e qualificante rispetto il passato. (Li ricordiamo? Rifiuti gettati fin nelle viscere del ghiacciaio, la parete Sud imbrattata, cemento e offese paesaggistiche diffuse, fino in vetta a Punta Rocca). I temi più importanti del Patto erano racchiusi nelle parole cultura, ambiente, alpinismo, storia, ghiaccio.
L’agenda degli amministratori pubblici e della società funiviaria ha invece scelto ed imposto la solita vecchia strada: sviluppo turistico attraverso i collegamenti sciistici, imposizione di infrastrutture pesanti, consumo di paesaggio e di ambiente. Ogni altro passaggio del Patto della Marmolada è stato di fatto cancellato dall’agenda e dal confronto. Le due associazioni coinvolte nel Patto, Mountain Wilderness ed il CAI, sono state messe all’angolo e zittite dalla forza, dall’arroganza delle delibere delle giunte regionali del Veneto e quella provinciale di Trento, da quelle del Comune di Rocca Pietore. Di fatto il Patto della Marmolada è stato disdetto dai comportamenti di queste amministrazioni pubbliche.
Come era a tutti chiaro, quel patto, qualora realizzato, avrebbe portato la ricaduta dei maggiori benefici al Veneto, agli abitanti dell’Agordino. Oggi da quelle valli giungono queste proposte.
• La funivia è stata ricostruita, fino a Punta Rocca, ancora una volta violando una vetta, senza alcuna attenzione alla riqualificazione paesaggistica della montagna, anzi, per il modo con il quale sono stati condotti i lavori andando ad arrecare un danno irreversibile al ghiacciaio.
• Si vuole imporre, sempre nel cuore dell’ultimo ghiacciaio delle Dolomiti, un folle collegamento fra punta Rocca e Pian dei Fiacconi. Chi ricorda più quanto fosse profonda l’incisione imposta al ghiacciaio con le frese del gatto delle nevi lungo quella diagonale nel febbraio 2001?
• Si vuole imporre, anche al Trentino, il collegamento sciistico fra Malga Ciapèla e Passo San Pellegrino, attraverso Forca Rossa e valle di Franzedas.
• Si continua, causa l’assenza di controlli e di intervento politico delle amministrazioni pubbliche, la vergognosa pratica dell’eliski.
• Si vuole costruire nel cuore di malga Ciapèla una megastruttura ricettiva turistica, un albergo di lusso dotato di centro commerciale, area welness, zona sportiva quando non si riesce nemmeno oggi a garantire la piena capienza degli alberghi già presenti e gestiti da famiglie residenti in Val Pettorina.
Con pochi, ma distruttivi tasselli, si arriva così a definire una serie di infrastrutture che impedirà nel futuro qualunque sviluppo alternativo delle abitazioni che vivono attorno alla Marmolada. Con queste opere, tutte, si viene ad offrire lavoro dequalificato e specialmente precario nel settore del turismo, si impoverisce Rocca Pietore perché il grande centro alberghiero toglierà ogni respiro alle aziende locali che già oggi soffrono difficoltà importanti, ulteriore violenza che si abbatterà sul ghiacciaio e sul territorio impedendo di fatto ogni possibile rilancio della montagna in chiave naturalistica, storica e culturale.
La popolazione di Rocca Pietore deve riflettere su questi dati e assieme a quella di Canazei dovrebbe costruire un fronte comune che impedisca alle amministrazioni di proseguire la presunta ricerca di sviluppo adottando i modelli ormai superati degli anni ’70, modelli che stanno di fatto svendendo in modo definitivo la montagna a pochi personaggi, Vascellari e dirigenti di Superski Dolomiti.
Ma la Marmolada non è solo patrimonio delle popolazioni locali: un simile regno è patrimonio dell’umanità intera, degli alpinisti ed escursionisti, del mondo della scienza e della ricerca, degli amanti del sacro e del fantastico. Accanto al grande movimento a difesa della montagna che auspico nasca nelle popolazioni locali è necessario che si diffonda e si alimenti una mobilitazione nazionale ed internazionale di tutte le coscienze che hanno a cuore il destino delle Dolomiti e della montagna più rappresentativa dell’intero gruppo. Si deve infatti aver presente che la nostra associazione porta l’attenzione in Marmolada pur essendo ben consapevole che i rischi qui descritti coinvolgono decine di altre monti delle Dolomiti: le Tre Cime di Lavaredo, il monte Pelmo, le Pale di San Martino, il Sassolungo, le Dolomiti di Brenta. Il nostro appello è chiaro: salvando la Marmolada, impegnandoci attorno ad essa, portiamo un contributi di speranza e fiducia verso tutte le montagne oggi minacciate di aggressioni e distruzione. Perché questo avvenga è necessaria la mobilitazione, forte, convinta, numerosa, di tutte le energie che ancora, fortunatamente, amano la montagna.

Beh.... Speriamo di incontrarci in tanti !! CIAO! Gianlu
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